Risoluzione sulla centrale di compressione e metanodotto progetto rete adriatica SNAM.

 

LA SECONDA COMMISSIONE

 

VISTA la risoluzione a firma dei Consiglieri Iampieri, Pietrucci, Mercante, Di Nicola, Balducci e Gerosolimo sulla centrale di compressione e metanodotto progetto rete adriatica SNAM;

 

UDITA l'illustrazione del consigliere Iampieri;

 

UDITI gli interventi dei consiglieri Gerosolimo, Mercante, Bracco e Di Nicola;

 

UDITI gli interventi degli invitati in audizione Luigi La Civita, Consigliere del Comune di Sulmona e di Mario Pizzola, in rappresentanza dei Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona;

 

All'unanimità

 

L'APPROVA

 

Nel testo che di seguito si trascrive:

 

PREMESSO che:

-        in tenimento del Comune di Sulmona, precisamente in prossimità della località “Case Pente”,  circa venti anni or sono, in esecuzione  di servitù coattivamente imposte ai proprietari dei fondi, la Società SNAM procedeva alla installazione di  tubi adibiti  alla conduzione del gas metano;

-        nel mese di febbraio dell’anno 2005, la SNAM  Rete Gas trasmetteva al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dei Beni e Attività Culturali, alla Regione Abruzzo, al Comune di Sulmona ed ad altri Enti, lo studio di impatto ambientale per l’ottenimento e il pronunciamento della  compatibilità ambientale (ex  art. 6 della legge 349/1986) in ordine alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata “Centrale di compressione gas di Sulmona e delle quattro linee di collegamento alla rete SNAM Rete Gas esistente”, aggiuntiva rispetto alla condotta già installata; 

-        nel mese di ottobre dello stesso anno, il Ministero  delle Infrastrutture chiedeva agli enti destinatari, per quanto di rispettiva competenza, di pronunciarsi in merito al progetto in argomento;

-        il Comune di Sulmona, in data 11/10/2006, con una nota a firma dell’allora Vice-Sindaco, nonostante il parere contrario della Commissione Consiliare  Ambiente ,  comunicava alla SNAM la volontà di sottoporre all’attenzione del Consiglio Comunale una proposta , fondata sulla “impossibilità di delocalizzare la centrale”, consistente nella “valorizzazione del sito primitivo”, nelle “misure di mitigazione richieste per il problema paesaggistico”, nella “analisi sismica  aggiuntiva” e nella “analisi delle emissioni in atmosfera”; con la medesima nota, si chiedeva alla SNAM l’assenso di massima “su una misura compensativa aggiuntiva del valore di 500.000,00 euro”;

-        negli anni seguenti, l’Amministrazione Comunale di Sulmona, sulla base di una più meditata, responsabile e consapevole valutazione della problematica e di una più sensibile considerazione dei temi legati alla tutela della salute e alla preservazione delle risorse ambientali e paesaggistiche (ingeneratasi anche in ragione di specifiche e meritorie  prese di posizione  della classe medica locale, appositamente costituitasi in comitato), si è determinata in maniera diversa e il Consiglio Regionale, con voto unanime, ha espresso la sua ferma contrarietà al progetto della SNAM Rete Gas  con le motivazioni contenute nelle risoluzioni adottate in date 18/10/2011, 3/12/2013 e 22/07/2014, al cui contenuto si rimanda integralmente;

-        il Consiglio Regionale, nel periodo ricompreso tra il 2012 e il 2015, ha inoltre approvato quattro leggi mirate a disciplinare la collocazione nel territorio regionale delle infrastrutture inerenti  al trasporto del gas;

-        la Giunta Regionale, attraverso sei atti deliberativi, ha negato le intese sull’opera  così come progettata dalla Società SNAM Rete Gas;

-        in occasione degli ultimi incontri del 24/09/2015 e del 05/10/2015 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (cui la questione, risalente ad oltre dieci anni addietro,  è rimessa in virtù di quanto  statuito dall’art. 14, comma 3, della legge 241/1990), è emersa  la proposta della possibile modifica del sistema di alimentazione della centrale da gas a elettrica;

 

CONSIDERATO che:

-            tale proposta non è condivisa dal Consiglio Comunale di Sulmona che, nella seduta del 30 ottobre scorso, ha approvato all’unanimità una delibera nella quale si afferma che: “anche qualora dovesse essere ridotto o eliminato l’inquinamento atmosferico (tutto da valutare l’inquinamento elettromagnetico conseguente alla costruzione dell’elettrodotto di servizio), resterebbero tutti gli altri impatti e rischi” quali : non compatibilità urbanistica dell'opera rispetto alla pianificazione territoriale in quanto l'area interessata dalla realizzazione della centrale ricade in Zona Agricola Normale (art. 3.44 N.T.A.), Zona Agricola di rispetto idrogeologico (Art.3.44 N.T.A.), Zona di rispetto stradale (Art. 3.08 N.T.A.) e Zona di rispetto cimiteriale (Art. 3.55 N.T.A.) del vigente P.R.G.; notevoli rischi per l'incolumità dei cittadini a causa della elevata sismicità dell'area; rischi molto elevati per il cimitero data la vicinanza delle 4 linee di collegamento alla centrale (del diametro di 1 metro e 20 ciascuna) e impossibilità dello stesso cimitero di espandersi per il futuro; pesante impatto ambientale e paesaggistico dell'opera in un' area che è una delle porte di accesso al Parco nazionale della Majella; inquinamento acustico e visivo prodotto dalla centrale; contrasto con l'assetto idrogeologico e con il rilevante interesse archeologico dell'area; notevoli danni alla economia locale, in particolare all'agricoltura e al turismo;

 

CONSIDERATO INOLTRE che:

-            dare l’assenso alla centrale, sia pure a propulsione elettrica, significa automaticamente dare l’assenso anche al metanodotto, del quale la centrale è a supporto, con tutti gli impatti e i rischi che questa infrastruttura comporta, quali : non compatibilità urbanistica dell'opera rispetto alla pianificazione del territorio; contrasto con la normativa che tutela gli usi civici; rischio molto elevato, con conseguenze disastrose per l'intero territorio e per la salute umana, a causa di eventuali incidenti quali esplosioni ( vedi Mutignano di Pineto, 6 marzo 2015), connesse alla pericolosità del prodotto trasportato o a causa del possibile verificarsi di eventi sismici  (le aree interessate dal tracciato del gasdotto sono in gran parte ad altissima sismicità); pregiudizio al valore ambientale, paesaggistico, archeologico e idrogeologico delle aree attraversate dal metanodotto; impatto idrologico e rischio di alterazione della falda idrica  (in particolare nel Comune di Popoli, dove il metanodotto coinvolge le aree del bacino imbrifero del Gran Sasso); pesanti limitazioni all'attività agricola, caratterizzata da coltivazioni di pregio (aglio rosso, frutteti, vigneti, uliveti); danni consistenti alle opere di irrigazione e di miglioramento fondiario (opere del Consorzio di Bonifica e opere di canalizzazione realizzate dai Celestini molti secoli fa); sensibile deprezzamento del valore immobiliare dei terreni e svalutazione del patrimonio immobiliare presente nelle vicinanze dell'infrastruttura;

 

PRESO ATTO che

-            la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il 26/10/2011 una risoluzione con cui si “impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative di competenza, anche dopo un necessario approfondimento attraverso un tavolo tecnico, ed in accordo con le amministrazioni interessate, per disporre la modifica del tracciato ed escludere la fascia appenninica al fine di evitare, sia gli alti costi ambientali che deriverebbero, sia l'elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità del metanodotto”;

-            nella delibera del 20/02/2015 n. 132, la Giunta regionale d’Abruzzo conferma “ il proprio parere negativo sull’opera complessiva progettata dalla Snam  e costituita dalla centrale di compressione in Sulmona e dal metanodotto – tratto Sulmona (l’Aquila, Pescara) Foligno – “ e rileva che “alla decisione del massimo organo elettivo del nostro Paese non è mai stata data attuazione: il Governo non ha disposto la modifica del tracciato, né è mai stato convocato un vero e proprio tavolo nazionale per l’individuazione delle soluzioni alternative”;

 

CONDIVIDE le motivazioni del Comune di Sulmona, così come esplicitate nella delibera consiliare approvata il 30/10/2015;

 

CONFERMA le motivazioni di contrarietà all’opera contenute nelle risoluzioni del Consiglio Regionale e richiamate in premessa:

 

IMPEGNA

 

IL PRESIDENTE LUCIANO D’ALFONSO E LA GIUNTA REGIONALE:

 

-            a confermare e sostenere in tutte le sedi istituzionali la posizione di assoluta contrarietà all’opera unitaria, (metanodotto e centrale di compressione), mantenendo le negazioni delle intese già espresse e ribadendo la contrarietà, per eventuali futuri procedimenti, anche a centrali di compressione con alimentazione diversa da quella a gas;

-            a non adottare o a revocare ogni eventuale atto della Giunta Regionale che sia in contrasto con  la presente risoluzione;

-            a chiedere un incontro urgente, da effettuarsi prima del 13 novembre, con il Governo nazionale e in particolare con il Ministro Guidi, titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico, affinchè il Governo attui quanto deciso dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, istituendo il tavolo tecnico per lo studio delle possibili alternative al progetto della Snam, al di fuori della dorsale appenninica.