Riconoscimento UNESCO delle faggete vetuste abruzzesi.

 

LA TERZA COMMISSIONE CONSILIARE

 

VISTA la Risoluzione n. 17, prot. n. 6446 del 10 marzo 2017, a firma dei Consigliere: Berardinetti recante Riconoscimento UNESCO delle faggete vetuste abruzzesi;

 

UDITA l’illustrazione del Presidente;

 

VISTO l’Art. 158 del Regolamento interno per i lavori del Consiglio regionale;

 

All’unanimità dei Consiglieri presenti

 

L’APPROVA

 

Nel testo che di seguito si trascrive

 

PREMESSO che:

-                   La Regione Abruzzo favorisce e promuove azioni finalizzate alla conservazione, alla tutela, alla valorizzazione del patrimonio forestale in totale condivisione degli impegni assunti dall'Italia in sede internazionale per la protezione delle foreste ed il mantenimento della diversità biologica;

-                   La Regione riconosce il ruolo fondamentale delle foreste nella conservazione delle risorse naturali ed ambientali;

-                   Le faggete primeve rappresentano un valore universale in quanto esempio di foreste temperate complesse e indisturbate e modello di processi ecologici completi attraverso un’ampia varietà di condizioni ambientali. Esse inoltre sono un serbatoio inestimabile di variabilità genetica del faggio e di molte specie associate e dipendenti da questo habitat forestale;

-                   Alcune faggete vetuste europee hanno già ottenuto il riconoscimento UNESCO (Ucraina, Slovacchia, Germania);

-                   L’Unesco nell’attribuire il riconoscimento alla Germania chiede di avviare una candidatura transnazionale di una rete di foreste di faggio con le medesime caratteristiche di integrità ecologica;

-                   La rete ricostruisce, attraverso i suoi siti, il naturale processo di espansione delle faggete dopo l’ultima glaciazione a partire dalle aree rifugio del nord-europa fino ad arrivare alle faggete di ambiente mediterraneo. I siti che ne fanno parte possiedono caratteristiche ecologiche ed ambientali che li rendono unici e rappresentativi dei processi ecologici naturali di queste foreste. Tale unicità e la rappresentatività del processo di ricolonizzazione geografica post glaciazione rappresentano anche il loro cosiddetto valore universale. Tale valore universale è quello che li rende candidabili come sito UNESCO.

-                   L’adesione delle faggete italiane, alla rete di faggete vetuste europee, risale al 2012 allorquando l’Agenzia Federale per la Conservazione dell’Ambiente tedesca, in collaborazione con l’Università della Tuscia, organizza il primo gruppo di studio italiano;

-                   A questo primo tavolo di lavoro ne seguiranno altri nel 2014 a Pescasseroli, Vienna e a Bonn per definire la rete di siti candidabili e avere l’adesione di tutti i Ministeri interessati degli Stati in cui i siti ricadono. In questi incontri viene deciso che a guidare la fase finale del processo sarà l’Austria. Capofila per l’Italia diventa il PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise) con un protocollo sottoscritto da Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Parco del Gargano, Parco del Pollino e i Comuni di Oriolo Romano e Soriano nel Cimino;

-                   Il 28 Gennaio 2016 è stata presentata a Parigi la candidatura della rete delle faggete vetuste europee, cui è stato dato il nome “Primeval beech forests of the Carpathians and other regions of Europea as extension to the existing natural wordl Primeval Beech Forests of the Carpathians and the Ancient Beech Forests of Germany”;

-                   Ad oggi la rete dei siti candidati è composta da 10 stati per un totale di 66 siti;

-                   Che la rete delle faggete vetuste italiane è composta da 11 siti dislocati nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi e Monte Falterona, nel Parco Nazionale del Gargano,  Parco Nazionale del Pollino. Monte Cimino, nel Parco Regionale di Bracciano oltre che nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise;

-                   E’ necessario creare maggiore consapevolezza su questa vera ricchezza dell’Italia centrale e trovare il modo di veicolare un messaggio di educazione e conservazione della stessa;

 

CONSIDERATO che:

-                   All’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (istituito nel 1923) sono stati individuati 5 nuclei di faggeta per una superficie complessiva di 937 ettari, afferenti ai demani Civici di Villavallelonga (Valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi (Val Fondillo - Valle Iancino). Tutti i siti ricadono all’interno di aree individuate come Riserva Integrale nella pianificazione della Legge 394/91 “Legge Quadro sulle Aree Protette” (corrispondenti alla Prima categoria dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura);

-                   Il gruppo individuato si distingue per la sua elevata naturalità, caratterizzata da un mosaico di forme strutturali appartenenti a tutte le fasi del ciclo strutturale della faggeta, e per la sua collocazione geografica lungo il crinale principale dell’Appennino. I singoli siti si sviluppano in ambiente montano su calcari del mesozoico (ad eccezione della faggeta di Val Fondillo che poggia su Dolomia risalente al Lias inferiore). Le faggete candidate ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (560 anni) e la faggeta della Val Cervara è, attualmente, l’unico esempio conosciuto di foresta primaria in Italia;

-                   Caratteristiche rilevanti di queste faggete sono l’elevato valore di necromassa, la struttura disetanea, l’assenza di interventi antropici, un livello complessivo di biodiversità floro-faunistica elevato in funzione proprio della loro alta naturalità, la presenza di specie rare e caratterizzanti i siti complessi e di elevata naturalità. Naturalmente queste foreste ospitano anche specie appartenenti alla grande fauna come l’Orso marsicano, il lupo e varie specie di Mustelidi (martora, faina ecc.), il rarissimo gatto selvatico;

-                   Altro elemento importante che questi ecosistemi forestali svolgono è quello di “carbon sink” molto significativo dal punto di vista climatico. In questo senso, infatti, essi fungono da assorbitori di anidride carbonica dall’atmosfera, mediante stoccaggio ed accumulo del relativo carbonio nelle loro componenti: biomassa epigea ed ipogea, necromassa, lettiera e suolo. In tal modo queste faggete, contribuiscono a rimuovere dall’atmosfera almeno una parte della CO2 (stima media 512.89± 50.45 Mg C haˉ¹) e dei gas serra che noi immettiamo bruciando combustibili fossili.

-                   La Legge Regionale 4 gennaio 2014, n 3, (Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo), all’art. 47, riconosce i boschi vetusti e individua un percorso di conservazione, gestione e protezione negli strumenti previsti dalla stessa legge;

 

EVIDENZIATO che:

-                   Attraverso il riconoscimento, le faggete del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise rappresenterebbero anche il primo sito UNESCO d’Abruzzo

-                   L’inserimento di un sito nella lista UNESCO, che diventa patrimonio dell’umanità accende un riflettore mondiale sull’intero Abruzzo, impegnando tutta la Comunità internazionale alla sua conservazione e salvaguardia;

-                   La valenza delle faggete vetuste abruzzesi è tale da farle apparire come ecosistema unico al mondo e come le foreste di latifoglie delle zone temperate più antiche d’Europa e deve, pertanto, incontrare il dovuto interesse sia nel mondo scientifico che nel grande pubblico;

-                   L’iniziativa ha una elevata visibilità a livello internazionale e può innescare un processo di conoscenza maggiore per il nostro territorio;

-                   Il riconoscimento delle faggete vetuste abruzzesi come sito UNESCO può accrescere il flusso turistico per la nostra Regione con enormi ricadute sul tessuto economico e sociale del territorio;

-                   Il riconoscimento UNESCO apre nuovi scenari con possibilità di intercettare canali di finanziamento nazionali, internazionali, comunitari e privati, nonché consente l’implementazione di politiche territoriali inerenti il turismo, la ricerca e la conservazione;

 

Tutto ciò premesso

 

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

IMPEGNA

 

IL PRESIDENTE E LA GIUNTA A:

 

-                   porre in essere ogni azione possibile e necessaria finalizzata a sostenere il processo di riconoscimento delle faggete vetuste abruzzesi come sito UNESCO;

-                   tutelare lo stato di conservazione e l’integrità del bene dando coerente e puntuale attuazione agli articoli 47 e 48 della Legge regionale 4 gennaio 2014, n. 3 (Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo);

-                   sostenere le attività di studio e ricerca sulle faggete vetuste candidate a patrimonio mondiale dell’umanità;

-                   sostenere e promuovere attività e azioni finalizzate alla diffusione della conoscenza e alla valorizzazione delle faggete vetuste messe in atto e programmate dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise;

-                   sostenere piani di monitoraggio dei siti;

-                   sostenere e promuovere azioni e interventi che favoriscano la fruizione dei siti, anche attraverso l’uso delle tecnologie informatiche.