LA
QUINTA COMMISSIONE CONSILIARE
VISTA la risoluzione n.
4 del 20 novembre 2015 a firma del Consigliere Smargiassi recante: “Situazione
Casa lavoro di Vasto”;
UDITA l’illustrazione
del Consigliere Smargiassi;
VISTO l’Art. 158 del
Regolamento interno dei lavori del Consiglio Regionale;
All’unanimità
dei Consiglieri presenti
L’APPROVA
Nel
testo che di seguito si trascrive:
PREMESSO:
- nel settembre 2014 il sottoscritto,
insieme al Senatore della Repubblica Gianluca Castaldi, si è recato presso la
struttura Casa lavoro di Vasto in località Torre Sinello;
- nel corso della visita si sono palesate
talune criticità che purtroppo affliggono molti degli istituti sparsi per
l’Italia e nella nostra regione, come peraltro confermato dall’Avv. Salvatore Braghini (Presidente dell’Associazione Antigone Abruzzo per
i diritti e le garanzie nel sistema penale) ascoltato in audizione nel corso
della V^ Commissione dello scorso 19 novembre, in merito soprattutto ai profili
sanitari ed alla condizione degli internati residenti in Abruzzo;
- tra le diverse difficoltà percepite
dallo scrivente nel corso della visita vi è sicuramente quella della assenza di
lavoro all’interno della suddetta struttura, circostanza questa paradossale che
stride proprio con la definizione di “casa lavoro” data alla struttura,
riducendo la stessa ad un mero luogo di detenzione, ad un carcere appunto;
- la condizione descritta al punto che
precede fa si che il detenuto passi gran parte della
propria giornata a non fare nulla, in completa assenza di stimoli che
permettano allo stesso di elevare la propria condizione verso un quadro di
normalità che l’impegno in un’attività lavorativa è in grado di garantire
nell’animo e nella percezione di se stessi;
- non seguendo, pertanto, nei fatti, alcun
percorso lavorativo, gli internati non offrono elementi utili per valutare un
loro eventuale ravvedimento; con una vita del genere, senza lavoro, trattati
come detenuti, tagliati fuori dal mondo, la possibilità di recupero per un
internato è praticamente nulla: si ottiene piuttosto
l'effetto contrario di quello dichiarato sulla carta.
CONSIDERATO:
- che il più grave effetto che un tale
stato di cose produce è, paradossalmente, il sovraccarico di lavoro per le
unità di Polizia penitenziaria e di responsabilità per le stesse che si trovano
a contatto quotidiano con persone fortemente disagiate, spesso con problemi di
salute sia fisica che psicologica.
- che di fronte al precipitare di una
situazione già compromessa in partenza, le Organizzazioni Sindacali di
categoria hanno dichiarato lo stato di agitazione e la possibilità di forme di
protesta eclatanti.
RICORDATO:
-
che già nel settembre dello scorso
anno si parlava di nuove opportunità e soluzioni produttive per i
detenuti/ospiti della casa lavoro di Vasto, più in particolare la creazione di
una sartoria che desse modo di impiegare quotidianamente le persone presenti
nella struttura.
EVIDENZIATO:
- che ad oggi, per quanto è dato sapere,
il tutto è ancora fermo nella casa lavoro di Vasto, non essendovi ancora le
necessarie autorizzazioni da parte del Ministero competente per materia;
RITENUTO:
- che nell’ottica di perseguire i principi
sanciti nella nostra Costituzione, tra cui appunto quello contenuto
all’articolo 27 comma 3 (Le pene non possono consistere in trattamenti contrari
al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato), è
necessario garantire ai detenuti della casa lavoro di Vasto di essere impegnati
in attività come quelle previste al punto che precede
Per
tutto quanto sopra evidenziato
SI
IMPEGNA
IL
PRESIDENTE DELLA GIUNTA E LA GIUNTA REGIONALE DELL’ABRUZZO
1. a
promuovere un confronto con il Ministero della Giustizia volto ad
individuare e dirimere le criticità, verosimilmente di carattere burocratico,
che attualmente non permettono di dare inizio, all’interno della casa lavoro di
Vasto, all’attività di sartoria presso la più volte citata struttura.