Risoluzione: Riconversione dell’Ospedale di Guardiagrele in "Ospedale in zona disagiata" (D.M. 70/2015) e "Ospedale per acuti a valenza Medico geriatrica".

 

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

VISTA la risoluzione n. 40 a firma dei consiglieri Febbo, Sospiri, Monaco, Chiodi, Di Dalmazio, Olivieri, Gatti e Iampieri recante: Riconversione dell’Ospedale di Guardiagrele in "Ospedale in zona disagiata" (D.M. 70/2015) e "Ospedale per acuti a valenza Medico geriatrica";

 

UDITA l’illustrazione del consigliere Febbo;

 

UDITI gli interventi dei consiglieri Pettinari, Bracco e D’Alessandro;

 

VISTA, altresì, la risoluzione a firma dei consiglieri Paolucci, D’Ignazio, Mazzocca, Di Matteo, Berardinetti, Gerosolimo, Mariani, D’Alessandro, Di Nicola, Olivieri, Sclocco, Balducci, Pietrucci, Pepe, Monticelli e Paolini: recante: Riconversione dell’Ospedale di Guardiagrele in "Ospedale in zona disagiata" (D.M. 70/2015) e "Ospedale per acuti a valenza Medico geriatrica";

 

UDITA l’illustrazione del consigliere Paolucci;

 

UDITI gli interventi del consigliere Febbo e del vice presidente Lolli;

 

Posta ai voti, con procedimento palese, la risoluzione risultante dall’unificazione delle predette, a firma dei consiglieri Paolucci, Febbo, Monaco, Mazzocca, Berardinetti, Paolini, Smargiassi, Marcozzi, Pettinari e Di Pangrazio recante: Riconversione dell’Ospedale di Guardiagrele in "Ospedale in zona disagiata" (D.M. 70/2015) e "Ospedale per acuti a valenza Medico geriatrica";

 

All'unanimità

 

L’APPROVA

 

Nel testo che di seguito si trascrive:

 

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

PREMESSO che la chiusura dell’Ospedale di Guardiagrele è stata decretata con delibera n° 195 del 19 febbraio 2016 dalla ASL di Lanciano-Vasto-Chieti, in “ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato”, dopo una lunga vicenda giudiziaria e molteplici pronunciamenti contrari alla chiusura da parte della Giustizia Amministrativa e nelle more della approvazione del “Piano di riqualificazione del SSR” e del “Riordino della Rete Ospedaliera” da parte della Regione Abruzzo;

 

PREMESSO che la chiusura dell’Ospedale di Guardiagrele è in contrasto con il D.M. 70/2015 (decreto Lorenzin), visto che il “Piano di Riqualificazione del SSR” considera l’Ospedale di Guardiagrele parte integrante delle 18 strutture costituenti la rete ospedaliera regionale;

 

PREMESSO che il Piano di Riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale ed il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera 2016-2018 avrebbero potuto meglio riqualificare la Sanità Regionale mettendo effettivamente a sistema gli Ospedali di Primo Livello, gli Ospedali di Secondo Livello e la Sanità Territoriale in un percorso virtuoso che avrebbe potuto offrire più servizi sul territorio e avrebbe potuto riqualificare i piccoli ospedali, decongestionando gli Ospedali di Primo livello, tenendo anche in debito conto le leggi regionali tuttora vigenti 20/2006, 6/2007, 5/2008, che imponevano di trasformare i piccoli ospedali riconvertendoli in strutture di degenza specialistiche sulla base di una precisa mission individuata dalle esigenze del territorio (ospedale di territorio);

 

VISTA l’Adunanza della Corte dei Conti, in Sezione Regionale di controllo per l’Abruzzo del 7 maggio 2015, nella quale i giudici contabili hanno affermato che: “L’adeguamento agli standard nazionali in tema di PL (3,7/1000 abitanti) rischia di rivelarsi punitivo per un sistema sanitario regionale che, in buona sostanza, ha ridotto le proprie prestazioni assistenziali”;

 

CONSIDERATO che la riunione congiunta del Tavolo Tecnico per la Verifica degli Adempimenti Regionali con il Comitato Permanente per la Verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, tenutasi l’11 novembre 2015 e il 19 aprile 2016, ha affermato che la normativa regionale “potrebbe tenere in maggiore considerazione le peculiarità orografiche del territorio, in particolare per quanto riguarda le azioni relative all’organizzazione dei servizi, ponendo specifica attenzione ai fabbisogni delle aree interne. La riorganizzazione della rete ospedaliera, prevista in adempimento al D.M. n. 70/2015, soprattutto per quanto riguarda la classificazione dei presidi sede di Dipartimento di Emergenza e di P.S., dovrebbe essere maggiormente articolata anche fornendo alcune indicazioni generali sui collegamenti tra i nodi della rete relativamente ai trasferimenti dei pazienti”;

 

CONSIDERATO che il Piano di riordino della rete ospedaliera (di cui al DCA n° 79 del 21 luglio 2016, contenente “Approvazione Piano di Riordino Rete ospedaliera”) non può non tener conto della legislazione regionale vigente e in particolare della L.R. 6/2007, sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, e della L.R. 5/2008, sul Piano Sanitario Regionale;

 

VISTO il D.M. 70/2015, il quale impone la “riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri” al 3,7/mille, come stabilito dalla L. 135/2012;

 

CONSIDERATO che, stante la percentuale di posti letto stabilita dal D.M. 70/2015 (3,7/mille), la Regione Abruzzo ha la possibilità di “aumentare” la dotazione di posti letto attualmente esistente, oggi ferma al 3,5 ogni mille abitanti, così come stabilita dalla Deliberazione commissariale n° 45 del 2010 (a seguito della chiusura dei 5 “piccoli ospedali”), con la quale era stato ridotto il numero di posti letto di ben 840 unità, per un totale di 4.677 posti letto;

 

CONSIDERATO che appare del tutto incomprensibile la scelta operata dalla Regione Abruzzo con il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera, che ha individuato una dotazione di posti letto pari a 4.503 unità, corrispondente ad una percentuale di 3,4 ogni mille abitanti, così ponendosi in aperto contrasto con il D.M. 70/2015 e con la L. 135/12;

 

CONSIDERATO altresi’ che, applicando le percentuali indicate dal D.M. 70/2015, sulla base di una popolazione regionale pari a 1.334.119 abitanti, vi potrebbe essere un aumento della dotazione di posti letto pari a 433 unità (1.334.119 x 3,7/mille = 4.936 P.L.);

 

CONSIDERATO che attualmente si registra una grande sperequazione nella distribuzione territoriale del posti letto e, in particolare, si rileva:

-        una concentrazione del 43% di P.L. nell’area metropolitana Chieti-Pescara;

-        una sperequazione tra la dotazione della provincia di Pescara, ove a fronte di un bacino di utenza di 246.000 abitanti vi è un numero di posti letto pari a 1.274, e quella della provincia di Chieti, ove a fronte di un bacino di utenza di 566.000 abitanti, vi è un numero di posti letto di appena 1.136 unità, pari a 2,0/mille abitanti;

 

CONSIDERATO che la Regione, nel rispetto delle norme vigenti, potrebbe attivare altri posti letto per dare risposte alle zone interne e riconvertire i piccoli ospedali in “Ospedali di territorio”, come stabilito dalla L.R. 6/2007, proprio per far fronte alle legittime esigenze delle zone interne;

 

CONSIDERATO che ricadendo in un’area interna, la riapertura dell’Ospedale di Guardiagrele soddisferebbe: a) le raccomandazioni del tavolo di monitoraggio; b) il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera (L.R. 6/2007); c) il PSR Abruzzo 2014-2020 Aree interne della regione Abruzzo;

 

CONSIDERATO che l’Ospedale di Guardiagrele rientra in “zona sismica 1”, cioè in una zona dove possono verificarsi “fortissimi terremoti” (insieme agli ospedali di Castel di Sangro, Sulmona e Avezzano), appare evidente che la sua riapertura sarebbe coerente con gli obiettivi prefissati dalla legge regionale 6/2007, secondo cui la riconversione dei piccoli ospedali deve avere il compito di assicurare “la sicurezza di un territorio”, obiettivo questo che non può prescindere da una valutazione del “rischio simico” e in particolare della “zonizzazione simica”;

 

VISTA la delibera della ASL di Chieti del 19/06/2007 che, in attuazione del Piano di riordino dei posti letto, ha istituito il “Presidio unico di Chieti“ con i tre Ospedali di Chieti, Ortona e Guardiagrele collegati in rete, con le seguenti specializzazioni: l’Ospedale di Chieti per le eccellenze; Ortona a valenza chirurgica e Guardiagrele a vocazione medico geriatrica;

 

TENUTO CONTO della possibilità per la regione Abruzzo di attivare ulteriori 511 posti letto (per arrivare al 3,7/mille);

 

RITENUTO  altresì che occorre una modifica del quadro normativo nazionale da parte del Legislatore nazionale;

 

Tutto ciò premesso e considerato

 

IMPEGNA

 

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E LA GIUNTA REGIONALE

 

-        circa il Piano Sanitario Regionale, riconvertendo il Presidio di Guardiagrele, in coerenza con il D.M. 70/2015 (bacino di utenza, tempi di percorrenza) da P.T.A. in “Ospedale per acuti”, classificando come “Ospedale in zona disagiata”, con vocazione medico-geriatrica in grado di:

·             soddisfare le esigenze del territorio e dei residenti in zona interna montana con condizioni orografiche, meteorologiche e di viabilità sfavorevoli, per di più ad alto rischio sismico;

·             ripristinare il Pronto Soccorso, riducendo gli accessi presso il P.S. di Chieti, fin troppo congestionato con attese inaccettabili;

-        a trasmettere al Tavolo del Regolamento sugli standard ospedalieri la suddetta proposta, per la valutazione definitiva in considerazione che gli standard per gli ospedali in zona disagiata non sono esplicitamente e compiutamente definiti dal D.M. 70/2015, che richiederebbe opportuna  rivalutazione nei suoi contenuti e obiettivi dai competenti livelli nazionali;

-        a trasmettere la presente risoluzione ai ventuno Parlamentari abruzzesi affinché predispongano un disegno di legge per modificare il quadro normativo nazionale e consentire che il Presidio di Guardiagrele possa diventare Presidio di area disagiata».