IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA
la risoluzione a firma del consigliere Mercante recante: Intervento della
Regione Abruzzo per lo studio e la predisposizione di un sistema di allarme
presso la diga del lago di Campotosto (AQ) al fine della messa in sicurezza
della Valle del Vomano e di tutte le altre aree a rischio inondazione;
UDITA
l'illustrazione del consigliere Mercante;
UDITO
l'intervento del Presidente D'Alfonso;
All'unanimità
L’APPROVA
Nel testo che di seguito si trascrive:
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO
che:
- l’Italia è uno dei Paesi a maggiore
rischio sismico del Mediterraneo, per la frequenza dei terremoti che hanno
storicamente interessato il suo territorio e per l'intensità che alcuni di essi
hanno raggiunto, determinando un impatto umano, sociale ed economico
estremamente rilevante;
- la sismicità della Penisola italiana è
legata alla sua particolare posizione geografica in quanto situata nella zona
di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica e sottoposta a forti
spinte compressive che causano l'accavallamento dei blocchi di roccia;
- in 2500 anni, l’Italia è stata
interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità (superiore al
IV-V grado della scala Mercalli) e da circa 560
eventi sismici di intensità uguale o superiore all’VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo);
- solamente nel XX secolo ben 7 terremoti
hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (con effetti classificabili
tra il X e XI grado Mercalli);
- la sismicità più elevata si concentra
nella parte centro-meridionale della penisola - lungo la dorsale appenninica
(Val di Magra, Mugello, Val Tiberina, Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del
Liri, Beneventano, Irpinia) - in Calabria e Sicilia, ed in alcune aree
settentrionali, tra le quali il Friuli, parte del Veneto e la Liguria
occidentale;
- i terremoti che hanno colpito la
Penisola, oltre a migliaia di vittime umane, hanno causato danni economici
consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in circa 135 miliardi di
euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento
a cui si devono aggiungere le conseguenze, non traducibili in valore economico,
sul patrimonio storico, artistico, monumentale;
PRESO
ATTO che:
- la sismicità (frequenza e forza con cui
si manifestano i terremoti) è una caratteristica fisica del territorio;
- conoscendo la frequenza e l'energia
(magnitudo) associate ai terremoti che caratterizzano un territorio ed
attribuendo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una
certa magnitudo, in un certo intervallo di tempo, è possibile definire la sua
pericolosità sismica;
- un territorio avrà una pericolosità
sismica tanto più elevata quanto più probabile sarà, a parità di intervallo di
tempo considerato, il verificarsi di un terremoto di una certa magnitudo;
PRESO
ATTO, inoltre, che:
- le conseguenze di un terremoto non sono
sempre gravi ma molto dipende dalle caratteristiche di resistenza delle
costruzioni alle azioni di una scossa sismica;
- la predisposizione di una costruzione ad
essere danneggiata da una scossa sismica si definisce vulnerabilità mentre la
maggiore o minore presenza di beni a rischio e, dunque, la conseguente
possibilità di subire un danno (economico, in vite umane, ai beni culturali,
ecc...), viene definita esposizione;
- il rischio sismico è determinato,
pertanto, da una combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e
dell'esposizione ed è la misura dei danni che, in base al tipo di sismicità, di
resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità
dei beni esposti), ci si può attendere in un dato intervallo di tempo;
- in Italia è possibile attribuire alla
pericolosità sismica un livello medio-alto, per la frequenza e l’intensità dei
fenomeni che si susseguono;
- la Penisola italiana, però, rispetto ad
altri Paesi, come la California o il Giappone, nei quali la pericolosità è
anche maggiore, ha una vulnerabilità molto elevata, per la notevole fragilità
del suo patrimonio edilizio, nonché del sistema infrastrutturale, industriale,
produttivo e delle reti dei servizi;
- il terzo fattore, l’esposizione, si
attesta su valori altissimi, in considerazione dell’alta densità abitativa e
della presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al
mondo;
l’Italia è, quindi, un Paese ad elevato
rischio sismico, inteso come perdite attese a seguito di un terremoto, in
termini di vittime, danni alle costruzioni e conseguenti costi diretti e
indiretti;
DATO
ATTO che:
- con Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20
marzo 2003, come modificata dall’Ordinanza P.C.M. n. 3519 del 28 aprile 2006, è
stata effettuata la classificazione sismica dei comuni italiani;
- secondo tale provvedimento i comuni
italiani sono stati classificati in 4 categorie principali, in base al loro
rischio sismico, calcolato in base al PGA (Peak
Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo) e per frequenza ed
intensità degli eventi;
- la classificazione dei comuni è in
continuo aggiornamento man mano che vengono effettuati nuovi studi in un
determinato territorio, attraverso i dati elaborati e forniti dalle Regioni;
- la classificazione ricomprende quattro
differenti zone e, precisamente:
• Zona 1: sismicità alta, PGA oltre 0,25
g. - comprende 708 comuni;
• Zona 2: sismicità media, PGA fra 0,15 e
0,25 g. - comprende 2.345 comuni;
• Zona 3: sismicità bassa, PGA fra 0,05 e
0,15 g - comprende 1.560 comuni;
• Zona 4: sismicità molto bassa, PGA
inferiore a 0,05 g. - comprende 3.488 comuni;
ACCERTATO
che:
- in base alla classificazione sopra
citata, il comune di Campotosto (AQ) e l’omonimo lago sono situati in zona 2,
quindi zona ad elevata sismicità;
- in particolare essi sono situati sulla
faglia dei Monti della Laga, nota anche come faglia
del Monte Gorzano o di Campotosto-Amatrice, una struttura complessa, di
lunghezza pari a circa 30 km, orientata circa NNW-SSE, con immersione verso SW
di 60°-70°;
RICORDATO
che:
- il lago di Campotosto è il più grande
lago artificiale d'Abruzzo;
- è situato tra i comuni di Campotosto,
Capitignano e L'Aquila ad un'altitudine di 1.313 m s.l.m., con una superficie
di 1400 ettari ed una profondità massima
compresa tra i 30 e i 35 metri;
- fa parte della riserva naturale statale
omonima, istituita su una superficie di 1.600 ettari nel 1984 a tutela
dell'ambiente naturale e del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;
- fu creato negli anni trenta-quaranta con
la costruzione di tre dighe, con lo scopo di utilizzarne le acque per il
funzionamento delle centrali idroelettriche site nella valle del Vomano;
- la creazione del lago è stata possibile
grazie, per l’appunto, alla costruzione di tre dighe, ovvero:
• la diga di Sella Pedicate,
posta a sud, realizzata in terra battuta, ferro e cemento;
• la diga del Rio Fucino, posta a est in
corrispondenza dell'omonimo torrente e realizzata in ferro e cemento;
• la diga di Poggio Cancelli, posta a
nord-ovest in corrispondenza dell'omonima frazione e realizzata in terra
battuta;
- l'invaso è alimentato, oltre che dal Rio
Fucino, da due canali di gronda in corrispondenza delle estremità occidentale e
orientale del lago;
- il dislivello di circa 300 metri
consente l'alimentazione della centrale idroelettrica di Provvidenza posta in
corrispondenza dell'omonimo lago (a sud, nel territorio comunale dell'Aquila)
oltre che delle due centrali più lontane di San Giacomo e Montorio (a est,
rispettivamente nei comuni di Fano Adriano e Montorio al Vomano in provincia di
Teramo);
ATTESO
che:
- le dighe del lago di Campotosto sono, da
diversi anni, sotto i riflettori della Commissione Grandi Rischi della
Protezione Civile;
- allo stato dell’arte ancora non si è a
conoscenza di cosa potrebbe esattamente accadere nel caso si localizzasse
proprio sotto le dighe l'epicentro di un forte sisma e non esiste una
simulazione di rischio sia dell'impatto sia delle conseguenze di un'eventuale
rottura delle dighe stesse;
- si ritiene che progettualmente
le dighe dovrebbero resistere a fenomeni sismici fino a magnitudo 7 Richter;
PRESO
ATTO, purtroppo, delle gravissime
conseguenze in termini di vite umane e danni al patrimonio edilizio
verificatisi a seguito dei più recenti fenomeni sismici, quello dell'Aquila del
2009 che ha prodotto 309 vittime, oltre 1.600 feriti e oltre 10 miliardi di
euro di danni stimati e quello dello scorso 24 agosto che ha causato 295
vittime, centinaia di feriti oltre che vasti danneggiamenti al patrimonio
edilizio e culturale;
PRESO
ATTO, inoltre, che quest’ultimo terremoto ha
interessato e colpito duramente anche il Comune di Campotosto danneggiando
innumerevoli edifici tra cui due strutture pubbliche;
CONSIDERATO
che nell’ipotesi di danneggiamento delle dighe enormi masse d’acqua si
riverserebbero in direzione di Aringo di Montereale ma, soprattutto, nella
Valle del Vomano mettendo a rischio tutti i comuni che insistono su tale area;
ACCERTATO
che i principali centri abitati ricadenti nella valle, o sul perimetro della
stessa, sono i seguenti (in ordine da monte verso valle):
Ortolano (Campotosto); Crognaleto; Fano
Adriano; Senarica; Montorio al Vomano; Basciano;
Penna Sant'Andrea; Val Vomano; Villa Vomano; Canzano; Castellalto; Castelnuovo
Vomano; Castelbasso; Cermignano; Guardia Vomano; Cellino Attanasio; Morro
d'Oro; Notaresco; Atri; Voltarrosto; Scerne; Roseto degli Abruzzi;
ATTESO
che risultano attivi, in altri paesi ad elevato rischio sismico, sistemi di
allarme in grado di garantire la massima sicurezza per le popolazioni
interessate;
DATO
ATTO che tale problematica è, in Abruzzo,
particolarmente avvertita, alla luce di quanto sopra ricordato, soprattutto nel
versante teramano del Gran Sasso;
RITENUTO,
quindi, fondamentale, considerando la particolare pericolosità del sito di
Campotosto, che la Regione Abruzzo ponga immediatamente in essere ogni
adempimento necessario allo studio ed alla consequenziale predisposizione di un
sistema di allarme per la messa in sicurezza della Valle del Vomano e di tutti
quei centri abitati che potrebbero essere colpiti da una eventuale inondazione
delle acque in caso di problemi, pericoli o rotture delle dighe;
PRECISATO,
infatti, che i danni potrebbero essere moltissimi e gravissimi, come ricorda
tristemente il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, quando una frana del
monte Toc precipitò nel bacino facendolo traboccare e inondando i territori
vicini provocando, così, 1.917 vittime;
Tutto ciò premesso e considerato
IMPEGNA
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
DELL’ABRUZZO E LA GIUNTA
- a
porre in essere, immediatamente, ogni azione necessaria, al fine dello
studio e della predisposizione, in tempi brevi, di un sistema di sicurezza che
consenta, in caso di danneggiamenti alle dighe del lago di Campotosto provocati
da fenomeni sismici o da qualunque altro evento, di inviare un segnale di
allarme ai centri abitati della Valle del Vomano e di tutte le altre aree che
potrebbero essere interessate dalla conseguente inondazione, in modo tale da
garantire una pronta messa in sicurezza dei cittadini ed evitare esiti ben più
tragici di quelli degli ultimi terremoti»