IL
CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la risoluzione a
firma del consigliere Berardinetti recante: Affido ai Comuni dei minori non
accompagnati;
UDITA l'illustrazione
del consigliere Berardinetti;
A maggioranza
L’APPROVA
Nel
testo che di seguito si trascrive:
«IL CONSIGLIO
REGIONALE
PREMESSO che:
-
la dimensione del fenomeno relativo
all’allontanamento di minori dalla
propria famiglia e il loro affidamento in strutture esterne è in costante crescita negli ultimi
anni, insieme al recente problema di una sempre più consistente presenza di minori stranieri non accompagnati (che
trovano accoglienza quasi esclusivamente nei servizi residenziali) e ciò impone
a tutti la ricerca di soluzioni qualitativamente e socialmente adeguate,
sostenibili e appropriate ai bisogni del minorenne;
-
secondo l’ultimo monitoraggio effettuato dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si evidenzia una situazione di particolare preoccupazione:
frammentarietà di molti interventi di accoglienza; elevata incidenza degli
allontanamenti coatti disposti dai Tribunali per i Minorenni rispetto a quelli
attivati dai Servizi Sociali dei Comuni; forte percentuale dei provvedimenti
d’urgenza, che manifesta una difficoltà
di prevenzione del disagio familiare e minorile;
-
le strutture sociali e le case famiglia che ospitano i minori sono diverse
tra di loro, hanno all’interno personale specializzato e aree di gioco e i
prezzi variano in base all’offerta di ciascuna;
-
a titolo di esempio, nella sola provincia dell’Aquila, i Comuni hanno
speso, nel 2016, intorno ai 2 milioni e 500 mila euro;
-
le amministrazioni locali versano in
una situazione di fortissima contrazione di risorse, tale da non poter oggi
sostenere ulteriori servizi alla persona, così importanti per la collettività,
come l’affido minorile.
CONSIDERATO che:
-
la legge n. 184 del 1983, modificata
dalla legge n. 149 del 28 marzo 2001, prevede che lo Stato, le Regioni e gli
Enti locali, nell’ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei
interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse
finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire
l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della
propria famiglia;
-
il minore temporaneamente privo di un
ambiente familiare idoneo è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli
minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento,
l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno;
-
ove non sia possibile l’affidamento
nei termini suindicati è consentito l’inserimento del minore in una comunità di
tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato,
che abbia sede preferibilmente nel luogo più vicino a quello in cui stabilmente
risiede il nucleo familiare di provenienza;
-
la Regione Abruzzo, con L.R. n. 15
del 14 febbraio 1989, promuove e favorisce interventi e servizi
socio-assistenziali in favore di minori, diretti a prevenire e superare
situazioni di bisogno e di emarginazione. A tale scopo, la Regione detta norme
per l’organizzazione e la gestione delle attività e dei servizi
socio-assistenziali rivolti a minori, che manifestano particolari bisogni di
assistenza, di protezione e di educazione e stabilisce che le attività e i
servizi socio-assistenziali sono esercitate dai Comuni;
-
la legge regionale n. 135 del 17
dicembre 1996 prevede l’istituzione del Fondo Sociale Regionale per
l'espletamento dei servizi ed interventi in materia sociale e
socio-assistenziale. Nel fondo confluiscono le risorse finanziarie previste
dalle specifiche leggi regionali per la realizzazione di interventi e servizi
socio-assistenziali, costituite da stanziamenti statali e comunitari;
-
il Fondo è suddiviso in quote
percentuali distinte in relazione a determinate aree di interventi e non è
sufficiente a coprire le spese dei Comuni per i servizi in materia sociale e
socio-assistenziale;
EVIDENZIATO che:
-
il 70 per cento dei tagli nel
servizio sociale territoriale e le problematiche sempre diverse che le famiglie
sono costrette ad affrontare hanno generato ulteriori difficoltà nel gestire il
settore e, soprattutto, un allungamento dei tempi che spesso va in conflitto
con i diritti dei minori.
Tutto
ciò premesso,
IMPEGNA
IL
PRESIDENTE E LA GIUNTA
-
a porre in essere, in prima istanza, tutte le azioni
necessarie per individuare e stanziare maggiori risorse finanziarie da
destinare ai Comuni per le attività e i servizi nel settore sociale
relativamente all’affido dei minori non accompagnati;
-
a definire, in sede di Conferenza Stato-Regioni e
presso le istituzioni competenti, iniziative di coordinamento volte a
determinare atti necessari al fine di rimodulare le competenze tra la Regione e
i Comuni per far sì che le spese destinate a garantire il diritto di assistenza
in favore dei minori non gravino sui bilanci di questi ultimi».