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L’Aquila
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trascorsi 60 giorni dalla data di pubblicazione.
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pubblicazione di avvisi, bandi, deliberazioni, decreti ed altri atti in
generale (anche quelli emessi da organi regionali) per conto di Enti, Aziende,
Consorzi ed altri Soggetti è effettuata a pagamento, tranne i casi in cui, tali
atti, attengano l’interesse esclusivo della Regione e dello Stato. Le richieste
di pubblicazione di avvisi, , bandi, ecc. devono essere indirizzate, con
tempestività, esclusivamente alla Direzione del Bollettino Ufficiale, Corso Federico
II, n. 51 – 67100 L’Aquila – Il testo da pubblicare, in duplice copia, di cui
una in carta da bollo (tranne i casi di esenzione), deve essere inviato
unitamente alla ricevuta del versamento in c/c postale dell’importo di € 1,81
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che vanno in neretto e di € 1,29 (L. 2.500) a rigo (foglio uso bollo massimo 61
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Ufficiale – 67100 L’Aquila.
AVVERTENZE: Il Bollettino Ufficiale della
Regione Abruzzo si pubblica a L’Aquila e si compone di quattro parti: a) nella
parte prima sono pubblicate le leggi e i regolamenti della Regione, i decreti
dei Presidenti della Giunta e del Consiglio e gli atti degli Organi regionali –
integralmente o in sintesi – che possono interessare la generalità dei
cittadini; b) nella parte seconda sono pubblicate le leggi e gli atti dello
Stato che interessano la Regione; c) nella parte terza sono pubblicati gli
annunzi e gli altri avvisi di interesse della Regione o di terzi la cui inserzione
– gratuita o a pagamento – è prevista da leggi e da regolamenti della Regione e
dello Stato (nonché quelli liberamente richiesti dagli interessati); d) nella
parte quarta sono pubblicati per estratto i provvedimenti di annullamento o di
rinvio del Comitato e delle Sezioni di controllo sugli atti degli Enti Locali.
– Nei Supplementi vengono pubblicati: gli atti riguardanti il personale, gli
avvisi e i bandi di concorso della Regione, le ordinanze, i ricorsi depositati,
le sentenze e le ordinanze di rigetto, relative a questioni di legittimità
costituzionale interessanti la Regione, nonché le sentenze concernenti
l’ineleggibilità e l’incompatibilità dei Consiglieri Regionali. In caso di
necessità si pubblicano altresì numeri Straordinari e Speciali.
SOMMARIO
Leggi,
Regolamenti ed atti della Regione
ATTI
DELIBERAZIONI
DELLA
GIUNTA
REGIONALE
DELIBERAZIONE 10.10.2002, n. 861:
Progetto
Obiettivo Regionale su tutela della salute in ambito penitenziario, in
attuazione del D. Lgs. n. 230 del 22 giugno 1999. - Recepimento...... Pag. 2
LEGGI, REGOLAMENTI ED ATTI DELLA
REGIONE
ATTI
DELIBERAZIONI DELLA
GIUNTA REGIONALE
DELIBERAZIONE 10.10.2002, n. 861:
Progetto Obiettivo Regionale su tutela della salute in ambito
penitenziario, in attuazione del D. Lgs. n. 230 del 22 giugno 1999. -
Recepimento.
LAGIUNTA REGIONALE
Omissis
DELIBERA
- di approvare il Progetto Obiettivo Regionale su Tutela della salute in ambito penitenziario, in attuazione dei D.Lgs. n. 230 del 22 giugno 1999, accluso alla presente quale parte sostanziale;
- di stabilire che agli oneri necessari per la realizzazione dello stesso, si provvederà mediante le risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero di Grazia e Giustizia e da trasferire al Servizio Sanitario Nazionale;
- di considerare il citato Progetto un indirizzo per la elaborazione del Piano Sanitario Regionale nella parte che attiene l’Assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati;
- di incaricare il Dirigente del Sevizio di Prevenzione Collettiva ed il gruppo di lavoro interistituzionale a svolgere una funzione di coordinamento per il perseguimento delle finalità indicate nel Progetto Obiettivo Regionale e di consulta, anche per quanto attiene la stesura del Piano Sanitario Regionale limitatamente alla parte di competenza;
- di delegare il Dirigente del Servizio di Prevenzione Collettiva della Direzione Sanità della Regione Abruzzo, all’assunzione degli atti conseguenti alla presente deliberazione;
- di provvedere alla pubblicazione del presente Provvedimento sul B.U.R.A. (Bollettino Ufficiale del la Regione Abruzzo).
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
PROGETTO OBIETTIVO
PER LA TUTELA DELLA SALUTE IN
AMBITO PENITENZIARIO
Il presente testo viene redatto dal GRUPPO DI LAVORO costituito dai rappresentanti del
Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Assessorato
alla Sanità della Regione Abruzzo, come previsto dalla Ordinanza Dirigenziale
n. DG 14/03 del 10/12/2001 :
Dott. Giovanni CARUSI |
Direttore Regionale Direzione Sanità o suo delegato, con funzioni di coordinamento; |
Dott. Stefano GIOVANNOLI |
Medico Regionale assegnato alla Direzione Sanità Responsabile dell’Ufficio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – Servizio Prevenzione Collettiva, cui affidare la direzione del progetto; |
Dott. Ing. Dante Carlos SALCE |
Ingegnere Regionale, assegnato alla Direzione Attività Produttive – Responsabile dell’Ufficio Sviluppo dell’Industria e Sorveglianza; |
Dott. Franco PETTINELLI |
Coordinatore dell’Unità Operativa di Sanità Penitenziaria PRAP di Pescara; |
Dott. Massimo FORLINI |
Componente Medico dell’Unità Operativa di Sanità Penitenziaria PRAP di Pescara - Direttore Sanitario Istituto Penitenziario di Teramo; |
Dott. Francescopaolo SARACENI |
Direttore Sanitario Istituto Penitenziario di Vasto; |
Dott. Ercole RANALLI |
Dirigente Medico A.S.L. Lanciano-Vasto – Direttore SIAN |
Dott. Pietro D’EGIDIO |
Dirigente Medico ASL Pescara Direttore Servizio per le Tossicodipendenze – Dipartimento Sanitario Assistenziale; |
Dott.ssa Rossana CASSIANI |
Dirigente Medico ASL Avezzano-Sulmona – Direttore Dipartimento Prevenzione e Servizio Igiene e Sanità Pubblica; |
Sig. Roberto ANGELUCCI |
dipendente Regionale assegnato alla Direzione Sanità con funzioni di collaborazione e supporto alle attività tecnico-amministrative; |
Dott.ssa Manuela DI GIACOMO |
Istruttore Direttivo Amministrativo assegnato alla Regione Abruzzo – Direzione Sanità, con funzioni di segretaria. |
INDICE
1. PREMESSA |
Pag. |
2. La realtà penitenziaria
regionale |
Pag. |
3. L’attuale assetto
organizzativo |
Pag. |
4. Gli obiettivi della salute |
Pag. |
4.1 Le attività di prevenzione |
Pag. |
4.1.1 La prevenzione ambientale |
Pag. |
4.1.2 Tutela e promozione della
salute dell’individuo e della comunità Penitenziaria in
generale |
Pag. |
4.2 Le attività di cura |
Pag. |
4.2.1 La medicina generale |
Pag. |
4.2.2 La medicina d’urgenza |
Pag. |
4.2.3 La medicina specialistica |
Pag. |
4.2.4 L’assistenza ai detenuti
tossicodipendenti |
Pag. |
4.2.4.1 Premessa |
Pag. |
4.2.4.2 Caratteri strutturali e
organizzativi degli Istituti o sezioni di 1° livello |
Pag. |
4.2.4.3 Istituti o sezioni di
custodia attenuata |
Pag. |
4.2.4.4 Schema degli elementi
qualificanti il circuito della custodia attenuata |
Pag. |
4.2.5 La patologia infettiva con
particolare riferimento all’infezione da HIV e la cura
delle patologie correlate |
Pag. |
4.2.6 Le attività di
riabilitazione |
Pag. |
4.2.7 La tutela della salute
della donna e la salvaguardia del diritto di maternità |
Pag. |
4.2.8 La tutela della salute dei
detenuti disabili e portatori di handicap |
Pag. |
4.2.9 L’assistenza sanitaria
alle persone detenute immigrate |
Pag. |
4.2.10 La tutela della salute
mentale |
Pag. |
4.2.11 L’assistenza farmaceutica |
Pag. |
5. I modelli organizzativi |
Pag. |
6. Il ricovero nelle Unità
Operative di degenza |
Pag. |
7. Conclusioni |
Pag. |
- Allegato A – Scheda di Sorveglianza per le malattie infettive
- Allegato B – Schema di convenzione tra Provveditorato Regionale e ASL per gli Istituti e sezioni di custodia attenuata
- Allegato C – Schema di contratto tra l’equipe trattamentale e il detenuto in custodia attenuata
1. PREMESSA
Il D.Lgs. nr. 230 del 22 giugno 1999 intitolato “Riordino della medicina penitenziaria, in applicazione dell’art. 5 della Legge 30 novembre 1998 n. 419” stabilisce che i detenuti e gli internati, al pari dei cittadini in stato di libertà, hanno diritto all’erogazione, da parte del SSN, delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione previste nei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali.
In altri termini il citato decreto introduce nella legislazione italiana, ed in particolare in materia di esecuzione della pena, il diritto dei detenuti di poter usufruire delle stesse prestazioni sanitarie che vengono erogate dal SSN a tutti i cittadini, apportando radicali innovazioni, per quanto riguarda il benessere individuale e collettivo, all’interno di una struttura che per suo mandato istituzionale è considerata “chiusa”.
L’art. 5 del D. Lgs 230/99 prevede l’adozione di un apposito Progetto Obiettivo Regionale per la tutela della salute in ambito penitenziario che, mediante la formulazione di criteri e indirizzi mirati a pianificare l’organizzazione dei servizi sanitari, i livelli di assistenza e gli standard minimi necessari per assicurare la tutela della salute all’interno degli istituti penitenziari dislocati nell’ambito della Regione Abruzzo, stabilisca le linee guida necessarie a soddisfare la domanda di assistenza, migliorare la qualità delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione così da garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute, anche attraverso la rimozione degli ostacoli ambientali ed organizzativi che caratterizzano l’attuale assistenza sanitaria alla popolazione detenuta.
Per meglio qualificare l’assistenza sanitaria penitenziaria e soprattutto per rendere più efficaci le risposte sanitarie, è necessario, quindi, definire un progetto fattibile che preveda un intervento integrato dell’Aziende ASL all’interno del carcere attraverso l’erogazione, da parte delle stesse, dell’intera gamma delle prestazioni sanitarie, individuando modalità operative e risorse professionali, attingendo anche a quelle già operanti nell’ambito della medicina penitenziaria, così da costituire un’articolazione che, mediante un assetto operativo stabile e ben strutturato, mantenga e garantisca un sistema di effettivo equilibrio tra l’esigenza della sicurezza e il diritto costituzionale ed inalienabile alla salute.
2. LA REALTA’ PENITENZIARIA REGIONALE
Nella nostra Regione sono presenti sul territorio numero 8 istituti penitenziari incidenti nelle 6 ASL territorialmente competenti e precisamente:
Tab. n. 1 – Istituti penitenziari presenti nelle singole ASL
ASL PESCARA |
I.P. di PESCARA |
ASL L’AQUILA |
I.P. di L’AQUILA |
ASL AVEZZANO-SULMONA |
I.P. di SULMONA |
ASL TERAMO |
I.P. di TERAMO |
ASL CHIETI |
I.P. di CHIETI |
ASL LANCIANO-VASTO |
I.P. di LANCIANO |
Esiste, inoltre, un CARCERE MINORILE a L’AQUILA e una ex CASA MANDAMENTALE a SAN VALENTINO di recente ristrutturazione, dove dovrebbe essere allocata una sezione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti.
Le persone detenute all’interno degli istituti penitenziari, rilevati alla data del 31/12/2001, erano n. 1571, di cui n.1521 uomini e n. 50 donne, nonostante le infrastrutture abbiano una capienza regolamentare di 1453 unità.
Dei detenuti ristretti n. 464 sono extracomunitari, n. 455 tossicodipendenti e n. 20 sieropositivi per HIV, con conseguente incidenza di patologie correlabili e di problematiche socio-assistenziali derivanti.
A L’Aquila è presente l’unico Istituto Penale Minorile (I.P.M.) con annesso il centro di servizio sociale per minori, la Procura e il Centro di Prima Accoglienza (C.P.A.). L’Istituto raccoglie in prevalenza minori provenienti da altri Istituti, in particolare del nord Italia, giunti per sfollamento e statisticamente ospita una media annuale di 15 detenuti. Scarsa è la presenza di minori con problematiche connesse alla tossicodipendenza e alcooldipendenza.
Tab. n. 2 – Capienza
regolamentare e capienza effettiva nella Regione Abruzzo
ISTITUTO |
CAPIENZA |
CAPIENZA |
TD |
HIV |
EXTRA |
||||
|
M |
F |
Tot |
M |
F |
Tot |
|
|
|
AVEZZANO |
61 |
0 |
61 |
67 |
0 |
67 |
19 |
0 |
42 |
CHIETI |
96 |
0 |
96 |
102 |
0 |
102 |
28 |
0 |
61 |
LANCIANO |
205 |
0 |
205 |
183 |
0 |
183 |
35 |
2 |
31 |
L’AQUILA |
201 |
0 |
201 |
158 |
0 |
158 |
27 |
2 |
46 |
PESCARA |
170 |
20 |
190 |
171 |
25 |
196 |
69 |
3 |
38 |
SULMONA |
304 |
0 |
304 |
412 |
0 |
412 |
122 |
10 |
109 |
TERAMO |
220 |
22 |
242 |
258 |
25 |
283 |
100 |
2 |
95 |
VASTO |
154 |
0 |
154 |
170 |
0 |
170 |
55 |
1 |
62 |
TOTALE |
1411 |
42 |
1453 |
1521 |
50 |
1571 |
455 |
20 |
464 |
I.P.M. de L’AQUILA |
15 |
0 |
15 |
13 |
0 |
13 |
0 |
0 |
4 |
A livello regionale attualmente non è possibile, eseguire un
monitoraggio preciso dell’incidenza delle varie manifestazioni morbose
all’interno degli istituti penitenziari, per mancanza di procedure
standardizzate di rilevamento, per cui è necessario definire un programma
computerizzato statisticamente valido mirato a risolvere tale carenza, dotando
le varie strutture di supporti informatici da collegare in rete tra di loro e
connessi ad un terminale in grado di elaborare i vari dati immessi nel
circuito.
Nella programmazione di nuove sedi di Istituti Penitenziari o di modifiche strutturali che comportino un aumento di ricettività delle sedi esistenti nella Regione l’Amministrazione Penitenziaria terrà conto dei contenuti del presente Progetto Obiettivo.
Nel corso del secondo semestre 2001 hanno fatto ingresso negli Istituti per adulti complessivamente 816 detenuti: questo dato evidenzia il carico di lavoro che grava in particolare modo sul personale sanitario che effettua la visita di primo ingresso ai detenuti nuovi giunti provenienti dalla libertà e/o da altri istituti costituenti persone a elevato rischio psichiatrico (autolesionismo e/o suicidio) e che eroga le prestazioni sanitarie di base, anche nelle situazioni di problemi sanitari acuti.
3. L’ ATTUALE ASSETTO ORGANIZZATIVO
L’assistenza sanitaria, all’interno delle strutture penitenziarie, viene attualmente garantita attraverso vari servizi, di cui alcuni obbligatoriamente presenti in tutti gli istituti, altri invece assicurati solo in alcuni di essi.
Infatti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha inteso standardizzare l’erogazione dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale attraverso l’individuazione di 3 (tre) livelli assistenziali, in modo da pervenire ad un’offerta di servizi differenziati nell’ambito del circuito penitenziario.
Tali livelli uniformi di assistenza sono così definiti:
1° livello: garantita negli istituti con una presenza media di 225 detenuti (C.C. Chieti, C.C. Vasto, C.C. Lanciano, C.C. Avezzano, C.C. Pescara);
2° livello: che offre servizi di continuità assistenziale nell’arco delle 24 ore e medicina specialistica in numerose branche, garantita negli istituti con capienza media superiore alle 225 unità (C.C. Teramo, C.C. L’Aquila, C.R. Sulmona);
3° livello: di assistenza sanitaria per gli istituti sede di centro clinico (i cosiddetti CDT) e per gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG).
Nella Regione Abruzzo vi sono solo Istituti penitenziari di 1° e 2° livello.
I vari servizi sanitari sono attualmente erogati dalle seguenti figure professionali:
- direttore sanitario;
- medici del Servizio di assistenza sanitaria integrativa (SIAS);
- medici, infermieri e psicologi del presidio tossicodipendenti;
- medici specialisti;
- infermieri dipendenti di ruolo dell’Amministrazione penitenziaria;
- infermieri convenzionati;
- tecnici dei vari servizi (laboratorio analisi, radiologia, FKT).
direttore sanitario: uno per ogni Istituto, è preposto all’area sanitaria e svolge le seguenti mansioni:
- assicura l’autonomia gestionale dell’Area sanitaria, nell’ambito del budget annualmente assegnato all’istituto, per il conseguimento dell’obiettivo primario di tutela della salute in ambito penitenziario;
- dirige i servizi sanitari dell’istituto ed in particolare il servizio di assistenza sanitaria integrativa, il servizio specialistico, il servizio infermieristico, i vari servizi tecnici ove presenti (laboratorio analisi, gabinetto radiologico; servizio di FKT);
- è responsabile della farmacia dell’istituto provvedendo alla richiesta dei farmaci e alla loro conservazione, distinta per classi, secondo la normativa vigente;
- organizza, in rapporto alle esigenze di servizio, l’impiego, la destinazione, i turni e i periodi di ferie di tutto il personale sanitario medico, infermieristico e tecnico;
- raccoglie le istanze e le proposte della popolazione detenuta, al fine di tendere al miglioramento del servizio erogato;
- organizza incontri e dibattiti a carattere scientifico, con la popolazione detenuta e con il personale di Polizia Penitenziaria, a scopo informativo e preventivo;
- vigilare sulla distribuzione delle preparazioni medicinali e sulla utilizzazione del materiale di medicazione, delle lastre radiografiche, dei reagenti e materiali d’uso per laboratorio analisi e di tutti gli altri materiali d’uso comune;
- è responsabile del servizio medico-legale dell’istituto, sia per i detenuti, di cui cura le relazioni richieste dall’Autorità Giudiziaria e dagli organi superiori del Ministero della Giustizia, sia per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria;
- esercita la vigilanza sull’igiene dell’ambiente penitenziario;
- è responsabile della raccolta e della trasmissione dei dati statistici sanitari.
medici del servizio di assistenza sanitaria integrativa (S.I.A.S.): garantiscono la continuità assistenziale secondo le disposizione emanate dal direttore sanitario dell’istituto. Sono organizzati quantitativamente secondo la classificazione dell’istituto. Negli istituti di 2° livello si garantisce la continuità assistenziale e l’urgenza nell’arco delle 24 ore, mentre in quelli di 1° livello esiste un monte ore diversificato in rapporto alla capienza recettiva della popolazione detenuta, comunque, sempre inferiore alle 24 ore. Essi sono medici convenzionati con l’Amministrazione Penitenziaria;
medici ed infermieri del presidio detenuti tossicodipendenti, alcoldipendenti ed affetti da HIV: trattasi di personale a rapporto di convenzione per un monte orario definito in base al numero medio dei detenuti ristretti. Esso cura l’aspetto sanitario del recupero del detenuto tossicodipendente in stretta collaborazione con i Sert territorialmente competenti, da cui oggi, in seguito all’entrata i vigore del D.Lgs 239/99, funzionalmente dipendono;
medici specialisti: sono professionisti convenzionati che erogano le proprie prestazioni con cadenza solitamente settimanale e che garantiscono la disponibilità ad eventuali interventi di urgenza da effettuare entro 6 ore dalla chiamata. Tali prestazioni si riferiscono principalmente alle seguenti branche: psichiatria, infettivologia, odontoiatria e cardiologia, che devono essere obbligatoriamente presenti in tutti gli istituti penitenziari, mentre nelle sedi di 2° livello assistenziale possono essere presenti altre attività specialistiche;
infermiere coordinatore: coordina il servizio infermieristico e può essere un infermiere dipendente e/o a rapporto libero-professionale;
infermieri dipendenti: sono infermieri professionali e generici, dipendenti di ruolo dell’Amministrazione Penitenziaria, presenti in numero esiguo e non in tutti gli istituti;
infermieri a rapporto libero-professionale: trattasi di infermieri professionali e generici convenzionati con l’Amministrazione Penitenziaria, in numero variabile a seconda del monte ore infermieristico assegnato a ciascun istituto penitenziario, in base alle disposizioni ministeriali vigenti;
tecnici sanitari: trattasi di terapisti della riabilitazione, tecnici di radiologia e di laboratorio, presenti solo in alcuni istituti, che possono essere dipendenti di ruolo dell’Amministrazione Penitenziaria oppure a rapporto libero-professionale e che comunque non sempre riescono a garantire l’attività in urgenza.
Tab. n. 3 - Personale
sanitario alla data del 31.12.2001
ISTITUTO |
DIRETTORE |
MEDICI |
MEDICI |
INFERMIERI |
TECNICI |
|
dipen. |
conv. |
|||||
AVEZZANO |
1 |
3 |
4 |
1 |
3 |
0 |
CHIETI |
1 |
3 |
6 |
0 |
2 |
0 |
LANCIANO |
1 |
6 |
10 |
0 |
4 |
0 |
L’AQUILA |
1 |
5 |
11 |
1 |
4 |
0 |
PESCARA |
1 |
4 |
9 |
3 |
3 |
4 |
SULMONA |
1 |
8 |
11 |
0 |
6 |
0 |
TERAMO |
1 |
6 |
17 |
4 |
3 |
2 |
VASTO |
1 |
5 |
5 |
0 |
6 |
0 |
TOTALE |
8 |
40 |
73 |
9 |
35 |
6 |
I.P.M. de L’AQUILA |
1 |
0 |
0 |
0 |
1 |
0 |
- Nell’attuale assetto operativo si possono individuare alcuni aspetti logistici che possono interferire, anche gravemente, sulla futura organizzazione dei servizi di assistenza sanitaria all’interno degli istituti penitenziari e che vengono di seguito sottolineati:
-
la grave carenza del personale sanitario;
-
la completa assenza di personale amministrativo nell’ambito
dell’area sanitaria per il disbrigo delle pratiche amministrativo-burocratiche;
-
la mancanza totale di personale ausiliario, che rende
problematica e spesso impossibile la effettuazione di alcune prestazioni
sanitarie;
-
la mancanza di farmacisti per la gestione corretta della
farmacia interna all’istituto;
-
la mancanza di gestione diretta da parte del direttore
sanitario del personale scelto tra i detenuti per la pulizia degli ambienti
sanitari;
-
relativamente all’I.P.M. de L’Aquila, si segnala la carenza di
personale infermieristico, essendo presente n.1 infermiere per due ore
giornaliere.
Tab. n. 4 – Personale sanitario addetto al Presidio per le tossicodipendenze
ISTITUTO PENITENZIARIO |
PRESIDIO TOSSICODIPENDENZA |
||
MEDICI |
INFERMIERI |
PSICOLOGI |
|
AVEZZANO |
0 |
0 |
0 |
CHIETI |
0 |
0 |
1 |
LANCIANO |
1 |
1 |
1 |
L’AQUILA |
1 |
1 |
1 |
PESCARA |
1 |
1 |
0 |
SULMONA |
1 |
1 |
1 |
TERAMO |
1 |
1 |
1 |
VASTO |
1 |
1 |
1 |
TOTALE |
6 |
6 |
6 |
Anche in questo contesto possono essere individuati punti di criticità e più specificatamente:
- la mancanza totale di personale sanitario in 2 (due) istituti penitenziari, nonostante la presenza di detenuti tossicodipendenti anche in terapia metadonica;
- la non omogenea ripartizione del monte orario assegnato ai singoli istituti con conseguente sacche di inefficienza;
- la difficoltà nel gestire situazioni differenziate, a seconda della tipologia dei detenuti, per carenze di organico;
- la mancanza di personale amministrativo per l’espletamento delle competenze burocratiche.
4. GLI OBIETTIVI DI SALUTE
Il decreto del Ministero della Sanità del 21 aprile 2000 intitolato “Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario” individua le principali aree e le azioni di maggior rilievo da avviare per la promozione e la salvaguardia della salute dei detenuti e degli internati.
In particolare vengono fornite indicazioni per la definizione di programmi di prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie maggiormente diffuse e vengono forniti indirizzi per l’attivazione di una rete di servizi sanitari volti a soddisfare la domanda di assistenza e a migliorare la qualità delle prestazioni di diagnosi e cura, così da garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute all’interno degli Istituti Penitenziari.
4.1 Le attività di prevenzione
In ragione delle specifiche condizioni dell’ambiente detentivo
si definiscono gli interventi di prevenzione primaria finalizzati alla
riduzione o rimozione di una sofferenza che ha radici strutturali, dando piena
attuazione anche in ambito penitenziario alla normativa vigente in materia di:
- igiene pubblica nelle sue diverse articolazioni, in particolare nei settori di profilassi e di igiene urbana;
- igiene degli alimenti e della nutrizione;
- strutture sanitarie;
- igiene degli ambienti di vita e di lavoro, anche in riferimento all’applicazione del decreto legislativo n.626/1994.
In particolare, sono considerati due gruppi di attività svolte
dai Servizi del Dipartimento di Prevenzione e relative alla:
1) prevenzione ambientale;
2) tutela e promozione della salute dell’individuo e della comunità penitenziaria in generale.
4.1.1 La Prevenzione ambientale
Consiste nella ricognizione dei rischi ambientali con l’obiettivo di individuare le principali problematiche connesse all’igiene e alla sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro al fine di realizzare interventi che incidano sul miglioramento della qualità della vita in carcere.
Fa riferimento essenzialmente a:
- Stato delle strutture penitenziarie
(requisiti
igienico - sanitari e sicurezza dei
vari ambienti confinati)
- Regime alimentare (autorizzazioni sanitarie, controlli periodici sugli alimenti, controlli periodici sul personale addetto).
INTERVENTI PREVISTI:
L’attività di vigilanza
Prevede controlli semestrali alle strutture penitenziarie.
Come strumento atto alla rilevazione dello “stato di salute” degli stabili viene utilizzata l’allegata scheda di rilevazione (All.A) che compendia i seguenti aspetti:
- aspetti generali ed edilizi (ricettività della struttura; numerosità e tipologia della popolazione detenuta; sicurezza, microclima e condizioni igienico-sanitarie dei vari locali; approvvigionamento idrico e smaltimento liquami)
- organizzazione sanitaria (personale operante; tipologia degli ambulatori medici e delle prestazioni erogate sia in tema di assistenza che di prevenzione)
- farmacia ( esistenza o meno di locale adibito a deposito di farmaci, modalità di conservazione dei medicinali, smaltimento dei farmaci scaduti)
- attività lavorative (ricognizione di eventuali locali di lavoro e delle attività svolte, verifica dell’osservanza delle norme di sicurezza negli ambienti di lavoro)
- preparazione e somministrazione alimenti (rispondenza del locale cucina e del deposito di stoccaggio degli alimenti alle normative vigenti; presenza ed adeguatezza dei servizi igienici per gli addetti alla cucina; verifica esistenza autorizzazione sanitaria; controlli periodici sul personale- libretto di idoneità sanitaria- ; controlli periodici sugli alimenti – prelievi ed analisi degli alimenti; applicazione piani di autocontrollo come da D.lgs 155/97, ove previsto)
- relazione conclusiva sullo stato igienico-sanitario e sulla sicurezza da inviare alla direzione dell’istituto penitenziario.
4.1.2 Tutela e promozione della salute dell’individuo e della comunità
penitenziaria in generale
Comprende l’insieme degli interventi atti a ridurre il rischio di patologie correlate al regime detentivo.
E’ rivolta sia ai detenuti che al personale operante nella struttura.
Il programma è articolato in:
- attività di prevenzione delle malattie infettive (tbc, epatiti, AIDS, malattie trasmissione oro-fecale e da alimenti, scabbia, pediculosi, dermatofitosi, malattie sessualmente trasmesse);
- attività di prevenzione delle malattie cronico-degenerative
(obesità, diabete mellito,BPCO,
tumori, malattie cardiovascolari);
- educazione sanitaria;
- attività di screening.
INTERVENTI PREVISTI:
A) Il controllo delle malattie infettive
E’ innanzitutto necessario sviluppare un sistema di sorveglianza che consenta di fornire informazioni attendibili sul piano epidemiologico ed eziologico; a tale scopo saranno utilizzate delle schede appositamente predisposte per effettuare le indagini epidemiologiche relative alle principali malattie infettive e diffusive, quali tubercolosi, epatiti virali, tossinfezioni alimentari, meningiti, scabbia, dermatofitosi, pediculosi.
Le indagini riguarderanno sia i malati che tutti i possibili contatti e saranno integrate da protocolli specifici relativamente alle procedure da adottare in ambiente penitenziario, anche in considerazione della situazione epidemiologica delle singole patologie.
All’atto dell’ingresso in istituto i detenuti, sia provenienti dalla libertà che da altri istituti, ove nella cartella clinica sia segnalata la non avvenuta esecuzione nei 3 (tre) mesi antecedenti l’ingresso, saranno sottoposti al seguente screening:
- intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux;
- dosaggio markers epatiti virali (HAV, HBV e HCV);
- test HIV (previo consenso);
- esame batteriologico e parassitologico delle feci;
- VDRL;
- Drug-test (finalizzata alla diagnosi di tossicodipendenza).
Nello specifico verrà posta particolare attenzione al controllo della malattia tubercolare, delle epatiti virali e delle infezioni da HIV, che rappresentano sicuramente le malattie infettive epidemiologicamente più rilevanti.
B) Le Epatiti virali
Il programma comprende oltre al primo controllo su mensionato, la vaccinazione preventiva per i soggetti risultati negativi.
L’utilità di effettuare i dosaggi dei marcatori umorali per le Epatiti A e B non è dettata dal bisogno di conoscere lo stato immunitario prima della eventuale vaccinazione, ma piuttosto dalla necessità di individuare i portatori di malattia che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute della comunità detenuta e pertanto non verrà estesa al personale operante nella struttura penitenziaria, che sarà sottoposto direttamente a vaccinazione..
C) LeTubercolosi
Vista l’incidenza della malattia tubercolare è opportuno effettuare uno screening della stessa mediante somministrazione di intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux con 5U.I.; sia i detenuti che gli operatori penitenziari saranno sottoposti al test (confronta Linee guida per la malattia tubercolare, pubblicato sulla G.U. del 18/2/1999).
I soggetti negativi al test ripeteranno la prova con periodicità annuale.
I soggetti riscontrati positivi effettueranno una radiografia del torace allo scopo di escludere la presenza di malattia polmonare in fase contagiosa.
Il viraggio dalla cutinegatività alla cutipositività all’interno della struttura penitenziaria impone una ricerca attenta della fonte di infezione.
Bisognerà proporre la chemioterapia preventiva ai soggetti cutipositivi di età inferiore ai 35 anni e, indipendentemente dall’età, a tutti coloro che:
- in precedenza cutipositivi, dimostrino un incremento della reazione tubercolinica maggiore e/o uguale a 10mm;
- si trovino in una condizione medica che aumenti il rischio di TBC;
- abbiano un’infezione da HIV;
- usino sostanze per via iniettiva.
Particolari condizioni di rischio sono rappresentate dall’infezione da HIV e dall’immigrazione.
I soggetti HIV positivi presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare TBC attiva. Inoltre l’infezione da HIV favorisce la rapida progressione verso la malattia di una infezione tubercolare recente.
Il rischio di contagio è conseguentemente aumentato per tutti i contatti stretti oltre che per il personale di assistenza.
L’immigrazione da paesi ad alta endemia tubercolare rende
particolarmente elevato il rischio di contrarre la malattia soprattutto nei primi due anni dall’ingresso in Italia.
Tutti i soggetti che si trovino in tale condizione vanno sottoposti a sorveglianza
periodica, sia clinica che strumentale.
Nell’ambito degli interventi per il controllo delle malattie infettive saranno promosse tutte le altre vaccinazioni di comprovata efficacia per i detenuti e gli internati, nonché per il personale operante nella struttura penitenziaria (antitetanica, antinfluenzale, antipneumococcica, antimeningococcica).
D) L’Educazione sanitaria
Sarà rivolta sia ai detenuti ed internati che al personale operante nella struttura penitenziaria.
Verranno sviluppati principalmente i seguenti argomenti:
- epidemiologia e prevenzione delle principali malattie infettive correlate al regime detentivo;
- epidemiologia e prevenzione delle malattie cronico-degenerative correlate all’uso di sostanze, fumo, alcool, e all’alimentazione;
- norme igieniche e conoscenza dei rischi infettivi per gli addetti alla manipolazione degli alimenti.
Gli incontri saranno condotti per piccoli gruppi, compatibilmente con le esigenze del regime detentivo e saranno rivolti essenzialmente ai soggetti a maggior rischio.
Sarà utile predisporre strumenti di informazione per i detenuti ed il personale sui comportamenti da adottare per evitare il contagio e la diffusione di patologie infettive.
Le attività saranno effettuate dai Servizi di Medicina della
Comunità, Igiene degli Alimenti, Igiene e Sanità Pubblica in collaborazione con
il personale sanitario operante nell’istituto carcerario, con il Sert e con il
Centro Antifumo.
E) Le Attività di screening
Le attività di screening saranno rivolte alla prevenzione delle principali malattie infettive diffuse nell’ambiente penitenziario, i tumori, le malattie cerebro cardiovascolari, il diabete ecc. per i quali sono disponibili test diagnostici di sicura efficacia e di facile impiego ed interpretazione, al fine di raggiungere gli obiettivi di salute indicati nel Piano Sanitario Nazionale.
4.2 Le attività di cura
Le Aziende Sanitarie Locali, nel cui ambito territoriale è ubicato uno o più Istituti Penitenziari, elaborano in collaborazione con i Distretti e i Dipartimenti Sanitari Penitenziari (DSP – vedi parag. 5) una apposita Carta dei Servizi che contenga linee guida atte ad assicurare il soddisfacimento della domanda di cura dei detenuti e degli internati, organizzare percorsi terapeutici che garantiscano la tempestività degli interventi, la continuità assistenziale, l’appropriatezza e la qualità delle prestazioni e la verifica dei risultati.
Le principali aree di intervento sono:
1) la medicina generale;
2) la medicina d’urgenza;
3) la medicina specialistica;
4) l’assistenza dei detenuti dipendenti da sostanze;
5) le patologie infettive con particolare riferimento all’infezione da HIV e sindromi correlate;
6) le attività di riabilitazione;
7) la tutela della salute della donna e la salvaguardia del diritto di maternità;
8) la tutela della salute dei detenuti disabili e portatori di handicap;
9) l’assistenza sanitaria alle persone immigrate detenute;
10) la tutela della salute mentale;
11) l’assistenza farmaceutica.
4.2.1 La medicina generale
L’assistenza medico generica viene erogata attraverso un modello che ha alla base la continuità assistenziale sanitaria a favore del singolo detenuto e della intera comunità penitenziaria.
In particolare è necessario garantire:
a) il servizio di accoglienza sanitaria, ove il soggetto nuovo giunto proveniente dalla libertà viene preso in carico da un gruppo di operatori costituito dal medico, infermiere, psichiatra, mediatore socio-sanitario, operatore del Sert, psicologo o esperto dell’osservazione della personalità (ex art. 80 L.P.), assistente sociale, con redazione di apposita cartella clinica. Sarà riservata particolare attenzione ai detenuti che si trovano a vivere la prima esperienza detentiva e che, quindi, costituitiscono “soggetti ad alto rischio”. La finalità di tale servizio è quella di garantire una adeguata osservazione sotto il profilo medico-psichiatrico, di durata variabile dai 3 ai 7 giorni, mirata ad individuare l’idoneità del soggetto alla vita comunitaria rispetto alla presenza di patologie contagiose e trasmissibili, ma anche rispetto al proprio stato di salute psichica. Durante tale periodo vengono altresì effettuati gli accertamenti preventivi e di screening previsti al punto 4.1. ed inoltre vengono fornite informazioni di carattere sanitario al nuovo giunto, allo scopo di programmare un percorso riabilitativo che tenga conto in modo imprescindibile delle esigenze sanitarie dello stesso. Al termine del periodo di osservazione, il servizio fornirà alla Direzione dell’Istituto ogni elemento di carattere psico-sociale e sanitario ritenuto utile per la definizione del programma di trattamento e il detenuto viene avviato alla vita in comune. E’ opportuno che ogni istituto sia dotato di una sezione di “osservazione” nella quale allocare il nuovo giunto, per espletare al meglio ed in modo organico il servizio di accoglienza sanitaria;
b) la continuità assistenziale costituita dalla presa in carico del paziente da parte di tutti gli operatori sanitari dell’istituto penitenziario che, sulla base dei risultati dell’attività del servizio di accoglienza sanitaria, persegua l’obiettivo della tutela della salute del detenuto attraverso l’erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie e d’urgenza previste dal presente progetto;
c) l’informatizzazione
della cartella clinica la cui
gestione consentirà l’ottimizzazione di tutta l’attività sanitaria, costituendo
il momento di raccordo tra i vari operatori sanitari presenti in istituto.
Inoltre, in tal modo sarà possibile avere una visione unitaria delle condizioni
del paziente durante tutto il periodo della carcerazione, determinare una continuità
terapeutica in caso di trasferimento del detenuto, utilizzare i dati necessari
ad alimentare i flussi informativi di tipo epidemiologico e statistico.
I dati raccolti saranno periodicamente
comunicati dal personale dei DSP alla struttura di coordinamento e controllo appositamente
istituita presso l’Assessorato alla Sanità – Direzione Sanità della Regione
Abruzzo per un monitoraggio, analisi e
studio della situazione sanitaria a livello regionale.
4.2.2 La medicina d’urgenza
La medicina d’urgenza costituisce un ambito di particolare rilievo anche per la popolazione detenuta ed internata che al pari dei cittadini in stato di libertà richiede risposte tempestive e qualificate. In tale ottica si ritiene utile prevedere un’adeguata formazione del personale sanitario operante negli istituti penitenziari per garantire sia una prima risposta assistenziale, sia la definizione di percorsi appropriati per il trasferimento del paziente all’ospedale di zona.
In particolare le ASL garantiscono:
a) la formazione del personale sanitario al riconoscimento dell’arresto cardio-respiratorio e dell’arresto cardio-circolatorio primario e al conseguente utilizzo delle tecnologie consentite dalla legge (BLS e defibrillatori semiautomatici) con il coinvolgimento anche del personale non sanitario;
b) la formazione del personale medico ed infermieristico a urgenze di tipo internistico, minitraumatologico e/o psichiatrico;
c) l’assistenza medica nell’arco delle 24 ore, prevedendo un servizio di assistenza continuativa nell’ambito del Distretto Sanitario Penitenziario.
4.2.3 La medicina specialistica
In ogni istituto penitenziario devono essere garantiti gli interventi di tipo specialistico, attraverso i seguenti obiettivi:
- uniformare gli standard minimi garantendo le prestazioni delle branche specialistiche presenti sul territorio;
- garantire interventi immediati in sintonia con le esigenze di salute;
- integrare le singole e specifiche competenze nell’ambito di una visione olistica del paziente detenuto.
Qualora le strutture all’interno dell’istituto penitenziario siano idonee, ci si avvarrà delle stesse per le prestazioni specialistiche da erogare. In caso contrario e nelle realtà dove non è possibile avere a disposizione locali adeguatamente attrezzati, ci si avvarrà delle strutture sanitarie dell’ASL territorialmente competente. E’ necessario stabilire dei percorsi di raccordo tra l’istituto penitenziario e i punti di prenotazioni dell’ASL (CUP) che garantiscano delle corsie preferenziali mirate ad ottenere disponibilità e programmazione adeguata alle esigenze di sicurezza.
4.2.4 L’assistenza ai detenuti tossicodipendenti
4.2.4.1 Premessa
L’assistenza sanitaria ai detenuti tossicodipendenti deve essere prestata nel rispetto dei principi della normativa vigente di cui alle Leggi: L. 26.7.75 n.354 (legge sull’Ordinamento Penitenziario), D.P.R. 16.6.2000 n.230 (Regolamento di esecuzione all’Ordinamento Penitenziario), D.P.R. 9.10.90 n.309 (Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti), D.Lgs 22.6.99 n.230 (norme sulla tutela della salute dei cittadini in esecuzione penale), il D.M. del 21.4.2000 (approvazione del Progetto Obiettivo Nazionale per la tutela della salute in ambito penitenziario) di cui si riportano di seguito le principali norme:
- al 1° comma dell’art. 96 del D.P.R. 309/90 si dichiara che i detenuti con problemi di tossicodipendenza hanno il diritto di ricevere le cure mediche e l’assistenza necessaria all’interno degli Istituti penitenziari;
- al 3° comma dell’art. 96 sopra citato si pone a carico delle AA.SS.LL., d’intesa con gli Istituti di Prevenzione e Pena e in collaborazione con i servizi sanitari operanti all’interno degli Istituti, la cura e la riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti o alcolisti;
- a partire dal 1991 l’amministrazione penitenziaria aveva istituito e organizzato un servizio, tuttora attivo, di supporto e talvolta sostitutivo del SerT, denominato “Presidio per Detenuti Tossicodipendenti, Alcoldipendenti e affetti da HIV” cui sono stati addetti medici, infermieri e psicologi;
- il D.Lgs 230/99, all’art. 8, prevedeva il trasferimento al SSN delle funzioni sanitarie svolte dall’amministrazione penitenziaria con riferimento ai soli settori della prevenzione e dell’assistenza ai detenuti ed internati tossicodipendenti e, contestualmente, il trasferimento del relativo personale, delle attrezzature, degli arredi e beni strumentali nonché delle risorse finanziarie nel rispetto dei principi contenuti nell’art. 7 del D.Lgs 112/98; il personale operante negli Istituti nei settori della prevenzione e della tossicodipendenza con rapporto di impiego o a convenzione è, quindi, posto dal 1 gennaio 2000 alle dipendenze funzionale del SSN;
- con D.M. del 21.4.2000 è stato elaborato il Progetto Obiettivo Nazionale che prevede lo sviluppo di programmi atti e idonei a garantire la salute del tossicodipendente detenuto e prioritariamente tesi a garantire la immediata presa in carico dei detenuti da parte del SerT, l’implementazione di specifiche attività di prevenzione e informazione, l’effettuazione delle indagini chimico-cliniche e sierologiche ritenute importanti a fini diagnostici e/o di screening, l’effettuazione di interventi specialistici per l’approfondimento diagnostico, la predisposizione di programmi terapeutici personalizzati, di trattamenti farmacologici sostitutivi e/o con antagonisti.
Alla luce delle suddette previsioni normative e al fine di garantire un livello assistenziale minimo ed efficace ai tossicodipendenti, si rende indispensabile dettare alcune linee guida essenziali da adottare nell’ambito dei circuiti penitenziari in cui si trovano ristretti tale tipologia di detenuti.
Nella trattazione si distinguerà tra istituti o sezioni di 1° livello, ove automaticamente allocare i detenuti tossicodipendenti che fanno ingresso in Istituto (sia nuovi giunti che provenienti da altri Istituti per motivi di giustizia, familiari, di studio, di sicurezza o altro) e istituti o sezioni di secondo livello denominati di custodia attenuata, ove l’allocazione o l’assegnazione del detenuto è subordinata a un preventivo esame da parte di un’apposita Commissione ed al previo consenso formale dell’interessato di adesione al programma di trattamento. L’assegnazione nella C.A. è, infatti, mirata ad uno specifico percorso socio-riabilitativo-trattamentale da attuare nei confronti di quei detenuti che hanno già mostrato un particolare ravvedimento e partecipazione all’opera rieducativi avviata nell’Istituto e di cui si prevede e si vuole agevolare il reinserimento nella società .
Nell’Allegato B) è riportato uno schema tipo di convenzione tra Il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e L’ASL territorialmente competente disciplinante l’organizzazione e le modalità operative della custodia attenuata, mentre nell’Allegato C) è presentato uno schema di contratto di adesione all’ingresso in c.a. da parte del detenuto tossicodipendente
4.2.4.2 Caratteri strutturali e organizzativi degli Istituti o sezioni di 1° livello
Locali ed attrezzature
L’Istituto metterà a disposizione del SerT idonei locali per un agevole ed efficace intervento degli operatori ai fini dello svolgimento dei programmi diagnostici, terapeutici e riabilitativi e ogni altra forma di attività concordata con la Direzione dell’Istituto. I locali saranno individuati in modo tale da favorire la funzionalità dei servizi e il rispetto delle esigenze di sicurezza.
Compatibilmente con le disponibilità strutturali dell’Istituto, il SerT disporrà di:
- locale adibito ad ambulatorio e locale ad uso ufficio dotato di armadio di sicurezza (per il depositi delle scorte di metadone, farmaci sostitutivi e antagonistici forniti dal SerT), classificatori per archivio, arredo minimo d’ufficio e telefono/fax passante dal centralino, nonché uso di personal computer e, ove disponibile, delle fotocopiatrici, con spesa a carico dell’amministrazione penitenziaria, nel limite della buona gestione della cosa pubblica e del generale criterio della massima economia;
- locali per incontri di gruppo e con familiari.
Il personale
Il personale è composto da quello appartenente al Presidio Tossicodipendenti e Alcooldipendenti (medico del presidio, infermiere e psicologo), gia passato alle dipendenze funzionali del Ser.T., dagli operatori del SerT (medico, infermiere, assistente sociale e psicologo) e dalle altre figure professionali specialistiche dell’ASL (es. psichiatra, infettivologo).
I giorni, le modalità e gli orari di presenza sono concordati con la Direzione dell’Istituto, secondo la normativa vigente.
Modalità operative: presa in carico
Il sanitario che effettua la visita medica di primo ingresso, svolta dal servizio di accoglienza sanitaria dell’istituto, ove rilevi che il detenuto è soggetto tossicodipendente o alcooldipendente, segnalerà immediatamente il caso al SerT al fine di favorire una tempestiva presa in carico del soggetto, assicurando così l’esame di problematiche urgenti (anche di tipo diagnostico Per es. ricerca dei cataboliti delle droghe nei liquidi biologici) e la necessaria continuità assistenziale. L’accertamento si basa sulla presenza di almeno uno degli elementi di cui all’art.1 del D.M. della Salute 12.7.90 n.186.
La segnalazione riguarda sia i soggetti provenienti dalla libertà (i cosiddetti “nuovi giunti”), sia quelli provenienti da altro istituto per trasferimento provvisorio, definitivo o in transito per motivi giudiziari e necessitanti di un intervento da parte del SerT.
La segnalazione al SerT dovrà essere fatta per iscritto e dovrà contenere anche l’indicazione dell’eventuale necessità di continuare una terapia farmacologica e/o sostitutiva e/o la richiesta di prestazioni specialistiche, diagnostiche e di laboratorio.
La segnalazione dovrà essere, inoltre, fatta all’Area Trattamentale dell’istituto e al CSSA territorialmente competente per quei detenuti tossicodipendenti o alcooldipendenti che necessitano d’interventi del servizio sociale.
La direzione comunicherà al SerT eventuali scarcerazioni, remissioni in libertà o proposte di misure alternative che interverranno a qualsiasi titolo a favore del detenuto.
Con la presa in carico del soggetto tossicodipendente o alcooldipendente, il SerT attiverà le seguenti procedure:
- primo contatto e valutazione della domanda;
- apertura della sezione informatica specifica della cartella clinica;
- formulazione ed avvio di un programma terapeutico, farmacologico e riabilitativo intramurario individualizzato;
- la prevenzione e il trattamento delle recidive e delle patologie correlate;
- eventuale proposte di ammissione a misure alternative.
I servizi del SerT
Ai soggetti in carico al SerT sono assicurati i seguenti servizi:
- visite mediche legate allo stato di tossicodipendenza e/o alcoooldipendenza e alle patologie correlate;
- formulazione della diagnosi di tossicodipendenza (visita, indagini chimico-cliniche e seriologiche ritenute importanti ai fini diagnostici e di screening, interventi specialistici necessari per l’approfondimento diagnostico);
- terapia farmacologica della sindrome di astinenza;
- trattamenti farmacologici con antagonisti, quando indicati, in particolare nella fase di avviamento e preparazione all’assistenza post-definitiva;
- terapia delle patologie correlate allo stato di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza;
- colloqui con lo psicologo e l’assistente sociale;
- incontri di gruppo;
- predisposizione di programmi terapeutici interni ed esterni individualizzati sulla base di una diagnosi multidisciplinare dei bisogni del detenuto;
- prevenzione, diagnosi e trattamento delle recidive;
- relazioni sullo stato clinico;
- aiuto per un reinserimento sociale.
Continuità terapeutica farmacologica e/o sostitutiva
Nell’ambito della primaria valutazione dei bisogni e delle richieste del detenuto, deve essere garantita ogni forma di continuità terapeutica farmacologica e/o sostitutiva.
A tal fine, il SerT provvede a somministrare al detenuto tossicodipendente direttamente, o in caso di assoluta urgenza, tramite il personale sanitario presente in istituto, i farmaci sostitutivi o antagonisti secondo un protocollo antiastinenziale elaborato dal SerT.
S’intende per urgenza ogni necessità sopravvenuta o al di fuori del normale orario di servizio ambulatoriale del SerT o altra necessità che per caratteri, tempi, e/o modalità d’espressione, debba essere considerata come tale e/o comunque diversa dalla normale attività ambulatoriale del SerT.
Attività diagnostiche
Le eventuali indagini cliniche e diagnostiche per l’accertamento dello stato di tossicodipendenza sono a cura del SerT, che vi provvede con le proprie strutture e con immediatezza.
Il DSP assicura l’assistenza sanitaria di base, le prestazioni sanitarie d’urgenza e le prestazioni specialistiche necessarie.
Approvvigionamento farmaceutico
Per il fabbisogno di farmaci (farmaci sostitutivi e/o antagonisti), lo scarico e il carico, la registrazione, la prescrizione e la somministrazione provvederà il SerT, fatti salvi i casi di urgenza precedentemente menzionati.
I farmaci sostitutivi e/o antagonisti saranno prelevati dal personale Sert operante all’interno dell’istituto penitenziario, accompagnato, per motivi di sicurezza, dal personale di polizia penitenziaria con la macchina di servizio.
I suddetti farmaci saranno conservati, unitamente al registro di carico e scarico fornito dal Sert, nell’armadio di sicurezza presente nell’ambulatorio dell’istituto penitenziario ove opera il personale sanitario del Sert.
Multidisciplinarietà degli interventi
Sarà compito del SerT curare il coordinamento con i SerT di provenienza del detenuto tossicodipendente o alcooldipendente, comunicando l’avvenuto ingresso in Istituto, la presa in carico, assumendo e fornendo ogni utile informazione per la elaborazione dei programmi terapeutici e le cure farmacologiche.
Sarà il SerT operante in Istituto a richiedere alla direzione l’autorizzazione a far accedere gli operatori dei SerT di provenienza, ove necessario, nonché assicurare, nell’ambito delle convenzioni di cui all’art.117 del D.P.R. 309/90, il collegamento e l’accesso delle Comunità Terapeutiche e delle strutture di recupero sociali di cui agli artt. 114, 115, e 116 del D.P.R. su citato.
Il SerT fornirà ogni utile informazione relativa alle condizioni cliniche del soggetto al DSP, nonché quelle relative al percorso terapeutico socio-riabilitativo agli operatori dell’area trattamentale da poter utilizzare per la realizzazione dei programmi individualizzati di trattamento e le relazioni di sintesi.
Una copia del programma terapeutico-farmacologico e socio riabilitativo, nonché le prestazioni sanitarie sono registrate una scheda sanitaria che è inserita nel diario clinico del detenuto che lo segue in caso di trasferimento dello stesso.
Gli operatori del SerT possono partecipare all’equipe trattamentali e/o multiprofessionali in veste di consulenti esterni ai sensi dell’Ordinamento Penitenziario.
Il Responsabile del SerT e la direzione dell’Istituto concordano periodici incontri, tra gli operatori penitenziari, quelli del SerT e degli altri enti e/o associazioni per integrare e formulare proposte operative per il miglioramento del servizio, per formulare una diagnosi multidisciplinare, il programma terapeutico individualizzato e prevedere ipotesi di scarcerazione o di ammissione alle misure alternative.
Gli operatori del SerT potranno visionare, per esigenze connesse all’attività professionale svolta, la documentazione sanitaria e il diario clinico del soggetto.
L’eventuale necessità di visionare gli atti relativi alla cartella biografica è subordinata alla preventiva autorizzazione della direzione. I dati e le informazioni sono strettamente vincolati al segreto professionale e d’ufficio.
In ogni momento dovrà essere garantito il massimo diritto di rispetto della privacy sulle condizioni di salute e l’accesso al materiale sanitario è di esclusiva competenza del personale medico e paramedico che ne cura la tenuta e la conservazione. Ogni qualvolta vi sia un’esigenza diversa, il detenuto deve dare il proprio consenso scritto alla visione della cartelle/diario clinico.
I programmi terapeutici
Il SerT, congiuntamente agli operatori trattamentali penitenziari, elabora un programma terapeutico interno e uno esterno.
Il programma interno, fondato su incontri terapeutici con gli esperti psico-socio-riabilitativi, deve prevedere l’inserimento e la partecipazione del soggetto a tutte le attività lavorative, sportive, culturali, ricreative, scolastiche e professionali organizzate in Istituto. Particolare attenzione sarà rivolta ai rapporti con la famiglia. L’equipe multidisciplinare potrà proporre l’avvio del soggetto presso gli Istituti penitenziari di custodia attenuata qualora tale inserimento sia funzionale al percorso trattamentale del soggetto stesso.
Il programma terapeutico esterno è finalizzato alla prosecuzione del trattamento già avviato nell’Istituto ed è elaborato quando il soggetto sia uscito dal carcere o sia stato ammesso alle misure alternative esterne.
Saranno potenziati i contatti con la famiglia, il SerT di residenza, il CSSA e i servizi sociali interessati al fine di prevenire ricadute del soggetto e favorire la continuità terapeutica fuori dall’Istituto.
Una particolare ed innovativa modalità di realizzazione dei programmi terapeutici potrà attuarsi con la realizzazione di Istituti o Sezioni a “Custodia Attenuata”. Nell’Allegato “A” si propone una possibile ipotesi progettuale.
Formazione e informazione
Il SerT e la Direzione dell’Istituto Penitenziario fissano uno o più incontri con i detenuti per la informazione sui problemi della salute in attuazione del D.M 21.4.2000.
Oggetto degli incontri saranno le problematiche relative alla
tossicodipendenza e patologie correlate, alcooldipendenza, salute mentale e
disagio sociale, prevenzione della salute in ambito penitenziario ed esterno.
4.2.4.3 Istituti o sezioni di custodia attenuata
Premessa
Gli interventi degli operatori dei Ser.T. negli Istituti Penitenziari prevedono un’attività tesa a definire programmi trattamentali e riabilitativi, tra cui l’inserimento nelle Comunità Terapeutiche.
Pur non disconoscendo l’utilità di questa tipologia di intervento, è necessario ed utile pensare ad un approccio complementare da non considerarsi alternativo all’invio in C.T., ma propedeutico ad esso e direttamente riabilitativo: l’istituzione di un circuito penitenziario a custodia attenuata.
Il crescente numero di detenuti tossicodipendenti presenti negli Istituti pone all’Amministrazione Penitenziaria problemi non indifferenti di gestione, sia per la loro particolare strutturazione di personalità, sia per la necessità di attuare un’attività trattamentale diversa, specifica e più individualizzata, atta a mettere a disposizione del tossicodipendente elementi e stimoli per un processo terapeutico-riabilitativo, nonché tesi ad evitare tentativi autolesionistici, messi in atto il più delle volte per richiamare l’attenzione sul proprio caso.
Il carcere, in quanto struttura deputata a preservare la società esterna, pur nella sua forma totalitaria e coercitiva, può comunque fornire al tossicodipendente l’opportunità per poter riflettere sulla propria condizione.
E’, dunque, compito dell’operatore accogliere la domanda d’aiuto del tossicodipendente, guidarlo, condurlo e stimolarne la volontà a farsi aiutare, anche se ciò potrà passare attraverso eventuali rifiuti.
E’ perciò necessario prevedere due fasi di intervento:
1) la prima, diretta a tutti i detenuti tossicodipendenti, che assicuri il diritto alla salute e all’informazione necessaria e che si può definire di contatto e di dialogo. In questo primo momento si favorisce un adeguato livello di conoscenza sia da parte degli operatori che dell’interessato;
2) la seconda, rivolta all’individuazione di possibili programmi di trattamento.
Sulla scorta di tali considerazioni e dalla necessità imprescindibile di operare congiuntamente ed in sintonia tra tutti coloro che entrano in relazione con il tossicodipendente, l’Amministrazione Penitenziaria e le AASSLL territorialmente competenti, in conformità a quanto disposto dalla normativa vigente, propongono di realizzare in Abruzzo una struttura a custodia attenuata, utilizzando una apposita sezione o istituto, che offra l’occasione di attuare un adeguato e mirato percorso terapeutico-riabilitativo.
La sezione o la struttura penitenziaria a C.A. si prefigge due finalità sostanziali:
a non peggiorare il soggetto, offrendo un luogo detentivo dove il giovane non subisca influenze negative e dove si vada verso il superamento di stili di vita e di comportamenti tipici degli ambienti devianti;
b avviare un progetto di recupero delle potenzialità di ciascun utente, fornendo strumenti di riflessione capaci di stimolare il cambiamento, nonché riattivare un rapporto costante e costruttivo tra il soggetto ed il suo sociale esterno (famiglia, lavoro, C.T., Ser.T., ecc.).
4.2.4.5 - Schema degli elementi qualificanti il circuito della
C.A.
A) Caratteristiche strutturali
- Autonomia gestionale
- Capienza contenuta
-Spazi adeguati
B) Caratteristica dell’utenza
- Problematiche di dipendenza da sostanze
- Volontarietà
- Età
- Appartenenza al territorio
- Stato psicofisico
- Bassa pericolosità sociale
- Posizione giuridica
C) Caratteristiche dell’organizzazione intramuraria
- Selezione utenti
- Sottoscrizione del contratto
- Tempi e spazi da autoregolamentare
- Orari di vita quotidiana
- Controlli
- Assenza di bevande alcoliche
- Uso solo terapeutico di psicofarmaci
D) Programmazione delle iniziative da realizzarsi con la Comunità esterna
- Pianificazione istituzionale
- Partecipazione del sociale esterno
E) Caratteristiche delle attività trattamentali
- Lavoro
- Attività scolastiche e culturali
- Attività formative
- Attività sportive e ricreative
- Attività terapeutiche psico-riabilitative
F) Caratteristiche del personale
- Numero
- Figure professionali presenti
- Integrazione
- Volontarietà
- Formazione
CARATTERISTICHE STRUTTURALI
Da un punto di vista strutturale, la sezione o l’istituto in questione deve essere conformata alle esigenze di una custodia attenuata, nonché alle esigenze delle attività trattamentali e terapeutiche socio-riabilitative che si intendono privilegiare in essa d’intesa tra l’Amministrazione Penitenziaria e l’ASL competente, con la partecipazione degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari e della comunità locale. Ampi spazi dovranno, pertanto, essere riservati per le attività trattamentali, formative, occupazionali, espressive e ludiche, per le attività terapeutiche e socio-riabilitative, individuali e collettive, fra loro interagenti, coordinate ed integrate. Gli spazi personali del detenuto e relativi all’organizzazione della vita quotidiana (camere detentive, spazi per socialità, sale colloqui, cucina, refettorio, etc.) dovranno avere, per quanto possibile, aspetti di normalità, di vita sociale ordinaria e, soprattutto, prevedere l’eliminazione di qualsiasi riferimento alla “diversità”. Anche le sale colloqui saranno approntate con criteri adeguati alle finalità prefissate, dunque, arredate senza vetri divisori, così da agevolare la creazione di un clima diverso negli incontri con i familiari e da poter essere utilizzate anche per esigenze terapeutico-riabilitative e/o trattamentali..
É essenziale poter disporre di stanze per i colloqui individuali e di gruppo con gli operatori interni ed esterni, nonché ambienti da destinare ad attività quali: aule scolastiche, biblioteca, campo sportivo, sale polivalenti, etc.. Sarebbe, inoltre, opportuno poter avere a disposizione una sala teatro, una palestra e spazi verdi annessi alle strutture in oggetto. I sistemi di sicurezza sono garantiti con modalità tali da non interferire con la prevalente funzione terapeutico-riabilitativa e di recupero sociale della struttura, nella quale la stessa relazione personale penitenziario-detenuti assume una connotazione qualitativamente diversa, essendo il personale di polizia penitenziaria parte attiva, insieme agli altri operatori, del processo di responsabilizzazione del soggetto. L’approccio al detenuto, in tale struttura, presuppone un modello operativo d’intervento ad ampio raggio, che così concretizza la necessaria collaborazione tra la struttura penitenziaria e la rete dei servizi socio-sanitari e riabilitativi, deputati per legge alla cura, riabilitazione ed al reinserimento sociale dei tossicodipendenti.
CARATTERISTICHE DEL PERSONALE
Nella struttura a C.A. opera una équipe integrata composta da:
- Direttore dell’Istituto, che la presiede e che è responsabile del programma di trattamento individualizzato ex art. 13 L. 354/75 e della gestione complessiva della struttura;
- Coordinatore del Ser.T. della ASL territorialmente competente, responsabile del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato il quale procede all’elaborazione del programma stesso, avvalendosi allo scopo degli operatori del Ser.T. addetti e delegati;
- Operatori penitenziari addetti e delegati;
- Operatori del Ser.T. addetti e delegati;
- Operatori degli Enti Locali addetti e delegati;
- Operatori degli Enti Ausiliari, del Volontariato, dei soggetti sociali coinvolti.
Gli esiti di tali interventi, nonché ogni altro elemento utile nel corso della sua attuazione, sono trasmessi dal Coordinatore del Ser.T. al Direttore dell’Istituto che provvede ad integrare con tali elementi il programma di trattamento individualizzato e/o la relazione di sintesi.
Appartiene all’equipe dell’Istituto, integrata dagli operatori del territorio, provvedere alla definizione e gestione del progetto complessivo ed a garantire l’esercizio delle funzioni di cui a seguito:
- la presa in carico del soggetto;
- ’elaborazione e gestione del programma di trattamento ex art. 13 L. 354/75;
- l’attivazione ed il coinvolgimento delle famiglie, là ove è possibile ed opportuno, nel programma trattamentale individualizzato;
- l’attivazione di tutte le risorse disponibili negli Enti pubblici e sul territorio ed al coinvolgimento delle strutture, pubbliche e private, utili e disponibili al perseguimento degli obiettivi che presiedono l’intervento nella struttura;
- il necessario collegamento con la Magistratura di Sorveglianza e con le altre Autorità Giudiziarie.
SELEZIONE DEGLI UTENTI E PERCORSO TERAPEUTICO
La specifica finalità terapeutica a custodia attenuata esige che siano prese in considerazione due criteri di base:
- accurata selezione dei soggetti tossicodipendenti che siano particolarmente motivati al recupero;
- Volontarietà del detenuto tossicodipendente ad accedere a tale opportunità ed a conformarsi alle regole di vita propria del progetto.
Una fase preliminare alla selezione è quella di fornire ai detenuti tossicodipendenti informazioni sulla possibilità di usufruire di questo tipo di esperienza detentiva e degli impegni che essa comporta.
La selezione dei detenuti che dovranno accedere alle strutture a custodia attenuata avverrà ad opera delle equipe di osservazione e trattamento degli Istituti invianti, in collaborazione con il SERT competente e ad opera della “equipe integrata” ( cioè operatori penitenziari, più operatori del SERT, operatori del Presidio per Tossicodipendenti e dal Magistrato di Sorveglianza) operante nella struttura stessa. Questo duplice passaggio dovrebbe garantire una selezione il più possibile mirata, tendente a ridurre i rischi di strumentalizzazione spesso attuati da questa tipologia di detenuti.
La selezione è rivolta ad individuare una tipologia di utenza, le cui caratteristiche principali sono le seguenti:
- Età dei detenuti, compresa preferibilmente tra i 18 e 30 anni;
- Posizione giuridica: detenuti preferibilmente definitivi o già condannati in primo grado con specifica attenzione ai soggetti alla prima esperienza detentiva;
- Avvenuta disintossicazione;
- Basso indice di pericolosità sociale desumibile da elementi derivanti dalla conoscenza delle caratteristiche del soggetto e, all’occorrenza, da elementi oggettivi quali: il fine pena, il titolo di reato commesso, nonché dalla pena da scontare anche quale residuo, i precedenti, la presenza di segnalazioni significative a livello disciplinare, etc.;
- Territorialità: detenuti tendenzialmente provenienti dal distretto regionale ove è situata la struttura stessa.
Ai soggetti selezionati verrà sottoposto, nell’ambito del colloquio d’ingresso, il progetto della struttura, le norme di comportamento che essi devono impegnarsi a rispettare e il contratto relativo al programma psico-socio-riabilitativo predisposto in base ad un modello-tipo approvato dall’Amministrazione Penitenziaria Centrale. Il soggetto dovrà prendere atto ed impegnarsi, secondo quanto il contratto stabilisce con formale sottoscrizione, ad aderire a quanto indicato e a quanto il progetto propone, specie in merito agli obiettivi terapeutico-trattamentali.
FORMAZIONE DEL PERSONALE
L’attuazione del trattamento penitenziario individualizzato centrato sugli specifici bisogni e problemi del detenuto tossicodipendente, nonché del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato, necessitano di personale adeguatamente preparato e motivato, così come previsto dall’art.135, comma 3, DPR 309/90.
Pertanto, per il personale che opera nelle strutture a custodia attenuata, è previsto corsi di formazione professionale gestiti in collaborazione tra la scuola di formazione del personale del D.A.P., della ASL e degli Enti Locali, aperti agli operatori degli Enti Ausiliari coinvolti nel progetto.
Per quanto attiene al personale penitenziario, lo stesso è selezionato preferibilmente tra i giovani agenti più motivati e sensibili ad un lavoro di tipo trattamentale, provenienti dalla Scuola di Formazione del D.A.P. .
I suddetti Corsi prevedono, mediante appositi stage, la formazione congiunta del personale penitenziario e degli operatori e del territorio che lavorano in Istituto, così da creare, già in fase formativa, una base culturale ed operativa comune.
VERIFICA DELL’ESPERIENZA NELLA STRUTTURA A CUSTODIA ATTENUATA
Particolare attenzione è posta dai soggetti partecipi del progetto alla verifica dello stato di attuazione degli interventi in atto, procedendo periodicamente, avvalendosi allo scopo del Comitato di cui all’art.2 della Convenzione.
Per concludere, appare importante ricordare che per ciò che concerne l’organizzazione dell’attività interne, sia lavorative che psicoterapiche, dei colloqui con gli operatori, della strutturazione dei gruppi terapeutici, delle riunioni organizzative, degli incontri con i familiari, degli incontri con i SERT di appartenenza, delle uscite libere, delle visite in Comunità Terapeutica, delle misure alternative, etc. saranno formulate in una successiva stesura, al momento dell’attivazione dell’istituto della custodia attenuata.
4.2.5 Le patologie infettive con particolare riferimento all’infezione da HIV e la cura delle patologie correlate
Le malattie infettive costituiscono un problema rilevante in tutte le comunità chiuse ed in particolare assumono una rilevanza notevole nelle condizioni che si determinano all’interno delle comunità penitenziarie, dove si verificano situazioni abitative, alimentari e comportamentali che facilitano la diffusione e l’acquisizione delle stesse.
Inoltre, l’eterogeneità della provenienza della popolazione detenuta costituisce un rischio rilevante per l’importazione e la successiva diffusione di patologie non presenti o non più attuali e comuni nel nostro Paese.
Va inoltre considerata la difficoltà di inquadramento e di attribuzione etiologica di segni e sintomi che entrano nella diagnosi differenziale delle malattie infettive, ma che potrebbero essere determinati da altri fattori, tra cui vanno ricordati l’abuso di sostanze e la simulazione.
L’analisi delle patologie infettive più frequentemente segnalate all’interno della struttura penitenziaria indicano che:
- la presenza massima di infezioni è determinata dalle epatiti virali non A e dall’infezione da HIV in diversi stadi di evoluzione;
- le malattie più frequenti in carcere sono la scabbia, la dermatofitosi, la pediculosi, l’epatite A e la tubercolosi;
- le sintomatologie associate ad etiologie infettive sono febbre e diarrea.
L’analisi del tempo di incubazione e delle modalità di trasmissione delle patologie sopra riportate fornisce informazioni ai fini della definizione degli interventi necessari.
Le patologie del gruppo a) sono prevalentemente acquisite al di fuori del carcere, anche se casi di trasmissione potrebbero verificarsi durante la detenzione attraverso, scambio di siringhe e rapporti sessuali, procedure di tatuaggio taglienti, ecc.
Le patologie del gruppo b) sono prevalentemente acquisite in carcere per trasmissione persona-persona a seguito dell’ingresso nel sistema di un soggetto infetto/infestato (con o senza segni e sintomi di infezione al momento dell’ingresso).
Le malattie infettive del gruppo c) possono essere prevalentemente correlate nel primo caso alla circolazione all’interno della comunità penitenziaria di influenza ed altre infezioni respiratorie acute a carattere epidemico, e nel secondo a problemi legati all’igiene dell’alimentazione, inclusa la conservazione di cibi all’interno delle celle.
Al fine di prevenire fenomeni a carattere endemico all’interno di un istituto penitenziario, è necessario ottimizzare le procedure già esposte nel paragrafo relativo alla prevenzione.
Per quanto riguarda la infezione da HIV e le patologie ad essa correlata, è utile individuare un strategia operativa che sia finalizzata al controllo della malattia in tutte le sue fasi evolutive.
In particolare, sarà necessario una interazione tra il DSP e l’unità operativa di Malattie Infettive territorialmente competente, per assicurare al paziente detenuto tutte le prestazioni diagnostico-terapeutiche indicate dai protocolli attualmente operativi.
Gli istituti penitenziari, nel cui territorio non è presente l’unità operativa di Malattie Infettive, interagiranno con il nosocomio civile idoneo territorialmente più vicino o comunque incidente nell’ASL di riferimento.
4.2.6 Le attività di riabilitazione
Le condizioni di prevalente immobilità proprie della detenzione, nonché gli stati di invalidità e cronicità determinati da eventi morbosi interni o esterni alla condizione detentiva, richiedono la predisposizione di programmi mirati che prevedono un approccio multidisciplinare al paziente e l’integrazione di interventi di diverse professionalità (sanitarie, educative e sociali) avendo sempre e comunque a riferimento l’unitarietà della persona e il principio della continuità e della integrazione dei trattamenti sanitari.
Le varie prestazioni di riabilitazione vengono erogate all’interno di spazi adeguatamente attrezzati; negli istituti penitenziari dove è presente, allo stato, un servizio già attivo di fisiocinesiterapia, vengono individuate le risorse professionali e strumentali già esistenti, prevedendo eventuali integrazioni necessarie all’erogazione delle prestazioni standard minimali.
Negli istituti dove non è attivo il servizio di fisiocinesiterapia e soprattutto dove è problematico realizzare idonee strutture per l’attivazione del servizio stesso, si prevede un centro di raccordo con l’ASl territorialmente competente, per concordare modalità operative di erogazione, che verranno effettuate presso gli ambulatori territoriali.
Ciò avverrà attraverso corsie preferenziali di prenotazione, mirate a garantire le norme di sicurezza previste dall’ordinamento penitenziario in materia di traduzione all’esterno dell’istituto.
4.2.7 La tutela della salute della donna e la salvaguardia del diritto di maternità
Negli istituti penitenziari dove è presente la sezione femminile (Casa Circondariale di Teramo e Pescara), è necessario prevedere l’erogazione di prestazioni sanitarie rivolte alla tutela della salute della donna.
Nello specifico è necessario il coinvolgimento di tutti quei servizi sanitari e sociali che vengono garantiti nello stato di libertà, attraverso i consultori familiari.
Inoltre è di fondamentale importanza potenziare gli asili nido esistenti nelle strutture penitenziarie della Regione (Casa Circondariale di Teramo), per garantire alle donne in stato di detenzione il diritto alla maternità.
4.2.8 La tutela della salute dei detenuti disabili e portatori di handicap
I detenuti disabili e/o portatori di handicap, devono essere tutelati all’interno delle strutture penitenziarie soprattutto fornendo loro i presidi di cui necessitano, nonché tutte le prestazioni riabilitative necessarie.
E’ opportuno evitare che siano allocati in istituti dove la presenza di barriere architettoniche, rappresenti un limite alla loro integrazione nella vita di relazione.
A tal proposito è bene sottolineare che l’Amministrazione
Penitenziaria ha fornito indirizzi per costituire moduli per disabili, mirati
ad accogliere detenuti a cui è possibile fornire le prestazioni standard
minimali, garantendo comunque fruizione degli spazi e delle attività in comune
con gli altri detenuti.
4.2.9 L’assistenza sanitaria alle persone immigrate detenute
La popolazione immigrata detenuta ha subito, nell’ultimo decennio, un incremento sostanziale legato anche alla presenza di frange di criminalità proveniente dagli ambienti degli immigrati.
Molti di questi soggetti vengono a contatto per la prima volta nella loro vita con un sistema sanitario organizzato, solo all’ingresso in un istituto penitenziario.
E’ quindi necessario che le conoscenze circa le condizioni di salute della popolazione immigrata detenuta vengano al più presto approfondite, tramite indagini conoscitive adeguate.
Per fare ciò è quindi necessario:
1) conoscere i reali bisogni di carattere sanitario della popolazione immigrata detenuta;
2) rendere fruibili le risorse sanitarie esistenti;
3) adottare i programmi di prevenzione esistenti per le malattie trasmissibili in carcere tenendo conto della specificità della persone immigrate detenute.
Come previsto dall’art. 1 comma 5 del D.Lgs.vo n 230/99, gli
stranieri, compresi gli extracomunitari in regola e non con il permesso di soggiorno in Italia, limitatamente al
periodo in cui sono detenuti o internati negli istituti penitenziari, sono
iscritti al SSN, per cui hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di
diritti al pari dei cittadini liberi e ad essi vanno garantite tutte le
prestazioni sanitarie erogate dall’ASL alla popolazione detenuta. Per superare
le difficoltà conseguenti alla mancata conoscenza della lingua, si dovrà
ricorrere ai mediatori culturali
presenti negli istituti penitenziari.
4.2.10 La tutela della salute mentale
E’ ormai riconosciuta a livello internazionale l’esistenza di un disagio psichico maggiore e diffuso negli istituti penitenziari.
Allo stato non esistono stime epidemiologiche attendibili, ma l’esperienza dei medici psichiatri che operano negli istituti da tempo evidenzia il problema, sollecitando più mirati interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali.
Le patologie psichiatriche prevalenti negli istituti penitenziari sono i disturbi psicotici, depressivi e nevrotici, nonché gli atteggiamenti autodistruttivi e i disturbi della personalità, con conseguente alto numero di eventi autolesionistici a scopo prevalentemente dimostrativo.
A scopo esemplificativo si riportano, nella seguente tabella, i dati relativi agli eventi critici verificatisi nel corso dell’anno 2001 nell’ambito della regione Abruzzo.
Tab. n. 5 – Eventi critici verificatisi nell’anno 2001
ISTITUTO |
Autolesionismo |
Tentato suicidio |
Suicidi |
Deceduti |
Ferimenti |
Incendi |
Sciopero della fame |
Astensione dal lavoro |
Rifiuta della terapia o del vitto |
Totale eventi critici |
AVEZZANO |
19 |
0 |
0 |
0 |
9 |
1 |
3 |
0 |
0 |
32 |
CHIETI |
9 |
0 |
0 |
0 |
13 |
0 |
9 |
0 |
1 |
32 |
LANCIANO |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
2 |
0 |
3 |
L’AQUILA |
49 |
6 |
0 |
1 |
10 |
0 |
20 |
2 |
41 |
129 |
PESCARA |
6 |
2 |
0 |
0 |
47 |
0 |
18 |
0 |
0 |
73 |
SULMONA |
16 |
3 |
0 |
0 |
12 |
0 |
41 |
1 |
1 |
74 |
TERAMO |
85 |
10 |
1 |
0 |
18 |
8 |
51 |
3 |
19 |
195 |
VASTO |
33 |
5 |
1 |
0 |
0 |
0 |
72 |
0 |
2 |
113 |
TOTALE |
217 |
26 |
2 |
1 |
109 |
9 |
215 |
8 |
64 |
651 |
La promozione e la tutela della salute mentale negli istituti penitenziari vanno considerati come obiettivi che, nell’immediato e in ogni caso, il Servizio Sanitario Nazionale deve porsi, non solo ai fini più strettamente sanitari, ma anche ai fini della sicurezza degli istituti stessi.
Un’adeguata assistenza psichiatrica in carcere si ritiene possa essere assicurata da una équipe composta dalle varie figure professionali già operanti attualmente negli istituti penitenziari, coadiuvati dal personale dei Servizi psichiatrici territorialmente competenti.
Le ASL cureranno periodici corsi di formazione ed aggiornamento degli operatori, rivolti anche al personale di polizia penitenziaria, al fine di fornire indirizzi utili e risposte comportamentali più idonee sia rispetto agli stati psicologici in generale che, più in particolare, rispetto alle possibili situazioni critiche o di urgenza.
Per ogni detenuto in trattamento psichiatrico vi sarà una presa in carico personalizzata con la dotazione di un modulo di cartella psichiatrica del DSM (in aggiunta al diario clinico ordinario) che sarà curato ed aggiornato dallo specialista psichiatra.
In caso di trasferimento ad altro Istituto Penitenziario, detta cartella psichiatrica seguirà il detenuto quale allegato al diario clinico.
Tutti gli Istituti devono disporre, proporzionalmente al numero dei ristretti, di ambienti idonei allo svolgimento di attività di relazioni aperte (es. laboratorio di attività di arte terapia) da riservarsi a quei soggetti psicotici con prognosi positiva ad un progetto riabilitativo, individuati sulla base sia delle valutazioni cliniche dello specialista psichiatra, sia su indicazione dei servizi psichiatrici territoriali che lo avevano in carico prima della detenzione.
E’ necessaria una cooperazione tra il Dipartimento della Sanità Penitenziaria Regionale e il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Abruzzo nella determinazione delle sedi di assegnazione di detenuti affetti da disturbi mentali, per i quali va evitato il più possibile l’allontanamento eccessivo dal territorio di appartenenza, in modo da consentire il mantenimento dei rapporti già instaurati con i servizi territorialmente competenti.
A tal fine sarà cura dello specialista psichiatra della struttura penitenziaria. segnalare alla Direzione dell’Istituto, i nominativi dei detenuti per i quali sia consigliabile, fatti salvi i motivi di ordine giuridico, un'assegnazione viciniore al luogo di residenza, evitando così il più possibile l'interruzione delle prestazioni erogate dall’ente territoriale di competenza (CIM), cosa che, seppur valida per qualsiasi detenuto, per il soggetto affetto da disturbi mentali è sicuramente determinante all’ottenimento di uno stato di compenso psichico adeguato.
L’équipe psichiatrica opera in collaborazione con l’area trattamentale dell’Istituto penitenziario, attraverso periodici incontri nell’interesse del miglior trattamento del detenuto e di una integrazione con l’istituzione.
4.2.11 L’assistenza farmaceutica
Le aziende USL garantiscono l’erogazione di farmaci e presidi medico-chirurgici, attraverso la farmacia ospedaliera competente per territorio.
Al personale medico operante nella struttura penitenziaria viene dato in dotazione il ricettario regionale, per la prescrizione di farmaci non erogabili dalla farmacia ospedaliera.
Ogni istituto penitenziario sarà dotato di un armadio farmaceutico.
L’approvvigionamento avverrà utilizzando la modulistica in dotazione presso gli altri servizi dell’Azienda USL.
I farmaci inclusi nella tabella I saranno conservati e somministrati secondo le procedure legislative in vigore.
5. I MODELLI ORGANIZZATIVI
Per uniformare l’organizzazione dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari, viene istituito a livello Regionale, presso la Direzione Sanità, una struttura con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo, denominata SERVIZIO DI MEDICINA PENITENZIARIA, diretta da un Dirigente Medico, così articolata:
1) Ufficio
Prevenzione ambientale e sanitario, formazione del personale, educazione
sanitaria il cui responsabile sia un Funzionario Medico;
2) Ufficio tutela della salute femminile e dei minori alla cui responsabilità sia preposto un Funzionario Medico.
Ogni AUSL (come previsto dal Decreto del Ministero della Sanità del 21.04.2000 pubblicato sulla G.U. n. 120 del 25.05.2000) attua quanto segue:
- istituisce nel proprio ambito una struttura organizzativa complessa;
- la differenzia in rapporto alla tipologia e alla consistenza dell’istituto o degli istituti penitenziari incidenti nel proprio territorio;
- eroga le prestazioni assistenziali, attraverso un volume di risorse professionali, tecnologiche e strutturali tali da configurarne l’autonomia organizzativa;
- fornisce risposte adeguate alle specifiche e particolari esigenze assistenziali della popolazione detenuta
Per l’istituzione della struttura complessa, si applica la seguente direttiva:
a) la ASL nel cui
ambito trovasi uno o più istituti penitenziari con una popolazione complessiva fino a 200 detenuti, istituisce un DISTRETTO SANITARIO PENITENZIARIO (DSP);
b) la ASL nel cui
ambito trovasi uno o più istituti penitenziari con una popolazione complessiva
superiore a 200 detenuti, istituisce l’UNITA’
OPERATIVA PENITENZIARIA MULTIPROFESSIONALE, ovvero un DIPARTIMENTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI;
c) la ASL nel cui
ambito trovasi un istituto penitenziario provvisto di sezione femminile,
istituisce il DIPARTIMENTO PER LA TUTELA
DELLA SALUTE DEI DETENUTI, con almeno una unità operativa multidisciplinare
per la tutela della salute della donna;
d) la ASL nel cui ambito
trovasi un istituto penitenziario minorile, istituisce il DIPARTIMENTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI, con almeno
una unità operativa multidisciplinare per la tutela della
salute dei minori.
L’incarico di direzione di ogni singola struttura, è assegnato dal Direttore Generale della ASL, secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, utilizzando, al momento dell’istituzione della struttura stessa, le risorse professionali già operanti all’interno degli istituti penitenziari e che abbiano svolto l’incarico di dirigenza dei servizi sanitari penitenziari.
Inoltre l’organizzazione interna, sia in termini di dotazione organica che di organizzazione funzionale, sarà definita in sede ASL dal Direttore Generale, su proposta del relativo Dirigente.
In ogni caso, indipendentemente dai modelli organizzativi su mensionati, l’Azienda Sanitaria Locale deve garantire, in analogia con quanto previsto per i cittadini in stato di libertà, l’attività assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, attraverso il coordinamento operativo e l’integrazione professionale tra le varie figure e le varie strutture operative del Servizio Sanitario Nazionale.
6. IL RICOVERO NELLE UNITA’ OPERATIVE DI DEGENZA
Il ricovero in una unità operativa di degenza esterna al carcere è previsto per la cura degli stati acuti di malattia dei soggetti detenuti.
Per evidenti ragioni di sicurezza, è necessario limitare il ricorso al ricovero esterno ai soli casi necessari, anche se in nessun caso le ragioni della sicurezza possono mettere a rischio la salute e la vita dei detenuti.
In ogni ASL si individua un nosocomio civile presso cui istituire una stanza di degenza “protetta” ove allocare il detenuto degente, dotato almeno di unità di terapia intensiva e unità coronaria.
In caso di urgenza clinica conclamata, il detenuto deve essere ricoverato nel nosocomio civile territorialmente incidente nella sede dell’istituto penitenziario, assicurando la sicurezza del detenuto direttamente nel reparto di degenza ordinario.
Si fa riferimento alla normativa vigente per il ricovero dei malati affetti da patologia correlata all’infezione da HIV.
7. CONCLUSIONI
Il presente progetto obiettivo, come previsto dall’art. 5 comma 5 del D. Lgs 22 giugno 1999 n. 230, trova attuazione nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, di cui è parte integrante, in quanto prevede specifici progetti di intervento in materia di assistenza sanitaria nei confronti dei detenuti ristretti negli istituti penitenziari della Regione Abruzzo.
Il presente provvedimento deve essere sottoposto alla ratifica della Giunta Regionale
Dott. Giovanni CARUSI |
____F.to_________________________________ |
Dott. Stefano GIOVANNOLI |
____F.to _________________________________ |
Dott. Ing. Dante Carlos SALCE |
____F.to _________________________________ |
Dott. Franco PETTINELLI |
____F.to _________________________________ |
Dott. Massimo FORLINI |
___ F.to _________________________________ |
Dott. Francescopaolo SARACENI |
____F.to ________________________________ |
Dott. Ercole RANALLI |
____F.to _________________________________ |
Dott. Pietro D’EGIDIO |
___F.to _________________________________ |
Dott.ssa Rossana CASSIANI |
___F.to _______________________________ |
Sig. Roberto ANGELUCCI |
___F.to ______________________________ |
Dott.ssa Manuela DI GIACOMO |
____F.to _______________________________ |
Pescara, 30/05/2002
V° |
V° |
L’Assessore alla Sanità |
Il Provveditore Amm.ne Penitenziaria |
Regione Abruzzo |
Regione Abruzzo-Molise |
Dr Arturo Stuart |
Dir. Gen. dr Raffaele Iannace |
_____F.to__________________ |
____F.to______________ |
Pescara, 31/05/2002
ALLEGATO A
Schede di sorveglianza
per le malattie infettive
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER MENINGITE / MENINGOENCEFALITE DA
CASO o sospetto o confermato di ________________________________________
Medico che segnala il caso ____________________________ Tel.__________________
Data della segnalazione ____________________________________________________
STRETTAMENTE RISERVATO
(Se il
caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)
COGNOME _______________________________ NOME _______________________
sesso M F Luogo e data di nascita _______________________________________
residenza _________________________ domicilio abituale ________________________
scuola frequentata _________________________________________________________
titolo di studio ___________________________ professione
IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.
Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.
NOTIZIE CLINICHE
Data inizio malattia
_________________ luogo inizio sintomi_______________________________
Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Indagini
per isolamento virale/batterico
|
data prelievo |
data invio |
isolamento di: |
feci/tampone rettale 1: |
__ __/__ __/__ __ |
__ __/__ __/__ __ |
_____________________________ |
feci/tampone
rettale 2: |
__ __/__ __/__ __ |
__ __/__ __/__ __ |
_____________________________ |
|
data prelievo |
data invio |
titoli anticorpali (specificare) |
siero 1*: |
__ __/__ __/__ __ |
__ __/__ __/__ __ |
__________________________ |
siero 2: |
__ __/__ __/__ __ |
__ __/__ __/__ __ |
__________________________ |
siero 3**: |
__ __/__ __/__ __ |
__ __/__ __/__ __ |
__________________________ |
*fase
acuta; **convalescenza (15-30 giorni dall’inizio della sintomatologia)
|
data prelievo |
globuli rossi |
globuli bianchi |
% linfociti |
glucosio |
proteine |
liquor 1: |
__ __/__ __/__ __ |
__________ |
__________ |
__________ |
__________ |
__________ |
liquor 2: |
__ __/__ __/__ __ |
__________ |
__________ |
__________ |
__________ |
__________ |
Ø
esami elettrodiagnostici: NO
SI tipo
________________________________allegare referto
Ø
risultati
tipizzazione virale batterica: ______________________________________________________________________________
Commenti ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Ø
esame autoptico: NO SI Istituto
_________________________________________________
materiale |
data prelievo |
risultati |
_________________________ |
__ __/__ __/__ __ |
________________________________ |
_________________________ |
__ __/__ __/__ __ |
________________________________ |
_________________________ |
__ __/__ __/__ __ |
_______________________________ |
1.
Contatti con casi
analoghi nei giorni precedenti l’inizio della malattia:
NO SI
specificare____________________________________________________________
2.
Sintomatologia in altri componenti del nucleo
familiare? NO SI
Specificare nominativo ed
età___________________________________________________________
3.
Casi simili in: Scuola NO SI
specificare
____________________________
Lavoro NO
SI
specificare
________________________________
Vicinato NO
SI
specificare
______________________________
Comunità NO
SI
specificare ______________________________
4.
Malattie in atto (otite media acuta, polmonite, ecc.)
___________________________________
5.
Malattie preesistenti (immunodeficienza,
diabete, etilismo, ecc.)
_______________________
6.
Interventi neurochirurgici (fratture cranio, ecc) ________________________________________
7.
Ha effettuato la
vaccinazione nei confronti del germe responsabile della
meningite?
NO SI
I° dose ______________ II° dose
_______________ III° dose ______________________
8.
E’ stato morso
da un animale? NO SI
specificare ________________________________
9.
E’ stato punto da insetti? NO SI
specificare ________________________________________
10.
L’approvvigionamento di acqua potabile è di tipo _______________________________
_______
11.
Ha effettuato viaggi/permanenza in Stati Esteri?
NO SI specificare_______________________________________________________________
12.
Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare grado di parentela
ed età) __________________
_____________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________
(contatti stretti: persone che convivono con Il caso o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al giorno; sono contatti stretti tutti i membri della famiglia che vivono sotto lo stesso tetto.
Per ciascun soggetto specificare la comunità interessata e i provvedimenti adottati (sorveglianza sanitaria, chemioantibioticoprofilassi….)
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
PROVVEDIMENTI |
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Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non rilevati dalla presente scheda:
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Data di compilazione: ______________________
Firma del compilatore
_____________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SCHEDA
DI SORVEGLIANZA PER MENINGITE MENINGOCOCCICA
CASO o sospetto o confermato
(Se il caso è di età
inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)
sesso M F Luogo e
data di nascita
______________________________________________
scuola frequentata
________________________________________________________________
titolo di studio ___________________________
professione ______________________________
Intervistare il paziente senza
aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena
disponibili.
Data inizio malattia
_________________ luogo inizio sintomi_______________________________
Segni clinici rilevanti
_______________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
Isolamento di N. Meningitidis:
materiale da cui è stato isolato liquor
petecchie sangue
sierogruppo del meningococco
_______________________________________________________
Sensibilità ai
chemioantibiotici: Sens. In Res.
Ciprofloxacina
Ceftriaxone
Rifampicina
Minociclina
Spiramicina
Eritromicina
Penicillina
Ampicillina
Sulfamet-Trimet.
Altro:specificare______________________________
1.
Contatti con casi di Meningite nei 10 giorni precedenti l’inizio della
malattia:
NO
SI
specificare____________________________________________________________
2.
Sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare?
NO SI specificare nominativo ed età ____________________________________________
3.
Casi simili in: Scuola NO
SI
specificare
____________________________
Lavoro NO
SI
specificare
____________________________
Vicinato NO
SI
specificare
____________________________
Comunità NO
SI
specificare
____________________________
4.
Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare grado di parentela ed età) _____________________
__________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________
(contatti stretti: persone che convivono con Il caso
o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al giorno;
sono contatti stretti tutti i membri della famiglia che vivono sotto lo stesso
tetto.
Per ciascun soggetto specificare la comunità
interessata e i provvedimenti adottati (sorveglianza sanitaria, chemioantibioticoprofilassi….)
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
PROVVEDIMENTI |
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Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non
rilevati dalla presente scheda:
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
data di compilazione: ______________________
Firma
del compilatore
_________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SCHEDA
DI SORVEGLIANZA PER EPATITE A TRASMISSIONE OROFECALE (A, E, ..)
CASO o sospetto o confermato
(Se il caso è di età
inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)
Sesso M F Luogo e data di
nascita _____________________________________________
Scuola frequentata
________________________________________________________________
Titolo di studio ___________________________ Professione _______________________
NOTIZIE CLINICHE
Data inizio malattia
_________________ luogo inizio sintomi_______________________________
Segni clinici rilevanti
_______________________________________________________________
Esami di laboratorio essenziali ed esito
(markers,...)______________________________________
___________________________________________________________________________
1.
Durante le 8 settimane prima
della malattia:
a)
ha avuto contatti con malati di Epatite A?
NO SI
specificare
_______________________________________________________________
b)
ha
effettuato viaggi/permanenza/provenienza da Stati Esteri?
NO SI
specificare ________________________________________________________
c)
ha consumato cibi
crudi (frutti di mare, verdure, …)?
NO SI
specificare località e data di consumo
__________________________________________
d)
ha consumato altri
alimenti di dubbia provenienza?
e) ha bevuto acqua di pozzo o di sorgente?
NO
SI
specificare localià e data di consumo__________________________________
2.
sintomatologia
in altri componenti del nucleo familiare? NO SI
Specificare nominativo ed età____________________________________________________________
CASI SIMILI in
Scuola NO SI
specificare
_____________________________
Lavoro NO
SI
specificare ______________________________
Vicinato NO
SI
specificare
______________________________
Comunità NO
SI
specificare
_______________________________
Alimento sospetto ______________________________
data di consumo _____________________
n° di persone che hanno consumato il cibo
specificato _____________________________________
modo in cui il cibo
identificato è stato messo in commercio (sfuso, confezionato) ____________________
luogo di consumo del cibo
identificato (casa privata, ristorante, mensa…)
___________________________________________________________________________
Luogo di permanenza del malato
_______________________________________________________
adozione di tutte le possibili “precauzioni
enteriche”:
NO
SI
specificare le eventuali carenze
_________________________________________
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
MARKERS ED ESITO |
DATA VACCINAZIONE |
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L’educazione sanitaria è stata effettuata nei
confronti di:
malato
conviventi
contatti
Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non
rilevati dalla presente scheda:
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Data di compilazione: ______________________
Firma del compilatore
___________________________________________
REGIONE
ABRUZZO
ASSESSORATO
SANITA’
SCHEDA
DI SORVEGLIANZA EPATITE A TRASMISSIONE
PARENTERALE (B, C)
CASO o sospetto o confermato di
_______________________________________________
(Se il caso è di età
inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)
Sesso M F Luogo e
data di nascita
_____________________________________________
Scuola frequentata
________________________________________________________________
Titolo di studio ___________________________
Professione ______________________________
NOTIZIE CLINICHE
Data inizio malattia
_________________ luogo inizio sintomi_______________________________
Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________
Esami di laboratorio essenziali ed esito
(markers,...)______________________________________
________________________________________________________________________________
1. Durante i 6 mesi prima della malattia:
a) ha avuto somministrazione di
sangue o plasma NO SI specificare______________________
b) ha
avuto somministrazione di derivati del sangue (fattori della coagulaziome,
immunoglobuline ecc….)
NO SI
specificare________________________________________________________________
c) ha avuto
interventi chirurgici (compresa piccola chirurgia e manovre endoscopiche)
NO SI specificare tipo di
intervento_________________________________________________
d) é
stato ospedalizzato negli ultimi mesi NO
SI P.O._____________________________
U.O.____________________________ data ______________
e) si è iniettato sostanze stupefacenti? NO SI specificare______________________
f) ha avuto trattamenti dentari? NO
SI
g) si è fatto buchi all’orecchio? NO
SI
h) le è stata praticata agopuntura? NO
SI
i) si è rasato dal barbiere? NO
SI
l) si è depilato con l’elettrocoagulazione? NO
SI
m) è stato dal callista o dal manicure? NO SI
n) è stato emodializzato? NO
SI
o) ha effettuato una visita ginecologica? NO SI
2.
Le è stata
somministrata almeno una dose di vaccino per l’Epatite B?
NO SI I° dose ______________ II° dose
_______________ III° dose __________________
3.
Durante i 6
mesi prima dell’inizio della sua epatite, un suo familiare, convivente, partner sessuale, amico, compagno di scuola
o di lavoro ha avuto l’epatite:
NO SI specificare il tipo di relazione e il
nominativo _________________________________
__________________________________________________________________________________
La loro malattia
è iniziata meno di 2 mesi prima della sua? NO SI
In caso di Epatite B: era
a conoscenza che un componente della sua famiglia (o il suo partner) fosse
portatore di HbsAg prima che lei avesse l’epatite?
NO SI Si era vaccinato? SI NO Perché non si era vaccinato? Specificare:
non era sicuro dell’efficacia del vaccino
aveva paura degli effetti collaterali
non sapeva a quale struttura rivolgersi
altro ________________________________
4.
Ha un convivente tossicodipendente? NO SI
5.
Durante lo scorso anno ha avuto rapporti sessuali
occasionali?
NO SI Ha utilizzato il profilattico?
sempre
occasionalmente
mai
7.
Viaggi/permanenza/provenienza da Stati Esteri?
NO SI
specificare_________________________
8.
Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare
grado di parentela ed età) _______________
___________________________________________________________________________
9.
Sintomatologia in altri componenti del nucleo
familiare? NO SI
Specificare nominativo ed
età___________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
CASI SIMILI in
Scuola NO SI
specificare
___________________________
Lavoro NO SI
specificare
___________________________
Vicinato NO
SI
specificare ___________________________
Comunità NO
SI
specificare
___________________________
Luogo di permanenza del malato
_____________________________________________________
Adozione di tutte le possibili “precauzioni
standard” per prevenire il contatto con il sangue e altri fluidi biologici:
NO SI
specificare le eventuali carenze _________________________
________________________________________________________________________________
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
MARKERS |
DATA VACCINAZIONE |
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L’educazione sanitaria è stata effettuata nei
confronti di:
malato
conviventi
contatti
Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non
rilevati dalla presente scheda:
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Data di compilazione:
______________________
Firma del compilatore
______________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER
SCABBIA
CASO o sospetto o confermato
(Se il caso è di età
inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)
Luogo e data
di nascita __________________________________________________________
Scuola frequentata
________________________________________________________________
Titolo di studio ___________________________
Professione ______________________________
NOTIZIE CLINICHE
Data inizio malattia
_________________ luogo inizio sintomi_______________________________
Segni clinici rilevanti
_______________________________________________________________
Esami di laboratorio essenziali
_______________________________________________________
________________________________________________________________________________
CONTATTO CUTANEO con soggetto infetto: o NO
o
SI specificare____________________
_______________________________________________________________________________
ALTRE MODALITA’ DI TRASMISSIONE_________________________________________________
LUOGO DOVE E’ AVVENUTO IL CONTAGIO_____________________________________________
CASI SIMILI
Scuola NO SI
specificare
_________________________
Lavoro NO SI
specificare
_________________________
Altro NO SI specificare ________________________
Luogo di permanenza
(specificare)____________________________________________________
Tipo di terapia
____________________________________________________________________
Controlli
_________________________________________________________________________
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
ESITO ACCERTAMENTI |
PROVVEDIMENTI |
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|
Provvedimenti adottati nei confronti dell’ambiente
(disinfezione biancheria, disinfezione ambientale ecc.)
_______________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Osservazioni:_____________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Data di compilazione: ______________________
Firma
del compilatore
_________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER TOSSINFEZIONI ALIMENTARI
ED ENTEROCOLITI BATTERICHE
CASO o sospetto o confermato di ____________________________________________
U.O. che segnala il caso
______________________________________________________
(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare
insieme ad un parente o tutore)
Luogo e
data di nascita
_____________________________________________________
Scuola
frequentata ___________________________________________________________
Titolo
di studio ___________________________ Professione _________________________
NOTIZIE CLINICHE
Data inizio malattia _________________
luogo inizio sintomi__________________________
Esami
di laboratorio essenziali __________________________________________________
Insorgenza
dei sintomi dal pasto sospetto in ore ________________
Sintomi:
Ø
FEBBRE NO
SI
Ø
VOMITO NO
SI
Ø
DIARREA NO
SI
Tipo di diarrea: Infiammatoria Acquosa
Altri
sintomi:
___________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________
Sintomatologia
in altri componenti del nucleo familiare: NO SI
specificare
nominativo, grado di parentela ed età
___________________________________________________________________________
CASI
SIMILI Scuola NO
SI
specificare _________________________
Lavoro
NO SI
specificare _________________________
Mensa NO
SI specificare _________________________
Altro NO
SI specificare _________________________
Tipo
di alimento individuato o sospetto ________________________________________
Luogo
dove è stato consumato l’alimento: casa privata, comunità (specificare se
scuola, ristorante, mensa o altro)____________________________________________________
N° soggetti coinvolti: ___________________
Inizio
1° caso: Ore ________________
Giorno ________________
Fine ultimo caso: Ore ________________
Giorno ________________
Nel
caso in cui l’alimento sia stato consumato in un locale:
Ø è stato effettuato il sopralluogo dai
Servizi competenti: NO
SI
Ø sono state riscontrate
irregolarità: NO SI
quali ___________________________
Ø sono stati eseguiti prelievi di
campioni alimentari: NO SI
con che esito?
___________________________________________________________
Tipo
di terapia ____________________________________________________________________
Esito: Guarigione
Esiti Exitus
Accertamenti
diagnostici eseguiti:
Ø
Coprocoltura:
___________________________________________
esito ____________________________________________________________
Ø
Sierodiagnosi: ___________________________________________ esito
____________________________________________________________
Ø
Emocoltura:
____________________________________________
esito ____________________________________________________________
Ø
Altri esami: _____________________________________________ esito
____________________________________________________________
Ø
Residuo di alimenti:
______________________________________
esito ____________________________________________________________
NOMINATIVO |
ETA’ |
COMUNITA’ |
ESAMI |
ESITO |
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|
|
Osservazioni:
___________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Data
di compilazione: ______________________
Firma del compilatore
____________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC
SCHEDA DI INDAGINE PER CASO
DI MALATTIA o SOSPETTO o CONFERMATO
data
della notifica ___________________
note ____________________________________
DATI ANAGRAFICI
Cognome
_______________________________________ Nome _____________________________
sesso M F nato a ____________________________________ prov._________ il
_____________
residente in
_________________________via _____________________________ tel. ___________
(se il luogo di residenza non coincide
con il domicilio abituale compilare la riga successiva)
domiciliato in
____________________________via ________________________ tel. ___________
(se immigrato da paese straniero
compilare la riga successiva)
provenienza_______________________________________
anno di ingresso in Italia ___________
professione________________________________________________________________________
sede di lavoro o scuola
__________________________________________________________________________
Vive in collettività NON NOTO NO SI (se sì barrare la casella appropriata)
ð Casa di riposo per anziani ð Istituto penitenziario
ð Istituto di lungodegenza ð Campo nomadi
ð Istituto per portatori di handicap
fisico e mentale ð Comunità di recupero tossicodipendenti
ð Altra collettività (specificare):
_________________________________________________________________________________
Indirizzo
collettività_________________________________________________________________
Componenti il
nucleo familiari e conviventi: n°
Frequentatori
abituali:
n°
PRECEDENTI PERSONALI PER TBC
DATA ESITO
Test tubercolinico ___ / ___ / ___ ______________
Indagini radiologiche eseguite ___ / ___ / ___ ______________
Diagnosi di TBC polmonare ___ / ___ / ___ ______________
Diagnosi di TBC extra polmonare ___ / ___ / ___ ______________
Chemioprofilassi per TBC
___ / ___ / ___
______________
Vaccinazione
BCG ___ / ___ / ___ _______________
DATI RELATIVI ALLA MALATTIA
Data di inizio presente episodio _____ / _____/ _____
Diagnosi: (barrare la voce relativa al
caso) nuovo caso recidiva
TBC polmonare
contagiosa
specificare_______________________
TBC
extrapolmonare ____________________________
Ricovero NO SI data _____ / _____ / _____
Specificare Ospedale o Casa di Cura
__________________________________________________________________________________
Data di dimissione _____ / _____ / _____
FATTORI DI RISCHIO E CONDIZIONI
PREDISPONENTI
SI
NO NON NOTO
Terapia immunosoppressiva
Alcolismo
Tossicodipendenza
Uso
di sostanze stupefacenti non e.v.
AIDS\Infezioni
da HIV
Malassorbimento \Denutrizione
Insufficienza renale cronica
Neoplasie\Linfomi\Leucemie
Silicosi
Grave Immunodeficienza
Diabete
Esposizione a casi noti di TBC
Immigrazione da Paesi ad alto rischio
Se si, specificare Paese e data di
ingresso in Italia __________________________________________________
Condizioni igieniche abitazione salubre insalubre
NOTE
__________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
CRITERI DIAGNOSTICI
Positivo Negativo Non eseguito
1. Esame clinico:
2. Esame diretto escreato
3. Es. diretto altro materiale
inclusi esami istologici,
ricerca micobatteri…………………………………….
4. Esame colturale escreato
5. Esame colturale altro materiale,
specificare …………………
6. Intradermoreazione
7. Es. radiologico\Es. strumentali
8. Risposta terapia antitubercolare(due o più farmaci)
Data inizio terapia ___ / ___ /
___
Farmaci impiegati:
Etambutolo
Isoniazide
Pirazinamide
Rifampicina
Streptomicina
Altro__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
NOTE
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________
data indagine _____ / _____ / _____
Sanitario che ha effettuato l’indagine
___________________________________________________________________________
indirizzo___________________________________________________tel.______________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC
SCHEDA DI INDAGINE SUI CONTATTI
CASO INDICE
Cognome________________________________________
Nome _____________________________
sesso M
F data di nascita_____________ luogo di
nascita_______________________________
CONTATTO
Cognome_______________________________________
Nome ______________________________
sesso M
F data di nascita____________ luogo di
nascita________________________________
residenza_______________________________
Prov.__________ ASL___________________________
via_____________________________________________________
tel.__________________________________
Professione_________________________________________________________________________
CLASSIFICAZIONE DEL CONTATTO:
STRETTO
persone che convivono con il
caso o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al
giorno
REGOLARE
persone che condividono
regolarmente lo stesso luogo chiuso
OCCASIONALE persone che condividono
occasionalmente lo stesso luogo chiuso
AMBITO DEL CONTATTO:
FAMIGLIA specificare il grado di parentela
______________________________________
COLLETTIVITA’ Scuola, Lavoro, Ospedale, (specificare indirizzo, struttura)
___________________________________________________________________
PRESENZA FATTORI DI RISCHIO:
ETA’ bambini di età inferiore a 5 anni, adolescenti (specificare età) _________________
PATOLOGIE diabete, depressione immunitaria, alcolismo, silicosi, etc.
(specificare)
___________________________________________________________________
CONDIZIONI PREDISPONENTI:
TOSSICODIPENDENZA PER VIA
ENDOVENOSA
IMMIGRAZIONE DA PAESI AD
ALTA ENDEMIA specificare il Paese di
provenienza e l’anno di arrivo in Italia ___________________________
APPARTENENZA A COMUNITA’ AD
ALTO RISCHIO Soggetti senza fissa dimora, nomadi,
specificare
_______________________________
ALTRO
______________________________________________________________________________
CONDIZIONI IGIENICHE ABITAZIONE: Salubre Insalubre
SORVEGLIANZA
TEMPO ZERO
SI
NO NON NOTO
Vaccinato con
BCG
Precedenti di
TBC curati
Mantoux o test Tubercolinico data _____________ esito___________ se Mantoux spec.
mm_____
Rx Torace data_____________ esito
__________________________________
Chemioprofilassi data_____________ farmaci: (specificare farmaco
dosaggio, durata)
________________________________________________________
________________________________________________________
SORVEGLIANZA DOPO DUE MESI
Mantoux o data_____________ esito __________________________________
Rx Torace data_____________ esito __________________________________
Chemioprofilassi data_____________ farmaci: (specificare farmaco
dosaggio, durata)
________________________________________________________
Vaccinazione
con BCG
data_____________
NOTE
____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Data di compilazione
______________________
Firma e timbro del medico compilatore
_________________________________________
REGIONE ABRUZZO
ASSESSORATO SANITA’
SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC E DELLE MICOBATTERIOSI
SCHEDA PER SCREENING DI GRUPPI A RISCHIO
COMUNITA’ __________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________
DATI
ANAGRAFICI
Cognome e Nome _____________________________________________________________________
data di nascita ______________ luogo di nascita_____________________________________________
sesso M F residenza
_____________________________________________________________
data di
ingresso in comunità ___ / ___ /
___ professione ________________________________
paese di
provenienza, se immigrato
_______________________________________________________
data di
ingresso in Italia ___ / ___ /
___
PRECEDENTI PERSONALI PER TBC
test tubercolinico NON NOTO NO SI data ___ / ___ / ___ esito
_____________
indagini
radiologiche NON NOTO NO SI data ___ / ___ /
___ esito _____________
diagnosi tbc
in passato NON NOTO NO SI data ___ / ___ / ___ forma ____________
chemioprofilassi NON NOTO NO SI data ___ / ___ /
___ esito _____________
vaccinazione
con BCG NON NOTO NO SI data ___ / ___ /
___ esito ________
FATTORI DI RISCHIO E CONDIZIONI PREDISPONENTI
tossicodipendenza ð
____________________________________________________
alcolismo ð
____________________________________________________
diabete ð
____________________________________________________
infezione da
HIV ð
____________________________________________________
terapia
immunosoppressiva. ð
____________________________________________________
immunodeficienza ð ____________________________________________________
silicosi ð ____________________________________________________
altro ð
____________________________________________________
PROVVEDIMENTI DI SORVEGLIANZA
test tubercolinico/mantoux ð data ___ / ___ / ___ esito ___________________
Rx torace ð data ___ / ___ / ___ esito
___________________
vaccinazione
con BCG ð data ___ / ___ / ___ esito.___________________
chemioprofilassi ð data ___ / ___ / ___ farmaci _________________
note
________________________________________________________________________________
data
______________________
Firma
______________________________________________
CONTROLLI SUCCESSIVI
PROVVEDIMENTI ADOTTATI
_________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
data ______________________
Firma
______________________________________________
CONTROLLI SUCCESSIVI
PROVVEDIMENTI ADOTTATI
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
data ______________________
Firma
______________________________________________
Allegato B
SCHEMA DI CONVENZIONE TRA IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA: PROVVEDITORATO REGIONALE /ISTITUTO PENITENZIARIO DI ………………………………… E LA USL DI ……………………………… PER LA CURA E LA RIABILITAZIONE DEI DETENUTI TOSSICODIPENDENTI E/O ALCOOLDIPENDENTI RISTRETTI NELL'ISTITUTO O SEZIONE A CUSTODIA ATTENUATA E RELATIVO PROTOCOLLO.
Attuazione delle "Linee d'indirizzo in materia di prevenzione", cura e riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti coinvolti nell'area penale" emanate in data 12.1992 e ratificate in data 10..03.1994.
IN OTTEMPERANZA a quanto previsto dall'art. 11, comma 10, L. 354/75, dall'art. 17, comma 1, DPR 230/2000, D.Lgs 230/99 e dall'art. 95 DPR 309/90, al fine di promuovere concrete condizioni per l'effettiva attuazione dei principi generali e delle disposizioni precettive contenute nelle leggi sopra citate;
IN ESECUZIONE del dettato normativo del DPR 309/90, che prescrive (artt. 95 e 96) che la pena detentiva dei soggetti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti deve essere scontata in Istituti idonei per lo svolgimento di programmi terapeutici e socio-riabilitativi, la cui realizzazione è demandata ai Servizi pubblici per le tossicodipendenze (SERT) delle AASSLL, in collaborazione con il Servizio sanitario penitenziario;
ATTESO quanto previsto dagli artt. 115,116 e 117 DPR 309/90, mediante i quali si prefigura un sistema regionale degli interventi nelle aree delle tossicodipendenze e/o alcooldipendenze strutturalmente aperto agli apporti dei soggetti sociali, degli Enti Ausiliari e della comunità locale;
IN OTTEMPERANZA con quanto previsto dagli artt. 113 e seguenti del DPR 309/90 sulle funzioni sanitarie e socio-assistenziali delle Regioni, delle AASSLL e degli Enti locali in materia di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza e dall'art. 122 del DPR citato in materia di definizione e gestione del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato;
ACQUISITO quanto previsto dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i Rapporti con le Regioni e gli Enti Locali, in materia di assistenza sanitaria penitenziaria in data 13.6.1989, e in materia di cura e riabilitazione dei tossicodipendenti e/o alcooldipendenti coinvolti nell'area Penale in data 11.12.1992;
TUTTO CIO' PREMESSO
Il Dott. ………………………………….. nella sua qualità di Provveditore regionale/Direttore dell'istituto Penitenziario su delega del Provveditore regionale di
il Dott. …………………………….. Direttore Generale dell'AUSL di
SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE
Art. 1
La struttura a custodia attenuata, istituita presso...................................... accoglie detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti in custodia cautelare in carcere o in espiazione di pena, provenienti da................................................
Sono ammessi nella struttura a custodia attenuata le persone che ne hanno fatto esplicita richiesta, in possesso dei requisiti e con le caratteristiche previste nel Progetto di cui all'art. 7.
Al fine di realizzare le condizioni idonee a garantire l'attuazione del Progetto, le parti si impegnano a favorire, sviluppare e promuovere quelle iniziative ed attività in grado di valorizzare le risorse del territorio, degli Enti Locali e della partecipazione sociale, rendendo effettiva l'azione di recupero e di reintegrazione sociale dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti prevista nella struttura. L'intervento degli Enti Locali e della partecipazione sociale è regolata da un Protocollo d'intesa o da un Accordo di Programma (art. 27 L. 142/90)
Art. 2
Per l'elaborazione, attuazione e verifica del Progetto di cui all'art. 7, è istituito un Comitato composto dal Direttore dell'istituto, dal Direttore Generale dell'aUSL, dal Direttore del CSSA, dal Sindaco o dalla Conferenza dei Sindaci, di cui all'art. 3, comma 14 Legge 502/92,o loro delegati, dal Magistrato di Sorveglianza, dai referenti degli Enti Ausiliari e dai soggetti sociali coinvolti.
Il Comitato ha quale compito istituzionale la funzione di programmazione, di supporto e verifica del Progetto d'intervento di cui all'art. 7, nonché la funzione di accompagnare la realizzazione del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato attuato dal SERT, in collaborazione con il Servizio sanitario penitenziario e gli operatori penitenziari, di fornire tutte quelle opportunità che ne consentono la piena realizzazione, sia in corso di attuazione che nella prospettiva degli esiti, quindi della reintegrazione sociale del detenuto.
L'attività del Comitato è disciplinata da un proprio Regolamento.
Art. 3
Nell’azione di accompagnamento del programma terapeutico e socioriabilitativo individualizzato, il Comitato tecnico di cui all’art. 2 si impegna a garantire nell'ambito della struttura e, in quanto ammissibile, sul territorio la attività formativa, culturale, sportiva, occupazionale e di studio necessarie per il recupero del soggetto nonché idonei interventi atti a favorire il collocamento del detenuto, esaurita la fase terapeutica e socio-riabilitativa, nel mercato del lavoro e nel settore del lavoro di pubblica utilità, anche mediante la valorizzazione della cooperazione ex art. 134 DPR 309190 e L. 381/91.
Art. 4
Il programma di trattamento individualizzato ex art. 13 L. 354/75 è elaborato ed attuato dagli operatori penitenziari, sotto la responsabilità del Direttore dell’istituto e si avvale delle opportunità e delle risorse rese disponibili dal Comitato di cui all'art. 2 e dei suoi referenti istituzionali e sociali nonché degli apporti dell'intervento terapeutico e socio-riabilitativo attuato, in conformità alla legge, dal SERT cosi come previsto nel successivo art. 5 e nel Progetto allegato.
Art. 5
Il programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato per i detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti presenti nella struttura a custodia attenuata è elaborato ed attuato dall'AUSL, che a tal fine si avvale del SERT, assicurando la disponibilità dei trattamenti psicologici socio-riabilitativi e farmacologici necessari.
L'AUSL provvede, altresì, all'esecuzione delle analisi cliniche ritenute necessarie per l'accertamento dello stato di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza e per la verifica dell'andamento del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato.
Il SERT, nell'elaborazione ed attuazione di tale programma si avvale della collaborazione del Servizio sanitario penitenziario e degli operatori penitenziari, e, qualora richiesto, del medico di fiducia, così che la condizione di detenuto sia pienamente accolta ed interpretata nell'ambito del percorso terapeutico e socioriabilitativo individualizzato.
Gli operatori coinvolti nel programma terapeutico e socio-riabilitativo sono tenuti al segreto professionale.
Nella gestione del programma terapeutico il SERT si impegna ad avvalersi, in quanto compatibile, delle risorse, delle professionalità e delle opportunità rese disponibili dai soggetti istituzionali e sociali presenti nel territorio e coinvolte dal Comitato.
L'AUSL, avvalendosi del SERT, si impegna a garantire la continuità terapeutica sviluppando i necessari raccordi e collaborazioni con le USL di provenienza e di destinazione dei detenuti, curando, in collaborazione con il CSSA, i rapporti con i servizi territoriali competenti per i soggetti dimessi dall'istituto.
Art. 6
Il Direttore dell'istituto, responsabile degli interventi trattamentali attuati (art. 3 DPR 230/2000) e garante dello svolgimento degli stessi, e il Coordinatore del SERT, responsabile dell'intervento curativo e riabilitativo per i tossicodipendenti e/o alcooldipendenti, si impegnano a collaborare nel rispetto delle reciproche competenze alla realizzazione dei programmi di trattamento penitenziario e dei programmi terapeutici e socio-riabilitativi individualizzati a favore dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti e ad integrare, a tal fine, i reciproci interventi.
Il Direttore dell'istituto si impegna a facilitare al massimo l'esecuzione delle misure curative e riabilitativi predisposte dall'AUSL per í detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti anche attraverso periodici incontri tra gli operatori penitenziari e quelli dell'AUSL.
L'AUSL si impegna a realizzare gli interventi curativi e riabilitativi ritenuti idonei in relazione anche alle caratteristiche e alla specificità dell'istituto, curando i rapporti operativi con il personale penitenziario, al fine di attuare una continuità di trattamento.
Il Direttore dell'istituto ed il Coordinatore del SERT concordano periodici momenti di incontro per integrare i programmi di intervento, esaminare i risultati e formulare proposte operative per il miglioramento del servizio.
Ogni sei mesi è inviata al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria una relazione circa l'andamento del servizio nonché la scheda riassuntiva allegata alla presente Convenzione.
Art. 7
La presa in carico delle persone tossicodipendenti e/o alcooldipendenti nella struttura penitenziaria a custodia attenuata è regolata dal Progetto e relativo modello operativo allegato, che è parte integrante della presente Convenzione.
Nel Progetto e relativo modello operativo sono specificati i ruoli ed i rispettivi ambiti di operatività del personale penitenziario e del personale dell'USL, le modalità operative attraverso cui si realizza la collaborazione, i contenuti e le modalità di partecipazione aviazione rieducativa e trattamentale degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari, dei soggetti sociali e della partecipazione sociale coinvolta.
Tali disposizioni conservano la loro validità anche nell'ipotesi che l'attuazione del programma terapeutico e socio-riabilitativo sia attuato mediante Convenzione con un Ente Ausiliario, di cui all'art. 15 DPR 309/90, in possesso dei requisiti di legge. In tal caso rimangono inalterate le funzioni istituzionali dell'Amministrazione penitenziario, dell’AUSL e del SERT ed il conseguente apporto per la piena realizzazione del Progetto.
Art. 8
Le parti si impegnano a garantire la presenza degli operatori in numero e professionalità commisurate alle effettive esigenze del Progetto di cui all’art. 7 ed a favorire iniziative di formazione congiunta tra gli operatori penitenziari e quelli dell'AUSL coinvolti, aperte agli operatori degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari e della partecipazione sociale coinvolti nel Progetto.
Art. 9
Gli oneri finanziari conseguenti all'attuazione degli impegni contenuti nella presente Convenzione gravano sulle parti così come a seguito:
- gli interventi ordinati alla cura ed alla riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti ristretti nella struttura penitenziario a custodia attenuata gravano sul Fondo Sanitario Regionale (Risoluzione Conferenza Stato e Regioni del 30.7.1992); - gli interventi ordinati all'istruzione o al recupero scolastico dei detenuti gravano sugli Organi periferici del Ministero della Pubblica Istruzione;
- gli interventi ordinati alla formazione professionale dei detenuti, gravano sul Fondo Regionale per la Formazione;
- gli interventi ordinati alla prevenzione e alla reintegrazione sociale dei detenuti gravano sugli Enti Locali e sul Fondo Socio Assistenziale (art. 114 DPR 309/90);- gli interventi ordinati alla cura e riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti nelle situazioni in cui lo stato di tossicodipendenza e/o alcoldipendenza si associ a patologie correlate prevalenti, per le quali si richiedono interventi sanitari intra ed extra-ospedalieri, gravano sulle parti così come da normativa vigente;
- l'assistenza eventualmente prestata dal medico di fiducia richiesta dal detenuto grava sullo stesso (art. 11, comma 11, 1. 354/75)
Nulla è modificato rispetto alla disciplina generale in materia di partecipazione ai costi da parte del cittadino per gli interventi sanitari;
- ogni altro onere istituzionale grava sull’Amministrazione penitenziaria.
Art. 10
La presente Convenzione è esecutiva dopo la sottoscrizione delle parti e l'approvazione del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, cui è trasmessa unitamente al Progetto di cui all’art. 7.
Dopo l'approvazione, la Convenzione e il Progetto sono trasmesse a cura del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria al Provveditore Regionale e al Magistrato di Sorveglianza e dall’AUSL alla Regione.
La Convenzione ha durata annuale ed è tacitamente rinnovata se non disdetta da una delle parti tre mesi prima della scadenza e conserva la propria validità anche a fronte di possibili aggiornamenti della normativa di riferimento, così come stabilito dal Ministero della Giustizia d'intesa con le Regioni.
Ciascuna delle parti si riserva peraltro la facoltà di disdire la Convenzione, con un preavviso di tre mesi, qualora dalla controparte non venissero osservati gli obblighi stabiliti.
........................... li ..............................
PER l’AUSL di IL DIRETTORE GENERALE ________________________________ |
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PER Il MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA IL PROVVEDITORE REGIONALE/ DIRETTORE ISTITUTO SU DELEGA DEL PROVVEDITORE |
Allegato C
SCHEMA DI
CONTRATTO TRA L'EQUIPE DELLA C.A. E IL SIG………….
Il presente contratto è elemento indispensabile ai fini della permanenza alla C.A. e ne costituisce uno degli elementi più importanti.
Tale contratto viene consegnato al momento dell'ingresso e il residente, qualora voglia intraprendere il programma terapeutico proposto dalla C.A., è tenuto a sottoscriverlo e consegnarlo al primo incontro di gruppo.
Il contratto comporta L'ADESIONE AL PROGRAMMA che prevede:
· Partecipazione alle attività terapeutiche di gruppo della durata di un'ora e trenta ciascuna coordinata da un operatore dell’Azienda A.U.S.L.
· Partecipazione alle attività di manutenzione della casa, della cucina, e di altre attività lavorative da individuare qualora la posizione giuridica lo consenta, dato il parere favorevole dell'equipe.
· Partecipazione alle attività relative al tempo libero.
È permesso l'utilizzo di 55.00 Euro mensili che saranno versati sul conto corrente di ogni singolo residente per le spese personali (sigarette, sapone, ecc.).
Non è consentita alcuna spesa che non sia autorizzata dall'equipe, nonché l'utilizzo di fondi personali.
INOLTRE ACCETTA LE SEGUENTI MISURE TERAPEUTICHE.
Ogni richiesta sarà presentata all'equipe terapeutica che valuterà in base alle esigenze individuali del soggetto, tenendo conto che:
Durante il primo mese di permanenza:
· non è permesso avere contatti con l'esterno. Saranno valutate solo richieste di comunicazione con i familiari.
Durante il secondo mese di permanenza:
· è possibile scrivere,telefonare e avere colloqui con i familiari o persone di riferimento.
· Partecipare alle uscite di gruppo.
· Fare richiesta di colloquio con operatori di comunità o altre strutture coerentemente con il programma concordato con l'equipe.
Durante il terzo mese di permanenza:
· è possibile chiedere permessi presso la comunità o struttura individuata dal programma. La partecipazione alle uscite sarà decisa dall'equipe in base all’impegno ed in rapporto al programma terapeutico individuato.
La
richiesta di MISURE ALTERNATIVE o altri benefici di legge (ad esempio:
liberazione anticipata) dovrà essere presentata all'equipe C.A che valuterà in
base alle necessità del progetto individuato.
Le istanze presentate precedentemente all'ingresso alla C.A. dovranno essere tempestivamente comunicate all'equipe.
L'assegnazione della camera e la scelta degli altri occupanti è di esclusiva competenza dell'equipe che si riserva di stabilire qualsiasi spostamento che si ritiene necessario.
INOLTRE L'UTENTE PRENDE ATTO CHE ALLA C.A. VIGE IL SEGUENTE REGOLAMENTO:
1. E’ vietato l'uso di sostanze stupefacenti
2. E' vietato l'uso di bevande alcoliche
3. Non è ammessa la somministrazione di farmaci sostitutivi e di psicofarmaci
4. Sono vietati atti dì violenza
5. Non è consentito fumare più di 15 sigarette al giorno della marca consentita (MS, nazionali)
6. Il caffè è limitato ad una tazzina a colazione e una dopo pranzo
7. Non è consentito l'uso di apparecchi musicali e di musicassette personali
8. I telegrammi vengono sempre aperti e letti con un collaboratore di turno
9. Non è consentito allontanarsi dalle attività senza autorizzazione
IL RESIDENTE PRENDE ATTO CHE:
Il lavoro da lui svolto nell'ambito della C.A costituisce il contributo necessario all'integrazione del proprio mantenimento e strumento di terapia
Nel caso di rottura o danneggiamento di oggetti della C.A sarà tenuto a risarcire il danno o, eventualmente, sarà richiesto il rimborso ai familiari.
La mancata ottemperanza ai punti 1 - 2 - 3 - 4 - 9 è motivo di interruzione del contratto senza ulteriori valutazioni.
Inoltre, il contratto potrà essere INTERROTTO DALL'EQUIPE qualora si verifichino inadempienze che riguardano le prescrizioni date, le mansioni assegnate o il progetto stabilito.
Può essere INTERROTTO DALL'UTENTE in qualsiasi momento attraverso una comunicazione scritta presentata ad un collaboratore terapeutico.
L'equipe si impegna a stabilire entro il 3° mese di permanenza presso la C.A. dopo aver valutato le caratteristiche dell'utente e nel rispetto delle esigenze da lui esposte, una proposta di programma terapeutico concordato con l'A.U.S.L. di appartenenza.
La non accettazione del programma concordato comporta la cessazione del contratto ed Il rientro ad una sezione ordinaria dell'istituto.
CONTRATTO VALIDO DAL _____________ AL ____________
Il sottoscritto dopo aver preso conoscenza del metodo e della finalità della C.A
sottoscrive in data odierna tale contratto e dichiara che la sua permanenza è finalizzata a
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