LA QUINTA COMMISSIONE CONSILIARE
VISTA
la risoluzione n. 35 del 28 luglio 2017 a firma dei Consiglieri Mario Olivieri
(primo firmatario) e Domenico Pettinari recante:
“Istituzione del Servizio di Medicina Comportamentale per lo Psicologo delle
cure primarie”.
UDITA
l’illustrazione del proponente;
VISTO
l’Art. 158 del Regolamento interno dei lavori del Consiglio Regionale;
All’unanimità dei Consiglieri presenti (Olivieri,
Mariani + delega Pietrucci, Monticelli, Di Nicola, Pettinari,
Smargiassi, Ranieri, Chiodi, Gatti)
L’APPROVA
Nel testo che di seguito si trascrive:
PREMESSO
che:
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L’OMS ha definito la salute uno
stato di benessere psicofisico e sociale che non è semplice “assenza di
malattia”, spiegando che, in circa il 60% delle malattie, si riscontra una
chiara matrice psichica.
-
Si rende, pertanto, necessario un
intervento di carattere preventivo, attraverso le cure primarie, per evitare
che il pericoloso fenomeno della cronicizzazione determini un aumento di quelle
malattie che hanno una eziologia psichica, dovuta in gran parte all’ansia e
allo stress.
-
Secondo l’OMS, l’approccio che ha
dato maggiori garanzie per l’evidenza di risultati clinici della prevenzione è
la Medicina Comportamentale in virtù dell’alta specializzazione e affidabilità
scientifica dell’approccio BM Behavior Modification, soprattutto nel trattamento del disagio
legato ai disturbi dell’ansia.
-
Provvedimenti in tal senso sono
stati presi dal governo Britannico che ha stanziato fondi per “Migliorare
l’accesso alle terapie psicologiche” con l’apertura di 150 centri per il
trattamento psicologico, intervento che ha determinato un aumento di un punto
percentuale del PIL 1,9% della spesa pubblica.
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Anche la Regione Marche, con la
mozione n. 106/2016, ha adottato un intervento finalizzato ad istituire la
figura dello “Psicologo per le cure primarie”, per la durata di 2 anni, ai fini
della prevenzione del danno e per il benessere e il miglioramento della qualità
della vita nonché il contenimento della spesa.
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La psicologia della salute, alias
Medicina Comportamentale, mira a individuare e valutare i fattori psicologici
che motivano certi comportamenti disfunzionali legati allo stress per la cura
delle persone e, conseguentemente, ad attivare adeguate strategie di
cambiamento. Tende, cioè, a sviluppare delle abilità di autocontrollo per
potenziare le risorse necessarie ad affrontare lo stress determinato dai
cambiamenti presenti nella nostra società post industriale e tecnologica. In
questo contesto risultano rilevanti il ruolo e le funzioni dello psicologo
specializzato per le cure primarie in stretta collaborazione con il medico di
medicina generale, come supporto necessario ad individuare quei fattori causali
e di mantenimento presenti in diverse patologie che hanno come origine l’ansia
e i fenomeni ad essa correlati.
-
Tale modello di intervento
socio-sanitario è già presente e diffuso in Gran Bretagna e in Olanda con l’acronimo
IAPT (Improving Access to Psycological
Therapies). Il governo inglese ha assunto, infatti,
centinaia di psicologi specializzati in psicoterapia cognitivo-comportamentale per la cura dei disturbi dell’ansia e questo intervento si è
rivelato estremamente utile a ridurre la spesa sanitaria.
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In Italia, oltre alla regione
Marche, tale approccio è stato proposto dalla scuola di specializzazione
dell’Università La Sapienza di Roma e, di recente, anche l’Università G.
D’annunzio di Chieti, in collaborazione con l’AIAMC, ha organizzato un convegno
che si è tenuto in data 11 novembre 2016, presso il Ce.S.I.,
sul tema: “Benessere e Prevenzione dalla Psicologia della Salute alla Medicina
Comportamentale”, in cui sono stati presentati i primi interessanti risultati
ottenuti da un progetto sperimentale di prevenzione dell’infarto che ha
interessato i pazienti del reparto di cardiologia dell’Ospedale Civile di
Pescara, realizzato gratuitamente dall’Associazione AIMY.
-
Il progetto di Medicina Comportamentale,
che rappresenta l’inizio di una auspicabile collaborazione tra lo psicologo e
il medico, offrirebbe maggiori garanzie per un efficace intervento
nel settore della prevenzione. Come afferma il Prof. Luigi Solano: “L’obiettivo
del progetto è quello di evitare inutili analisi diagnostiche e trattamenti
farmacologici inappropriati, inquadrando i casi che affollano gli ambulatori
della medicina di base secondo un’ottica psicosomatica da discutere con il
medico”.
ATTESO
che:
-
in
Italia, i medici di base sono oltre 47.000, ciascuno con una media di 1.143
pazienti (dato 2012) che curano i diversi sintomi ricorrendo quasi esclusivamente alla sola terapia
farmacologica;
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circa
il 70% dei pazienti che richiedono un appuntamento dal medico, presenta
problemi psicosomatici legati per il 35% a problematiche che hanno una causa
psicologica;
-
l’area
della salute mentale rappresenta una emergenza visto che quattro delle dieci
maggiori cause di disabilità nel mondo interessano questo settore, anche in una
logica di complessità socio-sanitaria, come i disturbi dell’umore, la
schizofrenia, i disturbi di personalità, deficit intellettivo,
tossicodipendenze;
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le
patologie psichiche rappresentano la causa principale di povertà e, dunque, il
più frequente problema in età lavorativa nei paesi industrializzati con
conseguenze economiche rilevanti: si conta che le malattie mentali determinano
il 40% di tutte le invalidità nell’assenza dal lavoro;
-
la
banca mondiale stima che i costi economici dei disturbi determinati dallo
stress sono pesantissimi anche per la riduzione della produzione economica
dovuta a patologie di origine psichica: a livello globale, per la sola
depressione, è stato stimato un costo di almeno 800 miliardi di dollari nel
2010, somma che in base al trend statistico potrebbe più che raddoppiare nel
2030;
-
il
periodo di profonda crisi economica come quella che stiamo attraversando
favorisce nella società il prevalere di nuove forme di povertà, di ingiustizia
sociale, di ineguaglianze ed emarginazione sociale che hanno fatto aumentare i disturbi da stress legati a
varie manifestazioni d’ansia psicosomatica (infarto, ulcera, colite spastica
ulcerosa, disturbi del sonno, disturbi post traumatici dovuti a calamità
naturali, disturbi del comportamento alimentare, ecc.). I disturbi alimentari,
per esempio, se non prevenuti opportunamente comportano vere e proprie malattie
come l’anoressia e la bulimia che richiedono ricoveri e trattamenti
specialistici. Per non parlare dei DPTS (Disturbi post traumatici da stress)
dovuti a calamità naturali come il terremoto, fenomeno frequente nella nostra
regione, che se non curati preventivamente con una terapia psicologica possono,
nel tempo, cronicizzarsi e determinare nevrosi fobiche ansiose, aggravandosi
fino ad assumere forme patologiche ben più gravi, come disturbi ossessivi
compulsivi e altre patologie dissociative;
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tra
le nuove forme di dipendenza determinate dall’avvento della tecnologia on line,
si delineano sempre più patologie, come i GAP, ovvero il gioco d’azzardo
patologico, in crescente e preoccupante diffusione nel tessuto sociale
cosiddetto “sano” (quali casalinghe, pensionati, adolescenti), con conseguenze
economiche e sanitarie devastanti;
-
i campi che necessitano di supporto
psicologico sono molteplici, a partire dai casi di grave emergenza per la
collettività (come casi di terremoti, attentati terroristici, e catastrofi
naturali, ecc.), sino alle dinamiche legate alle problematiche familiari
(separazioni e divorzi, lutti, suicidi, violenza domestica, conflittualità nella
coppia), alle problematiche della sicurezza nel lavoro dovute allo stress, al sostegno ai minori (disturbi cognitivi,
comportamentali, violenze e abusi sessuali e psicologici), alle altre patologie
tipiche della nostra società consumistica, come disturbo d’accumulo e shopping,
e alle forme di dipendenza come l’abuso di alcool e droghe leggere, ecc;
-
tra
i fenomeni più inquietanti segnalati dalla medicina comportamentale c’è quello
delle domande di assistenza da parte di soggetti affetti da patofobie e ipocondria
che richiedono, compulsivamente, accertamenti diagnostici e visite
specialistiche del tutto inutili. Soggetti che, pur lamentando un problema
medico, in realtà necessitano di un sostegno psicologico specialistico in grado
di risolvere il problema di natura emotivo-affettiva.
PRESO
ATTO che:
-
emerge
da più parti l’esigenza di rispondere ai bisogni più profondi del paziente,
inteso come soggetto psichico oltre che fisico, nell’ottica di offrire una
risposta efficace e di qualità al diritto alla salute;
-
in
ogni settore sanitario e socio-sanitario la prevenzione e la diagnosi precoce
e, più generalmente, l’individuazione delle “problematiche scatenanti”, il
sostegno e il contenimento dei fattori di mantenimento che alimentano il
processo di cronicizzazione della malattia sono fondamentali per favorire un
corretto investimento per lo sviluppo dei servizi territoriali al fine di
individuare la domanda prima dell’esordio della malattia;
-
il
disagio psicosociale (non solo psicopatologico) viene generalmente non
considerato e sottovalutato come fattore determinante nella genesi di patologie
gravi che troppo spesso si traduce in un ricorso massiccio a farmaci, visite
specialistiche, esami oggettivi e analisi di vario genere, tutte a carico del
SSN. Interventi che risultano incapaci di risolvere quello che è un problema di
natura psicologica e che, come tale, andrebbe affrontato con strumenti moderni
quali quelli offerti dalla Medicina Comportamentale;
-
spesso,
non si ricorre allo psicologo psicoterapeuta per disagi che, nella fase
iniziale, potrebbero nascondere problemi mentali e comportamentali, i quali, lo
psicologo specializzato, con un approccio “evidence based”, potrebbe facilmente individuare e risolvere, e che
troppo spesso non trovano immediata
risposta nell’attuale organizzazione del servizio sanitario;
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secondo
l’OMS, tra i principali ostacoli per l’accesso a cure adeguate ci sarebbe la
carenza di personale formato per cure di tipo non farmacologico;
-
allo
stesso tempo, sono ormai consolidate, grazie agli studi “evidence
based”, una serie di strategie nell’offerta di
servizi e trattamenti psicologici, come la terapia cognitivo-comportamentale,
in grado di prevenire e curare molte patologie riguardanti la salute mentale.
Correttamente attuati, questi interventi
rappresentano i migliori investimenti possibili per la nostra economia, sempre
più impegnata ad effettuare tagli alla spesa sanitaria, e per la prevenzione,
con ritorni significativi per la salute psicofisica e per la qualità della
vita.
RITENUTO
che:
-
nell’ottica
di favorire un salto culturale qualitativo, la figura sanitaria dello psicologo
psicoterapeuta necessita di essere
rivalutata in una prospettiva di prevenzione e di intervento per la tutela
della salute legata al disagio;
-
i
compiti dello psicologo psicoterapeuta delle cure primarie, all’interno di un
Servizio di Medicina Comportamentale, si svolgerebbero in collaborazione con i
MMG in base alle esperienze già in atto, e potrebbero articolarsi nelle
seguenti attività:
1. identificazione precoce e intervento
tempestivo nelle situazioni e nelle problematiche d’ansia legate
a fattori stressanti che, se non elaborati adeguatamente, possono generare col
tempo quadri psicopatologici molto più gravi (prevenzione primaria);
2. attuazione di un intervento di primo
livello, nei casi di situazioni psicopatologiche già in atto, con particolare
attenzione ai pazienti che hanno sviluppato una sintomatologia ansiosa e che
necessitano di un intervento finalizzato a sviluppare una consapevolezza
necessaria a comprendere le cause della sofferenza che li spinge a trovare
rimedi farmacologici e analisi strumentali con continue richieste di visite ai
MMG (prevenzione secondaria);
3. gestione dei problemi legati alla presenza
di gravi eventi stressanti (lutti, perdita di lavoro, separazioni, patologie
psicosomatiche e altre forme psicopatologiche di natura nevrotica) che possono
essere trattati a livello individuale e di gruppo con programmi psicoeducativi
incentrati sulla riduzione dello stress con nuove metodologie “evidence based” quali la Mindfulness, l’ACT, lo schema Therapy,
facenti pare della terapia cognitivo comportamentale e della medicina
comportamentale. In questi casi, la gestione dei gruppi psicoeducativi è
finalizzata a promuovere un approccio consapevole di self management della
propria salute. Un modo diverso di affrontare la sofferenza psichica, centrato
più sulla intima ricerca consapevole delle cause che sul ricorso all’aiuto
esterno: la medicina comportamentale propone un modo diverso di prendersi cura
della propria salute psicofisica che si fonda su una metodologia “evidence based” e su una
filosofia di vita che dà maggiore importanza alla responsabilità del singolo
nell’impegno a modificare quei comportamenti disfunzionali che alimentano lo
stress e che possono determinare la malattia. Tutto ciò richiede un diverso
approccio fondato sulla consapevolezza. Un nuovo modello di prevenzione del
danno che sta riscuotendo notevole successo negli USA (Jon
Kabat Zinn, Swartz, Davidson) e in Inghilterra, in quanto propone una
gestione più responsabile della propria salute e meno legata all’ottica
assistenzialistica e passiva che caratterizza spesso il nostro SSN;
-
le diverse esperienze hanno
evidenziato modelli differenti di utilizzo di psicologi specializzati (ad es.
attraverso il ricorso al rapporto di lavoro dipendente con le strutture del
SSN, o attraverso il ricorso a psicologi privati in rapporto con gli ambiti
territoriali sociali, ecc.) ed hanno, altresì, dimostrato che il ruolo dello
psicologo delle cure primarie deve essere ricoperto esclusivamente da psicologi
di comprovata esperienza, preparazione e competenza, dotati di una
specializzazione nell’approccio “evidence based” come, ad esempio, quello proposto dalla terapia
cognitivo comportamentale, e suggerito dalla esperienza adottata con successo
in Inghilterra.
IL CONSIGLIO REGIONALE
1. considerate le esperienze già consolidate
in diversi paesi europei che dimostrano l’utilità anche economica di un
intervento psicologico e psicoterapeutico “evidence based” per far fronte ai disturbi da stress e depressione;
2. considerato che la Regione Abruzzo non è
attualmente nella condizione economica di farsi carico della spesa per la
sperimentazione di nuovi modelli d’intervento “evidence
based”;
3. considerato che sono stati sperimentati
con successo, in diversi Paesi europei e, di recente, anche in Italia,
meccanismi per il finanziamento di esperienze sperimentali nell’ambito della
prevenzione da parte di privati (istituzioni filantropiche e investimenti istituzionali)
basati sul “Pay by Result”,
secondo cui il finanziamento dei privati viene restituito solo all’effettivo
risultato degli obiettivi raggiunti, e alla verifica di un concreto risparmio
per la Pubblica Amministrazione, per lo meno pari al finanziamento da
restituire;
4. considerata la disponibilità dell’ENPAP
(Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi), quindi ente di
diritto Pubblico, istituito con D.Lgs 103/96, che
gestisce il patrimonio previdenziale della categoria degli psicologi italiani,
ad investire in progetti concordati con le Amministrazioni Pubbliche per la
sperimentazione di interventi, finalizzati alla prevenzione socio-sanitaria e
al benessere dei cittadini, che abbiano un impatto economico attraverso il
quale conseguire il ristoro dell’investimento secondo il modello del Pay by Result;
5. considerato che il presente progetto, al
termine della sperimentazione, dovrà garantire il raggiungimento dei risultati
attesi, riguardanti principalmente il risparmio della spesa sanitaria in
termini pari all’entità dell’importo del finanziamento erogato dall’ENPAP,
secondo il modello Pay by Result;
6. considerato che la sperimentazione
siffatta comporterebbe il rischio di risultato a carico dei finanziatori
privati;
Tutto cio’
premesso
IMPEGNA
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO:
-
ad
istituire un tavolo di lavoro, al quale prenderanno
parte un membro dell’ENPAP, un funzionario designato dalla Regione Abruzzo, un
rappresentante dell’Ordine degli Psicologi, un docente esperto in metodologia
della ricerca del Corso di Laurea in Scienze Psicologiche dell’Università G.
D’Annunzio di Chieti, un rappresentante designato dall’AIAMC e un
rappresentante designato dell’Ordine regionale dei medici, per definire le
migliori soluzioni, dal punto di vista operativo e finanziario, per la
applicazione del presente progetto pilota.