IL CONSIGLIO REGIONALE

 

VISTA la risoluzione a firma del consigliere Paolini recante: Adozione di misure idonee a promuovere la cultura della salute e della sicurezza sul posto di lavoro;

UDITA l’illustrazione del consigliere Paolini;

all’unanimità

L'APPROVA

nel testo che di seguito si trascrive:

«IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE

-          la più recente indagine condotta dalla Società Vega Engineering di Mestre (Ve) testimonia drammaticamente che a fronte dei 1.515 casi di morti bianche registrate in Italia, nel triennio 2011/2013, è l'Abruzzo come regione al primo posto della classifica con un indice del 52,5% contro una media nazionale del 22% (per incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa);

-          i settori maggiormente colpiti sono l'agricoltura, interessata dal maggior numero di morti bianche (46,5%) e le costruzioni (23,6%), ma dati particolarmente preoccupanti emergono anche con riferimento ad altri settori e per conseguenze limitate a casi, variabili in quanto a gravità, di parziale inabilità temporanea o permanente;

-          le cause principali degli incidenti mortali sono: le cadute dall'alto, il ribaltamento di veicoli e mezzi di trasporto (es. agricoli) e lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti. Nella quasi totalità dei casi di tratta di cause elementari, ma ripetute e cronicizzate, assunte in violazione di norme specifiche, ma anche di un gravissimo deficit di sensibilità e cultura rispetto ai temi della più generale tutela sui luoghi di lavoro;

CONSIDERATO CHE

-          il cardine fondamentale di una diffusa cultura in materia va individuato, in particolar modo, nell'adozione di misure informative/formative rivolte ai più giovani, da acquisire e mantenere quale indispensabile bagaglio personale di vita lavorativa e familiare;

-          una particolare attenzione deve essere riservata, oltre che agli studenti della scuola dell'obbligo e delle università, anche agli allievi partecipanti ai corsi di formazione professionale e che costituiranno le nuove generazioni di lavoratori. Si tratta di un passo fondamentale per promuovere una corretta cultura della salute e della sicurezza in capo alle nuove generazioni di lavoratori, quali sono gli allievi partecipanti ai corsi di formazione;

RAMMENTATO CHE

-          attualmente, nella nostra regione, non tutti i corsi di formazione prevedono l'insegnamento della materia "sicurezza sul lavoro" e nemmeno risulta sufficientemente avviata l'attività di promozione culturale in tema di prevenzione e sicurezza nell'ambito scolastico e universitario;

RAVVISATO CHE

-          è necessario, quindi, che in primis le Amministrazioni pubbliche al loro interno, ma anche attraverso l'adozione di misure idonee a promuovere la cultura della sensibilità in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, garantiscano e promuovano il mantenimento di adeguati livelli a tutela dei lavoratori;

-          parimenti e per le stesse finalità, la Regione, in raccordo con i soggetti competenti o comunque coinvolti, deve farsi carico della proposizione di iniziative che favoriscano la programmazione di progetti formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro da realizzarsi nell'ambito di attività scolastiche e universitarie, mediante percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie di insegnamento;

IMPEGNA

La Giunta Regionale, per la parte di propria competenza

1.         all'adozione di direttive e/o disposizioni attuative di norme nazionali finalizzate a rendere effettiva e concreta la materia "salute e sicurezza sul lavoro" anche nei programmi di studio e nei cataloghi dell'offerta di tutti i corsi di formazione professionale;

2.         a creare le condizioni per la realizzazione di percorsi formativi e di aggiornamento professionale per le figure previste dal D.Lgs. 81/2008 (lavoratori, datori di lavoro) e per la professionalizzazione di figure a sostegno del miglioramento della gestione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro (es. Rspp, Rls);

3.         a verificare, di concerto con l'INAIL, i servizi di Prevenzione delle ASL, le OO.SS. e le Organizzazioni di categoria dei settori produttivi maggiormente coinvolti, l'opportunità di proporre misure e individuare procedimenti idonei a ridurre gli obblighi burocratici a carico dei datori di lavoro ma, allo stesso tempo, garantire un più elevato grado di sicurezza sul posto di lavoro;

4.         a predisporre e divulgare adeguati strumenti di supporto alle imprese (soprattutto piccole, medie e micro-imprese) in termini di best-practice, linee guida, procedure operative, materiale informativo e divulgativo, diversificati per target e settori lavorativi, liberamente consultabili attraverso l'utilizzo dei siti internet delle diverse amministrazioni;

5.         a realizzare ulteriori campagne regionali di sostegno informativo, sia di carattere generale che per target e settori specifici ad elevato rischio infortunistico, quali l'edilizia e l'agricoltura;

6.         a valutare la proposizione di iniziative che favoriscano la programmazione di progetti formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro da realizzarsi nell'ambito di attività scolastiche e universitarie, mediante percorsi formativi interdisciplinari che diffondano tra i giovani, studenti e lavoratori, la consapevolezza della rilevanza dei temi della prevenzione;

7.         ad effettuare opera di sensibilizzazione al fine di modificare il D.P.R. 30.6.1965, n. 1124, art. 85, che regola il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro, nel senso di garantire il diritto alla rendita al familiare superstite anche qualora l'infortunio mortale sia occorso a persona che non contribuisce al mantenimento di familiari a carico».