Risoluzione: Punti nascita di Ortona, Atri, Sulmona e Penne: una maggiore analisi prima di decidere per la chiusura

 

IL CONSIGLIO REGIONALE

 

VISTA la risoluzione a firma dei consiglieri Sospiri, Mercante, D'Ignazio, Di Dalmazio, Febbo, Chiodi, Gatti, Iampieri, Ranieri, Marcozzi, Smargiassi, Pettinari e Bracco recante: Punti nascita di Ortona, Atri, Sulmona e Penne: una maggiore analisi prima di decidere per la chiusura;

 

UDITA l'illustrazione del consigliere Febbo;

 

UDITI gli interventi dei consiglieri D'Ignazio,

Gatti e Mercante;

 

A Maggioranza Statutaria

 

L'APPROVA

 

nel testo che di seguito si trascrive:

 

«Il Consiglio regionale

 

PREMESSO CHE:

-        il Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin ha recentemente dichiarato, così come riportato dagli organi di stampa: “La deroga ai punti nascita si può dare, dipende soprattutto dalle condizioni morfologiche territoriali. Però, un conto è se un punto nascita ne fa 490 al posto di 500, un conto se ne fa 200. Gli ospedali dove nascono i bambini devono essere in sicurezza per i piccoli e per le madri. Questa deve essere l’unica cosa che ci deve guidare nelle nostre scelte”;

-        il Comitato per il percorso nascita regionale (C.P.N.R.), chiamato ad esercitare i compiti previsti dall’accordo approvato dalla Conferenza Unificata e dai provvedimenti regionali di recepimento della stessa, in data 16.12.2014 avrebbe determinato in via definitiva la chiusura dei punti nascita in oggetto, provocando vero e proprio panico sociale come confermano le notizie riferite dai quotidiani in  data odierna in riferimento in particolare a Sulmona;

 

PRECISATO CHE

-        prima della chiusura è necessaria l'attivazione del servizio di trasporto per le emergenze neonatali (STEN) e del servizio di trasporto materno assistito (STAM) per la tutela della qualità e della sicurezza della paziente e del nascituro, nonché il potenziamento strutturale e organizzativo dei reparti di ostetricia e ginecologia che resteranno attivi e si dovrà valorizzare ulteriormente il collegamento funzionale dei punti nascita e delle neonatologie con la rete regionale di emergenza per un miglior collegamento dell’ospedale con il territorio e che tali esigenze, malgrado da noi sottolineate nella precedente risoluzione discussa nella seduta di Consiglio regionale del 14.10.2014, sono rimaste fondamentalmente inevase;

 

RICORDATO CHE

il documento di riorganizzazione dei Punti Nascita della Regione Abruzzo redatto dall’Agenzia Sanitaria Regionale ha basato lo studio sull’analisi delle SDO (ricoveri ospedalieri) fino all’anno 2013;

 

PRESO ATTO CHE

per esempio il punto nascite di Ortona, indicato tra quelli da chiudere, ha raggiunto 513 parti nel 2010, 520 nel 2011, 529 nel 2012 e solo nel 2013 ne ha raggiunto 488, mentre nel 2014 ha superato ampiamente la soglia dei 500 e rispetta tutti gli standard di qualità (tecnologici, strutturali e organizzativi) previsti dall’Accordo Stato Regioni del 2010, il cosiddetto Piano Fazio. Inoltre, ad Ortona nell’ambito della programmazione regionale si è voluto istituire l’Ospedale della Donna con la Breast Unit dal 2011 e si è conclusa, proprio in questi giorni, la procedura per il conseguimento della certificazione EUSOMA: certificazione di eccellenza molto prestigiosa conseguita ad oggi da sole 5 strutture in Italia e 10 in Europa;

 

CONSIDERATO CHE

Il documento pubblicato nei primi mesi del 2014 dall’Agenas relativo ai punti nascita pubblici e privati da chiudere, distinti per regione, in base ai dati del Piano Nazionale Esiti per l’Abruzzo esclude il punto nascite di Ortona tra quelli da chiudere;

 

DATO ATTO

-        che il punto nascita di Atri rispetta perfettamente i parametri previsti nell’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 in quanto:

-        il numero di parti nel 2014 è stato pari a 517 e nel 2015, sulla base dei dati fino ad ora registrati, si presume superiore ai 600;

-        la media dei parti cesarei è più bassa (pari al 37,5%) sia di quella regionale (pari al 38,2%) che di quella nazionale (pari al 35%);

-        si tratta di un punto nascita con elevatissimi standard di sicurezza e dispone di una UUOO di Neonatologia pediatrica;

 

e pertanto deve esserne assolutamente esclusa la chiusura.

 

VALUTATO ANCORA UNA VOLTA CHE

per esempio il punto nascite di Sulmona, nel primo documento di riorganizzazione dei punti nascita dell’Agenzia Sanitaria Regionale è indicato tra quelli da mantenere attivi con deroga al principio dei 500 parti l’anno per fattori strettamente orografici del territorio legati alla necessità di garantire adeguati tempi di percorrenza. Infatti, il tempo medio di percorrenza tra Sulmona e i Presidi Ospedalieri più vicini (Chieti e Avezzano) è prossimo ai 50 minuti e il tempo medio di percorrenza tra il territorio di Castel di Sangro e i Presidi più vicini (Chieti, Avezzano e Vasto) è prossimo ad un’ora e trenta;

 

PRESO ATTO CHE

la chiusura dei punti nascita riverserebbe l’attività su quelli già esistenti, per esempio quella di Penne si sposterebbe a Pescara che è già al massimo dell’operatività con una media di 2037 parti l’anno e la chiusura di quello di Atri avrebbe ripercussioni sull’operatività di quello di Teramo che già supera gli 800 parti l’anno;

 

tutto quanto premesso

 

 

IMPEGNA

 

il Presidente della Giunta regionale, Commissario ad acta

 

-        a mantenere i reparti di ostetricia e ginecologia di Sulmona, Atri, Ortona e Penne, i cosiddetti Punti Nascita, attivi, assicurando ogni iniziativa per garantite sempre maggior sicurezza dei nascituri e delle madri;

-        a sospendere e ritirare immediatamente il Decreto Commissariale 10/2015, che disponeva la chiusura dei punti nascita di Sulmona, Atri, Ortona e Penne».