Risoluzione Regolamentazione dell'assistenza non sanitaria all'interno di strutture di ricovero sanitarie e socio-sanitarie. Proposta di istituzione di elenco badanti.

 

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

VISTA la risoluzione a firma dei consiglieri Pettinari, Smargiassi, Mercante e Marcozzi recante: Regolamentazione dell'assistenza non sanitaria all'interno di strutture di ricovero sanitarie e socio-sanitarie. Proposta di istituzione di elenco badanti;

 

UDITA l'illustrazione del consigliere Pettinari;

 

all'unanimità dei votanti

 

L'APPROVA

 

nel testo che di seguito si trascrive:

 

«IL CONSIGLIO REGIONALE

 

PREMESSOche la carenza di personale, che si registra in tutti i presidi ospedalieri della Asl, mette a rischio non solo il regolare svolgimento delle attività e dei servizi sanitari ma incrementa considerevolmente l’offerta di prestazioni in nero;

 

CONSIDERATOche a seguito della crisi e della conseguente esigenza delle famiglie di ricercare soluzioni di assistenza meno onerose, seppur meno specializzate, ha implementato un fenomeno, per sua natura assai sfuggevole e difficilmente "fotografabile", di utilizzare badanti non regolarizzate. Sono numerose, infatti, le signore che svolgono l'assistenza in maniera irregolare, concentrate in maggioranza nelle corsie dei nosocomi e in strutture sanitarie private e accreditate. Le cosiddette badanti "in nero" assistono i pazienti soprattutto durante i pasti ed il riposo notturno, in sostituzione dei familiari, dietro compensi che, visto l'importo contenuto, sfuggono facilmente ai controlli fiscali incrementando così, oltre all'evasione, il cosiddetto caporalato. Esse avvicinano i pazienti a letto e lasciano perfino i biglietti da visita nei reparti, sebbene entrambe queste procedure siano tassativamente vietate. Un sottobosco fatto di passaparola, suggerimenti da parte del portiere, delle infermiere dell'ospedale o anche dalle assistenti sociali, spesso non disinteressati a questo giro di lavoro nero;

 

APPRESOche la sopra citata realtà continua ad essere un’opzione ancora troppo scelta (nonostante l’allarmante fenomeno sembrasse essere stato debellato attraverso i controlli eseguiti dalle ASL e dagli organi di polizia) con conseguenze economiche pesanti per chi svolge, con tutte le carte in regola, attività nel settore dell’home care e dell’assistenza ad anziani, ammalati e disabili;

 

VISTOche l’Azienda Asl provinciale Avezzano – Sulmona - L’Aquila, a fine 2013, ha varato e adottato il regolamento per lo svolgimento dell’assistenza integrativa non sanitaria (dizione tecnica della figura della badante) intendendo, per tale, l’attività che viene effettuata a pagamento, su richiesta del degente o del familiare o persone di fiducia, da cooperative, Agenzie e imprese individuali e che può ora essere esercitata anche dal prestatore di lavoro occasionale;

 

LETTAla Circolare del 16.5.2005 (prot. 63598) con cui il Dipartimento sociale della Regione Lazio trasmetteva alle Unità Sanitarie Locali della Regione e regolamentava l’attività di assistenza integrativa non sanitaria svolta dalle badanti all’interno dei nosocomi a favore di pazienti non autosufficienti;

 

ATTESTANDO

-       che tale fenomeno ha fortemente penalizzato "chi opera nella legalità". Infatti, le cooperative sociali si vedono costantemente erodere i margini economici solo perché hanno scelto di erogare un servizio professionale qualificato e sicuro, mentre aumentano i servizi prestati senza regolare emissione di fattura da personale non contrattualizzato.

-       Le "irregolari", infatti, promettono, falsamente, a parità di servizio, tariffe molto più basse di quelle praticate dalle cooperative sociali regolarmente costituite. In realtà chiedono dai sei agli otto euro all'ora, senza però assumersi alcuna responsabilità sul paziente. Le cooperative sociali invece mettono a disposizione un operatore, rilasciano regolare fattura e, soprattutto, impiegano personale qualificato.

 

IMPEGNA

 

LA GIUNTA REGIONALE

 

1.         ad offrire uno strumento per una maggior tutela del paziente e dei suoi familiari perchè consapevoli di quanto sia importante la sicurezza della persona ammalata;

2.         affinchè la Direzione Sanitaria di ogni singolo nosocomio pubblico e /o privato predisponga ed aggiorni l’elenco nominativo delle "badanti" (intendendo per tale anche cooperative sociali di riferimento, associazioni e società che offrono il menzionato servizio di assistenza), consentendo che presso determinati punti informativi siano esposti locandine, depliant di soggetti che, autorizzati dalla Direzione, possano espletare detta attività integrativa di assistenza non sanitaria, avendone i requisiti;

3.         affinchè presso l’ufficio accettazione delle ASL siano disponibili moduli in bianco da compilarsi a cura dei familiari del degente, con la richiesta di assistenza da parte della individuata cooperativa, associazione, singola badante che dovrà prestare quell’assistenza;

4.         al fine di regolamentare il servizio per consentire l’accesso all’attività di assistenza non sanitaria a pagamento del solo personale iscritto nell’apposito elenco;

5.         affinchè venga fatto assoluto divieto a tutto il personale sanitario (e non) della struttura di rendersi disponibile per fornire assistenza non sanitaria dietro compenso e di indicare nominativi di assistenti/organizzazioni;

6.         affinchè le badanti debbano indossare un camice di colore arancione, esibire apposito cartellino identificativo, rispettare gli adempimenti fiscali previsti dalla legge, non fare propaganda».