LAGIUNTA REGIONALE

Omissis

DELIBERA

-    di approvare il Progetto Obiettivo Regionale su Tutela della salute in ambito penitenziario, in attuazione dei D.Lgs. n. 230 del 22 giugno 1999, accluso alla presente quale parte sostanziale;

-    di stabilire che agli oneri necessari per la realizzazione dello stesso, si provvederà mediante le risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero di Grazia e Giustizia e da trasferire al Servizio Sanitario Nazionale;

-    di considerare il citato Progetto un indirizzo per la elaborazione del Piano Sanitario Regionale nella parte che attiene l’Assistenza sanitaria ai detenuti ed agli internati;

-    di incaricare il Dirigente del Sevizio di Prevenzione Collettiva ed il gruppo di lavoro interistituzionale a svolgere una funzione di coordinamento per il perseguimento delle finalità indicate nel Progetto Obiettivo Regionale e di consulta, anche per quanto attiene la stesura del Piano Sanitario Regionale limitatamente alla parte di competenza;

-    di delegare il Dirigente del Servizio di Prevenzione Collettiva della Direzione Sanità della Regione Abruzzo, all’assunzione degli atti conseguenti alla presente deliberazione;

-    di provvedere alla pubblicazione del presente Provvedimento sul B.U.R.A. (Bollettino Ufficiale del la Regione Abruzzo).



REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

PROGETTO OBIETTIVO

PER LA TUTELA DELLA SALUTE IN

AMBITO PENITENZIARIO

Il presente testo viene redatto dal GRUPPO DI LAVORO costituito dai rappresentanti del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e dell’Assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo, come previsto dalla Ordinanza Dirigenziale n. DG 14/03 del 10/12/2001 :

Dott. Giovanni CARUSI

Direttore Regionale Direzione Sanità o suo delegato, con funzioni di coordinamento;

Dott. Stefano GIOVANNOLI

Medico Regionale assegnato alla Direzione Sanità  Responsabile dell’Ufficio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione – Servizio Prevenzione Collettiva, cui affidare la direzione del progetto;

Dott. Ing. Dante Carlos SALCE

Ingegnere Regionale, assegnato alla Direzione Attività Produttive – Responsabile dell’Ufficio Sviluppo dell’Industria e Sorveglianza;

Dott. Franco PETTINELLI

Coordinatore dell’Unità Operativa di Sanità  Penitenziaria PRAP di Pescara;

Dott. Massimo FORLINI

Componente Medico dell’Unità Operativa di Sanità Penitenziaria PRAP di Pescara - Direttore Sanitario Istituto Penitenziario di Teramo;

Dott. Francescopaolo SARACENI

Direttore Sanitario Istituto Penitenziario di Vasto;

Dott. Ercole RANALLI

Dirigente Medico A.S.L. Lanciano-Vasto – Direttore SIAN

Dott. Pietro D’EGIDIO

Dirigente Medico ASL Pescara Direttore Servizio per le Tossicodipendenze – Dipartimento Sanitario Assistenziale;

Dott.ssa Rossana CASSIANI

Dirigente Medico ASL Avezzano-Sulmona – Direttore Dipartimento Prevenzione e Servizio Igiene e Sanità Pubblica;

Sig. Roberto ANGELUCCI

dipendente Regionale assegnato alla Direzione Sanità con funzioni di collaborazione e supporto alle attività tecnico-amministrative;

Dott.ssa Manuela DI GIACOMO

Istruttore Direttivo Amministrativo assegnato alla Regione Abruzzo – Direzione Sanità, con funzioni di segretaria.

 


INDICE

 

1. PREMESSA

Pag.

2. La realtà penitenziaria regionale

Pag.

3. L’attuale assetto organizzativo

Pag.

4. Gli obiettivi della salute

Pag.

4.1 Le attività di prevenzione

Pag.

4.1.1 La prevenzione ambientale

Pag.

4.1.2 Tutela e promozione della salute dell’individuo e

della comunità Penitenziaria in generale

Pag.

4.2 Le attività di cura

Pag.

4.2.1 La medicina generale

Pag.

4.2.2 La medicina d’urgenza

Pag.

4.2.3 La medicina specialistica

Pag.

4.2.4 L’assistenza ai detenuti tossicodipendenti

Pag.

4.2.4.1 Premessa

Pag.

4.2.4.2 Caratteri strutturali e organizzativi degli Istituti o sezioni di 1° livello

Pag.

4.2.4.3 Istituti o sezioni di custodia attenuata

Pag.

4.2.4.4 Schema degli elementi qualificanti il circuito della custodia attenuata

Pag.

4.2.5 La patologia infettiva con particolare riferimento

all’infezione da HIV e la cura delle patologie correlate

Pag.

4.2.6 Le attività di riabilitazione

Pag.

4.2.7 La tutela della salute della donna e la salvaguardia

del diritto di maternità

Pag.

4.2.8 La tutela della salute dei detenuti disabili e portatori di handicap

Pag.

4.2.9 L’assistenza sanitaria alle persone detenute immigrate

Pag.

4.2.10 La tutela della salute mentale

Pag.

4.2.11 L’assistenza farmaceutica

Pag.

5. I modelli organizzativi

Pag.

6. Il ricovero nelle Unità Operative di degenza

Pag.

7. Conclusioni

Pag.

-    Allegato A – Scheda di Sorveglianza per le malattie infettive

-    Allegato B – Schema di convenzione tra Provveditorato Regionale e ASL per gli Istituti e sezioni di custodia attenuata

-    Allegato C – Schema di contratto tra l’equipe trattamentale e il detenuto in custodia attenuata


1. PREMESSA

Il D.Lgs. nr. 230 del 22 giugno 1999 intitolato “Riordino della medicina penitenziaria, in applicazione dell’art. 5 della Legge 30 novembre 1998 n. 419” stabilisce che i detenuti e gli internati, al pari dei cittadini in stato di libertà, hanno diritto all’erogazione, da parte del SSN, delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione previste nei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali.

In altri termini il citato decreto introduce nella legislazione italiana, ed in particolare in materia di esecuzione della pena, il diritto dei detenuti di poter usufruire delle stesse prestazioni sanitarie che vengono erogate dal SSN a tutti i cittadini, apportando radicali innovazioni, per quanto riguarda il benessere individuale e collettivo, all’interno di una struttura che per suo mandato istituzionale è considerata “chiusa”.

L’art. 5 del D. Lgs 230/99 prevede l’adozione di un apposito Progetto Obiettivo Regionale per la tutela della salute in ambito penitenziario che, mediante la formulazione di criteri e indirizzi mirati a pianificare l’organizzazione dei servizi sanitari, i livelli di assistenza e gli standard minimi necessari per assicurare la tutela della salute all’interno degli istituti penitenziari dislocati nell’ambito della Regione Abruzzo, stabilisca le linee guida necessarie a soddisfare la domanda di assistenza,  migliorare la qualità delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione così da garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute, anche attraverso la rimozione degli ostacoli ambientali ed organizzativi che caratterizzano l’attuale assistenza sanitaria alla popolazione detenuta.

Per meglio qualificare l’assistenza sanitaria penitenziaria e soprattutto per rendere più efficaci le risposte sanitarie, è necessario, quindi, definire un progetto fattibile che preveda un intervento integrato dell’Aziende ASL all’interno del carcere attraverso l’erogazione, da parte delle stesse, dell’intera gamma delle prestazioni sanitarie, individuando modalità operative e risorse professionali, attingendo anche a quelle già operanti nell’ambito della medicina penitenziaria, così da costituire un’articolazione che, mediante un assetto operativo stabile e ben strutturato, mantenga e garantisca un sistema di effettivo equilibrio tra l’esigenza della sicurezza e il diritto costituzionale ed inalienabile alla salute.


 

2. LA REALTA’ PENITENZIARIA REGIONALE

Nella nostra Regione sono presenti sul territorio numero 8 istituti penitenziari incidenti nelle 6 ASL territorialmente competenti e precisamente:

Tab. n. 1 – Istituti penitenziari presenti nelle singole ASL

ASL PESCARA

I.P. di PESCARA

ASL L’AQUILA

I.P. di L’AQUILA
      I.P.M. de L’Aquila

ASL AVEZZANO-SULMONA

I.P. di SULMONA
      I.P di AVEZZANO

ASL TERAMO

I.P. di TERAMO

ASL CHIETI

I.P. di CHIETI

ASL LANCIANO-VASTO

I.P. di LANCIANO
I.P. di VASTO

Esiste, inoltre, un CARCERE MINORILE a L’AQUILA e una ex CASA MANDAMENTALE a SAN VALENTINO di recente ristrutturazione, dove dovrebbe essere allocata una sezione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti.

Le persone detenute all’interno degli istituti penitenziari, rilevati alla data del 31/12/2001, erano n. 1571, di cui n.1521 uomini e n. 50 donne, nonostante le infrastrutture abbiano una capienza regolamentare di 1453 unità.

Dei detenuti ristretti n. 464 sono extracomunitari, n. 455 tossicodipendenti e n. 20 sieropositivi per HIV, con conseguente incidenza di patologie correlabili e di problematiche socio-assistenziali derivanti.

A L’Aquila è presente l’unico Istituto Penale Minorile (I.P.M.) con annesso il centro di servizio sociale per minori, la Procura e il Centro di Prima Accoglienza (C.P.A.). L’Istituto raccoglie in prevalenza minori provenienti da altri Istituti, in particolare del nord Italia, giunti per sfollamento e statisticamente ospita una media annuale di 15 detenuti. Scarsa è la presenza di minori con problematiche connesse alla tossicodipendenza e alcooldipendenza.


 

Tab. n. 2 – Capienza regolamentare e capienza effettiva nella Regione Abruzzo

ISTITUTO
PENITENZIARIO

CAPIENZA
regolamentare

CAPIENZA
effettiva

TD

HIV

EXTRA
COMUNITARI

 

M

F

Tot

M

F

Tot

 

 

 

AVEZZANO

61

0

61

67

0

  67

19

0

42

CHIETI

96

0

96

102

0

102

28

0

61

LANCIANO

205

0

205

183

0

183

35

2

31

L’AQUILA

201

0

201

158

0

158

27

2

46

PESCARA

170

20

190

171

25

196

69

3

38

SULMONA

304

0

304

412

0

412

122

10

109

TERAMO

220

22

242

258

25

283

100

2

95

VASTO

154

0

154

170

0

170

55

1

62

TOTALE

 1411

42

1453

1521

50

1571

455

20

464

I.P.M. de L’AQUILA

       15

0

15

13

0

13

       0

0

4

A livello regionale attualmente non è possibile, eseguire un monitoraggio preciso dell’incidenza delle varie manifestazioni morbose all’interno degli istituti penitenziari, per mancanza di procedure standardizzate di rilevamento, per cui è necessario definire un programma computerizzato statisticamente valido mirato a risolvere tale carenza, dotando le varie strutture di supporti informatici da collegare in rete tra di loro e connessi ad un terminale in grado di elaborare i vari dati immessi nel circuito.

Nella programmazione di nuove sedi di Istituti Penitenziari o di modifiche strutturali che comportino un aumento di ricettività delle sedi esistenti nella Regione l’Amministrazione Penitenziaria terrà conto dei contenuti del presente Progetto Obiettivo.

Nel corso del secondo semestre 2001 hanno fatto ingresso negli Istituti per adulti complessivamente 816 detenuti: questo dato evidenzia il carico di lavoro che grava in particolare modo sul personale sanitario che effettua la visita di primo ingresso ai detenuti nuovi giunti provenienti dalla libertà e/o da altri istituti costituenti persone a elevato rischio psichiatrico (autolesionismo e/o suicidio) e che eroga le prestazioni sanitarie di base, anche nelle situazioni di problemi sanitari acuti.


3. L’ ATTUALE ASSETTO ORGANIZZATIVO

L’assistenza sanitaria, all’interno delle strutture penitenziarie, viene attualmente garantita attraverso vari servizi, di cui alcuni obbligatoriamente presenti in tutti gli istituti, altri invece assicurati solo in alcuni di essi.

Infatti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha inteso standardizzare l’erogazione dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale attraverso l’individuazione di 3 (tre) livelli assistenziali, in modo da pervenire ad un’offerta di servizi differenziati nell’ambito del circuito penitenziario.

Tali livelli uniformi di assistenza sono così definiti:

1° livello:  garantita negli istituti con una presenza media di 225 detenuti (C.C. Chieti, C.C. Vasto, C.C. Lanciano, C.C. Avezzano, C.C. Pescara);

2° livello: che offre servizi di continuità assistenziale nell’arco delle 24 ore e medicina specialistica in numerose branche, garantita negli istituti con capienza media superiore alle 225 unità (C.C. Teramo, C.C. L’Aquila, C.R. Sulmona);

3° livello: di assistenza sanitaria per gli istituti sede di centro clinico (i cosiddetti CDT) e per gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG).

Nella Regione Abruzzo vi sono solo Istituti penitenziari di 1° e 2° livello.

I vari servizi sanitari sono attualmente erogati dalle seguenti figure professionali:

-         direttore sanitario;

-         medici del Servizio di assistenza sanitaria  integrativa (SIAS);

-         medici,  infermieri e psicologi del presidio tossicodipendenti;

-         medici specialisti;

-         infermieri dipendenti di ruolo dell’Amministrazione penitenziaria;

-         infermieri convenzionati;

-         tecnici dei vari servizi (laboratorio analisi, radiologia, FKT).

direttore sanitario: uno per ogni Istituto, è preposto all’area sanitaria e svolge le seguenti mansioni:

-         assicura l’autonomia gestionale dell’Area sanitaria, nell’ambito del budget annualmente assegnato all’istituto, per il conseguimento dell’obiettivo primario di tutela della salute in ambito penitenziario;

-         dirige i servizi sanitari dell’istituto ed in particolare il servizio di assistenza sanitaria integrativa, il servizio specialistico, il servizio infermieristico, i vari servizi tecnici ove presenti (laboratorio analisi, gabinetto radiologico; servizio di FKT);

-         è responsabile della farmacia dell’istituto provvedendo alla richiesta dei farmaci e alla loro conservazione, distinta per classi, secondo la normativa vigente;

-         organizza, in rapporto alle esigenze di servizio, l’impiego, la destinazione, i turni e i periodi di ferie di tutto il personale sanitario medico, infermieristico e tecnico;

-         raccoglie le istanze e le proposte della popolazione detenuta, al fine di tendere al miglioramento del servizio erogato;

-         organizza incontri e dibattiti a carattere scientifico, con la popolazione detenuta e con il personale di Polizia Penitenziaria, a scopo informativo e preventivo;

-         vigilare sulla distribuzione delle preparazioni medicinali e sulla utilizzazione del materiale di medicazione, delle lastre radiografiche, dei reagenti e materiali d’uso per laboratorio analisi e di tutti gli altri materiali d’uso comune;

-         è responsabile del servizio medico-legale dell’istituto, sia per i detenuti, di cui cura le relazioni richieste dall’Autorità Giudiziaria e dagli organi superiori del Ministero della Giustizia, sia per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria;

-         esercita la vigilanza sull’igiene dell’ambiente penitenziario;

-         è responsabile della raccolta e della trasmissione dei dati statistici sanitari.

medici del servizio di assistenza sanitaria integrativa (S.I.A.S.): garantiscono la continuità assistenziale secondo le disposizione emanate dal direttore sanitario dell’istituto. Sono organizzati quantitativamente secondo la classificazione dell’istituto. Negli istituti di 2° livello si garantisce la continuità assistenziale e l’urgenza nell’arco delle 24 ore, mentre in quelli di 1° livello esiste un monte ore diversificato in rapporto alla capienza recettiva della popolazione detenuta, comunque, sempre inferiore alle 24 ore. Essi sono medici convenzionati con l’Amministrazione Penitenziaria;

medici ed infermieri del presidio detenuti tossicodipendenti, alcoldipendenti ed affetti da HIV: trattasi di personale a rapporto di convenzione per un monte orario definito in base al numero medio dei detenuti ristretti. Esso cura l’aspetto sanitario del recupero del detenuto tossicodipendente in stretta collaborazione con i Sert territorialmente competenti, da cui oggi, in seguito all’entrata i vigore del D.Lgs 239/99, funzionalmente dipendono;

medici specialisti: sono professionisti convenzionati che erogano le proprie prestazioni con cadenza solitamente settimanale e che garantiscono la disponibilità ad eventuali interventi di urgenza da effettuare entro 6 ore dalla chiamata. Tali prestazioni si riferiscono principalmente alle seguenti branche: psichiatria, infettivologia, odontoiatria e cardiologia, che devono essere obbligatoriamente presenti in tutti gli istituti penitenziari, mentre nelle sedi di 2° livello assistenziale possono essere presenti altre attività specialistiche;

infermiere coordinatore: coordina il servizio infermieristico e può essere un infermiere dipendente e/o a rapporto libero-professionale;

infermieri dipendenti: sono infermieri professionali e generici, dipendenti di ruolo dell’Amministrazione Penitenziaria, presenti in numero esiguo e non in tutti gli istituti;

infermieri a rapporto libero-professionale: trattasi di infermieri professionali e generici convenzionati con l’Amministrazione Penitenziaria, in numero variabile a seconda del monte ore infermieristico assegnato a ciascun istituto penitenziario, in base alle disposizioni ministeriali vigenti;

tecnici sanitari: trattasi di terapisti della riabilitazione, tecnici di radiologia e di laboratorio, presenti solo in alcuni istituti, che possono essere dipendenti di ruolo dell’Amministrazione Penitenziaria oppure a rapporto libero-professionale e che comunque non sempre riescono a garantire l’attività in urgenza.

Tab. n. 3 - Personale sanitario alla data del 31.12.2001

 

ISTITUTO
PENITENZIARIO

DIRETTORE
SANITARIO

MEDICI
SIAS

MEDICI
SPECIALISTI

INFERMIERI

TECNICI
SANITARI

dipen.
DAP

conv.

AVEZZANO

1

3

4

1

3

0

CHIETI

1

3

6

0

2

0

LANCIANO

1

6

10

0

4

0

L’AQUILA

1

5

11

1

4

0

PESCARA

1

4

9

3

3

4

SULMONA

1

8

11

0

6

0

TERAMO

1

6

17

4

3

2

VASTO

1

5

5

0

6

0

TOTALE

8

40

73

9

35

6

I.P.M. de L’AQUILA

1

0

0

0

1

0

-         Nell’attuale assetto operativo si possono individuare alcuni aspetti logistici che possono interferire, anche gravemente, sulla futura organizzazione dei servizi di assistenza sanitaria all’interno degli istituti penitenziari e che vengono di seguito sottolineati:

-         la grave carenza del personale sanitario;

-         la completa assenza di personale amministrativo nell’ambito dell’area sanitaria per il disbrigo delle pratiche amministrativo-burocratiche;

-         la mancanza totale di personale ausiliario, che rende problematica e spesso impossibile la effettuazione di alcune prestazioni sanitarie;

-         la mancanza di farmacisti per la gestione corretta della farmacia interna all’istituto;

-         la mancanza di gestione diretta da parte del direttore sanitario del personale scelto tra i detenuti per la pulizia degli ambienti sanitari;

-         relativamente all’I.P.M. de L’Aquila, si segnala la carenza di personale infermieristico, essendo presente n.1 infermiere per due ore giornaliere.

Tab. n. 4 – Personale sanitario addetto al Presidio per le tossicodipendenze

 

ISTITUTO

PENITENZIARIO

PRESIDIO

TOSSICODIPENDENZA

MEDICI

INFERMIERI

PSICOLOGI

AVEZZANO

0

0

0

CHIETI

0

0

1

LANCIANO

1

1

1

L’AQUILA

1

1

1

PESCARA

1

1

0

SULMONA

1

1

1

TERAMO

1

1

1

VASTO

1

1

1

TOTALE

6

6

6

Anche in questo contesto possono essere individuati punti di criticità e più specificatamente:

-    la mancanza totale di personale sanitario in 2 (due) istituti penitenziari, nonostante la presenza di detenuti tossicodipendenti anche in terapia metadonica;

-    la non omogenea ripartizione del monte orario assegnato ai singoli istituti con conseguente sacche di inefficienza;

-    la difficoltà nel gestire situazioni differenziate, a seconda della tipologia dei detenuti, per carenze di organico;

-    la mancanza di personale amministrativo per l’espletamento delle competenze burocratiche.

4. GLI OBIETTIVI DI SALUTE

Il decreto del Ministero della Sanità del 21 aprile 2000 intitolato “Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario” individua le principali aree e le azioni di maggior rilievo da avviare per la promozione e la salvaguardia della salute dei detenuti e degli internati.

In particolare vengono fornite indicazioni per la definizione di programmi di prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie maggiormente diffuse e vengono forniti indirizzi per l’attivazione di una rete di servizi sanitari volti a soddisfare la domanda di assistenza e a migliorare la qualità delle prestazioni di diagnosi e cura, così da garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute all’interno degli Istituti Penitenziari.    

4.1 Le attività di prevenzione

In ragione delle specifiche condizioni dell’ambiente detentivo si definiscono gli interventi di prevenzione primaria finalizzati alla riduzione o rimozione di una sofferenza che ha radici strutturali, dando piena attuazione anche in ambito penitenziario alla normativa vigente in materia di:

-    igiene pubblica nelle sue diverse articolazioni, in particolare nei settori di profilassi e di igiene urbana;

-    igiene degli alimenti e della nutrizione;

-    strutture sanitarie;

-    igiene degli ambienti di vita e di lavoro, anche in riferimento all’applicazione del decreto legislativo n.626/1994.

In particolare, sono considerati due gruppi di attività svolte dai Servizi del Dipartimento di Prevenzione e relative alla:

1)   prevenzione ambientale;

2)   tutela e promozione della salute dell’individuo e della comunità penitenziaria in generale.

4.1.1 La Prevenzione ambientale

Consiste nella ricognizione dei  rischi ambientali con l’obiettivo di individuare le principali problematiche connesse all’igiene e alla sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro al fine di realizzare interventi che incidano sul miglioramento della qualità della vita in carcere.

Fa riferimento essenzialmente a:

-    Stato delle strutture penitenziarie

(requisiti igienico - sanitari  e sicurezza dei vari ambienti confinati)

-    Regime alimentare (autorizzazioni sanitarie, controlli periodici sugli alimenti, controlli periodici sul personale addetto).

INTERVENTI PREVISTI:

L’attività di vigilanza

Prevede controlli semestrali alle strutture penitenziarie.

Come strumento atto alla rilevazione dello “stato di salute” degli stabili viene utilizzata l’allegata scheda di rilevazione (All.A) che compendia i seguenti aspetti:

-    aspetti generali ed edilizi (ricettività della struttura; numerosità e tipologia della popolazione detenuta; sicurezza, microclima e condizioni igienico-sanitarie dei vari locali; approvvigionamento idrico e smaltimento liquami)

-    organizzazione sanitaria (personale operante; tipologia degli ambulatori medici e delle prestazioni erogate sia in tema di assistenza che di prevenzione)

-    farmacia ( esistenza o meno di locale adibito a deposito di farmaci, modalità di conservazione dei medicinali,  smaltimento dei farmaci scaduti)

-    attività lavorative (ricognizione di eventuali locali di lavoro e delle attività svolte, verifica dell’osservanza delle norme di sicurezza negli ambienti di lavoro)

-    preparazione e somministrazione alimenti (rispondenza del locale cucina   e del deposito di stoccaggio degli alimenti alle normative vigenti; presenza ed adeguatezza dei servizi igienici per gli addetti alla cucina; verifica esistenza autorizzazione sanitaria; controlli periodici sul personale- libretto di idoneità sanitaria- ; controlli periodici sugli alimenti – prelievi ed analisi degli alimenti; applicazione piani di autocontrollo come da D.lgs 155/97, ove previsto)    

-    relazione conclusiva sullo stato igienico-sanitario e sulla sicurezza da inviare alla direzione dell’istituto penitenziario.

4.1.2 Tutela e promozione della salute dell’individuo e della comunità

penitenziaria in generale

Comprende l’insieme degli interventi atti a ridurre il rischio di patologie correlate al regime detentivo.

E’ rivolta sia  ai detenuti che al personale operante nella struttura.

Il programma è articolato in:

-     attività di prevenzione delle malattie infettive (tbc, epatiti, AIDS, malattie trasmissione oro-fecale e da alimenti, scabbia, pediculosi, dermatofitosi, malattie sessualmente trasmesse);

-     attività di prevenzione delle malattie cronico-degenerative

(obesità, diabete mellito,BPCO, tumori, malattie cardiovascolari);

-     educazione sanitaria;

-     attività di screening.

INTERVENTI PREVISTI:

A) Il controllo delle malattie infettive

E’ innanzitutto necessario sviluppare un sistema di sorveglianza che consenta di fornire informazioni attendibili sul piano epidemiologico ed eziologico; a tale scopo saranno utilizzate delle schede appositamente predisposte per effettuare le indagini epidemiologiche relative alle principali malattie infettive e diffusive, quali tubercolosi, epatiti virali, tossinfezioni alimentari, meningiti, scabbia, dermatofitosi, pediculosi.

Le indagini riguarderanno sia i malati che tutti i possibili contatti e saranno integrate da protocolli specifici relativamente alle procedure da adottare in ambiente penitenziario, anche in considerazione della situazione epidemiologica delle singole patologie.

All’atto dell’ingresso in istituto i detenuti, sia provenienti dalla libertà che da altri istituti, ove nella cartella clinica sia segnalata la non avvenuta esecuzione nei 3 (tre) mesi antecedenti l’ingresso, saranno sottoposti al seguente screening:

-    intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux;

-    dosaggio markers epatiti virali (HAV, HBV e HCV);

-    test HIV (previo consenso);

-    esame batteriologico e parassitologico delle feci;

-    VDRL;

-    Drug-test (finalizzata alla diagnosi di tossicodipendenza).

Nello specifico verrà posta particolare attenzione al controllo della malattia tubercolare, delle epatiti virali e delle infezioni da HIV, che rappresentano sicuramente le malattie infettive epidemiologicamente più rilevanti.

B) Le Epatiti virali 

Il programma comprende oltre al primo controllo su mensionato, la vaccinazione preventiva per i soggetti risultati negativi.

L’utilità di effettuare i dosaggi dei marcatori umorali per le Epatiti A e B non è dettata dal bisogno di conoscere lo stato immunitario prima della eventuale vaccinazione, ma piuttosto dalla necessità di individuare i portatori di malattia che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute della comunità detenuta e pertanto non verrà estesa al personale operante nella struttura penitenziaria, che sarà sottoposto direttamente a vaccinazione..

C) LeTubercolosi

Vista l’incidenza della malattia tubercolare è opportuno effettuare uno screening della stessa mediante somministrazione di intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux con 5U.I.; sia i detenuti che gli operatori penitenziari saranno sottoposti al test (confronta Linee guida per la malattia tubercolare, pubblicato sulla G.U. del 18/2/1999).

I soggetti negativi al test ripeteranno la prova con periodicità annuale.

I soggetti riscontrati positivi effettueranno una radiografia del torace allo scopo di escludere la presenza di malattia polmonare in fase contagiosa.

Il viraggio dalla cutinegatività alla cutipositività all’interno della struttura penitenziaria impone una ricerca attenta della fonte di infezione.

Bisognerà proporre la chemioterapia preventiva ai soggetti cutipositivi di età inferiore ai 35 anni e, indipendentemente dall’età, a tutti coloro che:

-    in precedenza cutipositivi, dimostrino un incremento della reazione tubercolinica maggiore e/o uguale a 10mm;

-    si trovino in una condizione medica che aumenti il rischio di TBC;

-    abbiano un’infezione da HIV;

-    usino sostanze per via iniettiva.

Particolari condizioni di rischio sono rappresentate dall’infezione da HIV e dall’immigrazione.

I soggetti HIV positivi presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare TBC attiva. Inoltre l’infezione da  HIV favorisce la rapida progressione verso la malattia di una infezione tubercolare recente.

Il rischio di contagio è conseguentemente aumentato per tutti i contatti stretti oltre che per il personale di assistenza.

L’immigrazione da paesi ad alta endemia tubercolare rende particolarmente elevato il rischio di contrarre la malattia soprattutto  nei primi due anni dall’ingresso in Italia. Tutti i soggetti che si trovino in tale condizione vanno sottoposti a sorveglianza periodica, sia clinica che strumentale.

Nell’ambito degli interventi per il controllo delle malattie infettive saranno promosse tutte le altre vaccinazioni di comprovata efficacia per i detenuti e gli internati, nonché per il personale operante nella struttura penitenziaria (antitetanica, antinfluenzale, antipneumococcica, antimeningococcica).  

D) L’Educazione sanitaria

Sarà rivolta sia ai detenuti ed internati che al personale operante nella struttura penitenziaria.

Verranno sviluppati principalmente i seguenti argomenti:

-    epidemiologia e prevenzione delle principali malattie infettive correlate al regime detentivo;

-    epidemiologia e prevenzione delle malattie cronico-degenerative correlate all’uso di sostanze, fumo, alcool, e all’alimentazione;

-    norme igieniche e conoscenza dei rischi infettivi per gli addetti alla manipolazione degli alimenti.

Gli incontri saranno condotti per piccoli gruppi, compatibilmente con le esigenze del regime detentivo e saranno rivolti essenzialmente ai soggetti a maggior rischio.

Sarà utile predisporre strumenti di informazione per i detenuti ed il personale sui comportamenti da adottare per evitare il contagio e la diffusione di patologie infettive.

Le attività saranno effettuate dai Servizi di Medicina della Comunità, Igiene degli Alimenti, Igiene e Sanità Pubblica in collaborazione con il personale sanitario operante nell’istituto carcerario, con il Sert e con il Centro Antifumo.

E) Le Attività di screening 

Le attività di screening saranno rivolte alla prevenzione delle principali malattie infettive diffuse nell’ambiente penitenziario, i tumori, le malattie cerebro cardiovascolari, il diabete ecc. per i quali sono disponibili test diagnostici di sicura efficacia e di facile impiego ed interpretazione, al fine di raggiungere gli obiettivi di salute indicati nel Piano Sanitario Nazionale.

4.2 Le attività di cura

Le Aziende Sanitarie Locali, nel cui ambito territoriale è ubicato uno o più Istituti Penitenziari, elaborano in collaborazione con i Distretti e i Dipartimenti Sanitari Penitenziari (DSP – vedi parag. 5) una apposita Carta dei Servizi che contenga linee guida atte ad assicurare il soddisfacimento della domanda di cura dei detenuti e degli internati, organizzare percorsi terapeutici che garantiscano la tempestività degli interventi, la continuità assistenziale, l’appropriatezza e la qualità delle prestazioni e la verifica dei risultati.

Le principali aree di intervento sono:

1)   la medicina generale;

2)   la medicina d’urgenza;

3)   la medicina specialistica;

4)   l’assistenza dei detenuti dipendenti da sostanze;

5)   le patologie infettive con particolare riferimento all’infezione da HIV e sindromi  correlate;

6)   le attività di riabilitazione;

7)   la tutela della salute della donna e la salvaguardia del diritto di maternità;

8)   la tutela della salute dei detenuti disabili e portatori di handicap;

9)   l’assistenza sanitaria alle persone immigrate detenute;

10) la tutela della salute mentale;

11) l’assistenza farmaceutica.

4.2.1 La medicina generale

L’assistenza medico generica viene erogata attraverso un modello che ha  alla base la continuità assistenziale sanitaria a favore del singolo detenuto e della intera comunità penitenziaria.

In particolare è necessario garantire:

a)   il servizio di accoglienza sanitaria, ove il soggetto nuovo giunto proveniente dalla libertà viene preso in carico da un gruppo di operatori costituito dal medico, infermiere, psichiatra, mediatore socio-sanitario, operatore del Sert, psicologo o esperto dell’osservazione della personalità (ex art. 80 L.P.), assistente sociale, con redazione di apposita cartella clinica. Sarà riservata particolare attenzione ai detenuti che si trovano a vivere la prima esperienza detentiva e che, quindi, costituitiscono “soggetti ad alto rischio”. La finalità di tale servizio è quella di garantire una adeguata osservazione sotto il profilo medico-psichiatrico, di durata variabile dai 3 ai 7 giorni, mirata ad individuare l’idoneità del soggetto alla vita comunitaria rispetto alla presenza di patologie contagiose e trasmissibili, ma anche rispetto al proprio stato di salute psichica. Durante tale periodo vengono altresì effettuati gli accertamenti preventivi e di screening previsti al punto 4.1. ed inoltre vengono fornite informazioni di carattere sanitario al nuovo giunto, allo scopo di programmare un percorso riabilitativo che tenga conto in modo imprescindibile delle esigenze sanitarie dello stesso. Al termine del periodo di osservazione, il servizio fornirà alla Direzione dell’Istituto ogni elemento di carattere psico-sociale e sanitario ritenuto utile per la definizione del programma di trattamento e il detenuto viene avviato alla vita in comune. E’ opportuno che ogni istituto sia dotato di una sezione di “osservazione” nella quale allocare il nuovo giunto, per espletare al meglio ed in modo organico il servizio di accoglienza sanitaria;

b)   la continuità assistenziale costituita dalla presa in carico del paziente da parte di tutti gli operatori sanitari dell’istituto penitenziario che, sulla base dei risultati dell’attività del servizio di accoglienza sanitaria, persegua l’obiettivo della tutela della salute del detenuto attraverso l’erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie e d’urgenza previste dal presente progetto;

c)   l’informatizzazione della cartella clinica la cui gestione consentirà l’ottimizzazione di tutta l’attività sanitaria, costituendo il momento di raccordo tra i vari operatori sanitari presenti in istituto. Inoltre, in tal modo sarà possibile avere una visione unitaria delle condizioni del paziente durante tutto il periodo della carcerazione, determinare una continuità terapeutica in caso di trasferimento del detenuto, utilizzare i dati necessari ad alimentare i flussi informativi di tipo epidemiologico e statistico.
I dati raccolti saranno periodicamente comunicati dal personale dei DSP alla struttura di coordinamento e controllo appositamente istituita presso l’Assessorato alla Sanità – Direzione Sanità della Regione Abruzzo per un monitoraggio,  analisi e studio della situazione sanitaria a livello regionale.

4.2.2 La medicina d’urgenza

La medicina d’urgenza costituisce un ambito di particolare rilievo anche per la popolazione detenuta ed internata che al pari dei cittadini in stato di libertà richiede risposte tempestive e qualificate. In tale ottica si ritiene utile prevedere un’adeguata formazione del personale sanitario operante negli istituti penitenziari per garantire sia una prima risposta assistenziale, sia la definizione di percorsi appropriati per il trasferimento del paziente all’ospedale di zona.

In particolare le ASL garantiscono:

a)   la formazione del personale sanitario al riconoscimento dell’arresto cardio-respiratorio e dell’arresto cardio-circolatorio primario e al conseguente utilizzo delle tecnologie consentite dalla legge (BLS e defibrillatori semiautomatici) con il coinvolgimento anche del personale non sanitario;

b)   la formazione del personale medico ed infermieristico a urgenze di tipo internistico, minitraumatologico e/o psichiatrico;

c)   l’assistenza medica nell’arco delle 24 ore, prevedendo un servizio di assistenza continuativa nell’ambito del Distretto Sanitario Penitenziario.

4.2.3 La medicina specialistica

In ogni istituto penitenziario devono essere garantiti gli interventi di tipo specialistico, attraverso i seguenti obiettivi:

-    uniformare gli standard minimi garantendo le prestazioni delle branche specialistiche presenti sul territorio;

-    garantire interventi immediati in sintonia con le esigenze di salute;

-    integrare le singole e specifiche competenze nell’ambito di una visione olistica del paziente detenuto.

Qualora le strutture all’interno dell’istituto penitenziario siano idonee, ci si avvarrà delle stesse per le prestazioni specialistiche da erogare. In caso contrario e nelle realtà dove non è possibile avere a disposizione locali adeguatamente attrezzati, ci si avvarrà delle strutture sanitarie dell’ASL territorialmente competente. E’ necessario stabilire dei percorsi di raccordo tra l’istituto penitenziario e i punti di prenotazioni dell’ASL (CUP) che garantiscano delle corsie preferenziali mirate ad ottenere disponibilità e programmazione adeguata alle esigenze di sicurezza.

4.2.4 L’assistenza ai detenuti tossicodipendenti

4.2.4.1 Premessa

L’assistenza sanitaria ai detenuti tossicodipendenti deve essere prestata nel rispetto dei principi della normativa vigente di cui alle Leggi: L. 26.7.75 n.354 (legge sull’Ordinamento Penitenziario), D.P.R. 16.6.2000 n.230 (Regolamento di esecuzione all’Ordinamento Penitenziario), D.P.R. 9.10.90 n.309 (Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti), D.Lgs 22.6.99 n.230 (norme sulla tutela della salute dei cittadini in esecuzione penale), il D.M. del 21.4.2000 (approvazione del Progetto Obiettivo Nazionale per la tutela della salute in ambito penitenziario) di cui si riportano di seguito le principali norme:

-    al 1° comma dell’art. 96 del D.P.R. 309/90 si dichiara che i detenuti con problemi di tossicodipendenza hanno il diritto di ricevere le cure mediche e l’assistenza necessaria all’interno degli Istituti penitenziari;

-    al 3° comma  dell’art. 96 sopra citato si pone a carico delle AA.SS.LL., d’intesa con gli Istituti di Prevenzione e Pena e in collaborazione con i servizi sanitari operanti all’interno degli Istituti, la cura e la riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti o alcolisti;

-    a partire dal 1991 l’amministrazione penitenziaria aveva istituito e organizzato un servizio, tuttora attivo, di supporto e talvolta sostitutivo del SerT, denominato “Presidio per Detenuti Tossicodipendenti, Alcoldipendenti e affetti da HIV” cui sono stati addetti medici, infermieri e psicologi;

-    il D.Lgs 230/99, all’art. 8, prevedeva il trasferimento al SSN delle funzioni sanitarie svolte dall’amministrazione penitenziaria con riferimento ai soli settori della prevenzione e dell’assistenza ai detenuti ed internati tossicodipendenti e, contestualmente, il trasferimento del relativo personale, delle attrezzature, degli arredi e beni strumentali nonché delle risorse finanziarie nel rispetto dei principi contenuti nell’art. 7 del D.Lgs 112/98; il personale operante negli Istituti nei settori della prevenzione e della tossicodipendenza con rapporto di impiego o a convenzione è, quindi, posto dal 1 gennaio 2000 alle dipendenze funzionale del SSN;

-    con D.M. del 21.4.2000 è stato elaborato il Progetto Obiettivo Nazionale che prevede lo sviluppo di programmi atti e idonei a garantire la salute del tossicodipendente detenuto e prioritariamente tesi a garantire la immediata presa in carico dei detenuti da parte del SerT, l’implementazione di specifiche attività di prevenzione e informazione, l’effettuazione delle indagini chimico-cliniche e sierologiche ritenute importanti a fini diagnostici e/o di screening, l’effettuazione di interventi specialistici per l’approfondimento diagnostico, la predisposizione di programmi terapeutici personalizzati, di trattamenti farmacologici sostitutivi e/o con antagonisti.

Alla luce delle suddette previsioni normative e al fine di garantire un livello assistenziale minimo ed efficace ai tossicodipendenti, si rende indispensabile dettare alcune linee guida essenziali da adottare nell’ambito dei circuiti penitenziari in cui si trovano ristretti tale tipologia di detenuti.

Nella trattazione si distinguerà tra istituti o sezioni di 1° livello, ove automaticamente allocare i detenuti tossicodipendenti che fanno ingresso in Istituto (sia nuovi giunti che provenienti da altri Istituti per motivi di giustizia, familiari, di studio, di sicurezza o altro) e istituti o sezioni di secondo livello denominati di custodia attenuata, ove l’allocazione o l’assegnazione del detenuto è subordinata a un preventivo esame da parte di un’apposita Commissione ed al previo consenso formale dell’interessato di adesione al programma di trattamento. L’assegnazione nella C.A. è, infatti, mirata ad uno specifico percorso socio-riabilitativo-trattamentale da attuare nei confronti di quei detenuti che hanno già mostrato un particolare ravvedimento e partecipazione all’opera rieducativi avviata nell’Istituto e di cui si prevede e si vuole agevolare il reinserimento nella società .

Nell’Allegato B) è riportato uno schema tipo di convenzione tra Il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e L’ASL territorialmente competente disciplinante l’organizzazione e le modalità operative della custodia attenuata, mentre nell’Allegato C) è presentato uno schema di contratto di adesione all’ingresso in c.a. da parte del detenuto tossicodipendente

4.2.4.2 Caratteri strutturali e organizzativi degli Istituti o sezioni di 1° livello

Locali ed attrezzature

L’Istituto metterà a disposizione del SerT idonei locali per un agevole ed efficace intervento degli operatori ai fini dello svolgimento dei programmi diagnostici, terapeutici e riabilitativi e ogni altra forma di attività concordata con la Direzione dell’Istituto. I locali saranno individuati in modo tale da favorire la funzionalità dei servizi e il rispetto delle esigenze di sicurezza.

Compatibilmente con le disponibilità strutturali dell’Istituto, il SerT disporrà di:

-    locale adibito ad ambulatorio e locale ad uso ufficio dotato di armadio di sicurezza (per il depositi delle scorte di metadone, farmaci sostitutivi e antagonistici forniti dal SerT), classificatori per archivio, arredo minimo d’ufficio e telefono/fax passante dal centralino, nonché uso di personal computer e, ove disponibile, delle fotocopiatrici, con spesa a carico dell’amministrazione penitenziaria, nel limite della buona gestione della cosa pubblica e del generale criterio della massima economia;

-    locali per incontri di gruppo e con familiari.

Il personale

Il personale è composto da quello appartenente al Presidio Tossicodipendenti e Alcooldipendenti (medico del presidio, infermiere e psicologo), gia passato alle dipendenze funzionali del Ser.T., dagli operatori del SerT (medico, infermiere, assistente sociale e psicologo) e dalle altre figure professionali specialistiche dell’ASL (es. psichiatra, infettivologo).

I giorni, le modalità e gli orari di presenza sono concordati con la Direzione dell’Istituto, secondo la normativa vigente.

Modalità operative: presa in carico

Il sanitario che effettua la visita medica di primo ingresso, svolta dal servizio di accoglienza sanitaria dell’istituto, ove rilevi che il detenuto è soggetto tossicodipendente o alcooldipendente, segnalerà immediatamente il caso al SerT al fine di favorire una tempestiva presa in carico del soggetto, assicurando così l’esame di problematiche urgenti (anche di tipo diagnostico Per es. ricerca dei cataboliti delle droghe nei liquidi biologici) e la necessaria continuità assistenziale. L’accertamento si basa sulla presenza di almeno uno degli elementi di cui all’art.1 del D.M. della Salute 12.7.90 n.186.

La segnalazione riguarda sia i soggetti provenienti dalla libertà (i cosiddetti “nuovi giunti”), sia quelli provenienti da altro istituto per trasferimento provvisorio, definitivo o in transito per motivi giudiziari e necessitanti di un intervento da parte del SerT.

La segnalazione al SerT dovrà essere fatta per iscritto e dovrà contenere anche l’indicazione dell’eventuale necessità di continuare una terapia farmacologica e/o sostitutiva e/o la richiesta di prestazioni specialistiche, diagnostiche e di laboratorio.

La segnalazione dovrà essere, inoltre, fatta all’Area Trattamentale dell’istituto e al CSSA territorialmente competente per quei detenuti tossicodipendenti o alcooldipendenti che necessitano d’interventi del servizio sociale.

La direzione comunicherà al SerT eventuali scarcerazioni, remissioni in libertà o proposte di misure alternative che interverranno a qualsiasi titolo a favore del detenuto.

Con la presa in carico del soggetto tossicodipendente o alcooldipendente, il SerT attiverà le seguenti procedure:

-    primo contatto e valutazione della domanda;

-    apertura della sezione informatica specifica della cartella clinica;

-    formulazione ed avvio di un programma terapeutico, farmacologico e riabilitativo intramurario individualizzato;

-    la prevenzione e il trattamento delle recidive e delle patologie correlate;

-    eventuale proposte di ammissione a misure alternative.

I servizi del SerT

Ai soggetti in carico al SerT sono assicurati i seguenti servizi:

-    visite mediche legate allo stato di tossicodipendenza e/o alcoooldipendenza e alle patologie correlate;

-    formulazione della diagnosi di tossicodipendenza (visita, indagini chimico-cliniche e seriologiche ritenute importanti ai fini diagnostici e di screening, interventi specialistici necessari per l’approfondimento diagnostico);

-    terapia farmacologica della sindrome di astinenza;

-    trattamenti farmacologici con antagonisti, quando indicati, in particolare nella fase di avviamento e preparazione all’assistenza post-definitiva;

-    terapia delle patologie correlate allo stato di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza;

-    colloqui con lo psicologo e l’assistente sociale;

-    incontri di gruppo;

-    predisposizione di programmi terapeutici interni ed esterni individualizzati sulla base di una diagnosi multidisciplinare dei bisogni del detenuto;

-    prevenzione, diagnosi e trattamento delle recidive;

-    relazioni sullo stato clinico;

-    aiuto per un reinserimento sociale.

Continuità terapeutica farmacologica e/o sostitutiva

Nell’ambito della primaria valutazione dei bisogni e delle richieste del detenuto, deve essere garantita ogni forma di continuità terapeutica farmacologica e/o sostitutiva.

A tal fine, il SerT provvede a somministrare al detenuto tossicodipendente direttamente, o in caso di assoluta urgenza, tramite il personale sanitario presente in istituto, i farmaci sostitutivi o antagonisti secondo un protocollo antiastinenziale elaborato dal SerT.

S’intende per urgenza ogni necessità sopravvenuta o al di fuori del normale orario di servizio ambulatoriale del SerT o altra necessità che per caratteri, tempi, e/o modalità d’espressione, debba essere considerata come tale e/o comunque diversa dalla normale attività ambulatoriale del SerT.

Attività diagnostiche

Le eventuali indagini cliniche e diagnostiche per l’accertamento dello stato di tossicodipendenza sono a cura del SerT, che vi provvede con le proprie strutture e con immediatezza.

Il DSP assicura l’assistenza sanitaria di base, le prestazioni sanitarie d’urgenza e le prestazioni specialistiche necessarie.

Approvvigionamento farmaceutico

Per il fabbisogno di farmaci (farmaci sostitutivi e/o antagonisti), lo scarico e il carico, la registrazione, la prescrizione e la somministrazione provvederà il SerT, fatti salvi i casi di urgenza precedentemente menzionati.

I farmaci sostitutivi e/o antagonisti saranno prelevati dal personale Sert operante all’interno dell’istituto penitenziario, accompagnato, per motivi di sicurezza, dal personale di polizia penitenziaria con la macchina di servizio.

I suddetti farmaci saranno conservati, unitamente al registro di carico e scarico fornito dal Sert, nell’armadio di sicurezza presente nell’ambulatorio dell’istituto penitenziario ove opera il personale sanitario del Sert.

Multidisciplinarietà degli interventi

Sarà compito del SerT curare il coordinamento con i SerT di provenienza del detenuto tossicodipendente o alcooldipendente, comunicando l’avvenuto ingresso in Istituto, la presa in carico, assumendo e fornendo ogni utile informazione per la elaborazione dei programmi terapeutici e le cure farmacologiche.

Sarà il SerT operante in Istituto a richiedere alla direzione l’autorizzazione a far accedere gli operatori dei SerT di provenienza, ove necessario, nonché assicurare, nell’ambito delle convenzioni di cui all’art.117 del D.P.R. 309/90, il collegamento e l’accesso delle Comunità Terapeutiche e delle strutture di recupero sociali di cui agli artt. 114, 115, e 116 del D.P.R. su citato.

Il SerT fornirà ogni utile informazione relativa alle condizioni cliniche del soggetto al DSP, nonché quelle relative al percorso terapeutico socio-riabilitativo agli operatori dell’area trattamentale da poter utilizzare per la realizzazione dei programmi individualizzati di trattamento e le relazioni di sintesi.

Una copia del programma terapeutico-farmacologico e socio riabilitativo, nonché le prestazioni sanitarie sono registrate una scheda sanitaria che è inserita nel diario clinico del detenuto che lo segue in caso di trasferimento dello stesso.

Gli operatori del SerT possono partecipare all’equipe trattamentali e/o multiprofessionali in veste di consulenti esterni ai sensi dell’Ordinamento Penitenziario.

Il Responsabile del SerT e la direzione dell’Istituto concordano periodici incontri, tra gli operatori penitenziari, quelli del SerT e degli altri enti e/o associazioni per integrare e formulare proposte operative per il miglioramento del servizio, per formulare una diagnosi multidisciplinare, il programma terapeutico individualizzato e prevedere ipotesi di scarcerazione o di ammissione alle misure alternative.

Gli operatori del SerT potranno visionare, per esigenze connesse all’attività professionale svolta, la documentazione sanitaria e il diario clinico del soggetto.

L’eventuale necessità di visionare gli atti relativi alla cartella biografica è subordinata alla preventiva autorizzazione della direzione. I dati e le informazioni sono strettamente vincolati al segreto professionale e d’ufficio.

In ogni momento dovrà essere garantito il massimo diritto di rispetto della privacy sulle condizioni di salute e l’accesso al materiale sanitario è di esclusiva competenza del personale medico e paramedico che ne cura la tenuta e la conservazione. Ogni qualvolta vi sia un’esigenza diversa, il detenuto deve dare il proprio consenso scritto alla visione della cartelle/diario clinico.

I programmi terapeutici

Il SerT, congiuntamente agli operatori trattamentali penitenziari, elabora un programma terapeutico interno e uno esterno.

Il programma interno, fondato su incontri terapeutici con gli esperti psico-socio-riabilitativi, deve prevedere l’inserimento e la partecipazione del soggetto a tutte le attività lavorative, sportive, culturali, ricreative, scolastiche e professionali organizzate in Istituto. Particolare attenzione sarà rivolta ai rapporti con la famiglia. L’equipe multidisciplinare potrà proporre l’avvio del soggetto presso gli Istituti penitenziari di custodia attenuata qualora tale inserimento sia funzionale al percorso trattamentale del soggetto stesso.

Il programma terapeutico esterno è finalizzato alla prosecuzione del trattamento già avviato nell’Istituto ed è elaborato quando il soggetto sia uscito dal carcere o sia stato ammesso alle misure alternative esterne.

Saranno potenziati i contatti con la famiglia, il SerT di residenza, il CSSA e i servizi sociali interessati al fine di prevenire ricadute del soggetto e favorire la continuità terapeutica fuori dall’Istituto.

Una particolare ed innovativa modalità di realizzazione dei programmi terapeutici potrà attuarsi con la realizzazione di Istituti o Sezioni a “Custodia Attenuata”. Nell’Allegato “A” si propone una possibile ipotesi progettuale.

Formazione e informazione

Il SerT e la Direzione dell’Istituto Penitenziario fissano uno o più incontri con i detenuti per la informazione sui problemi della salute in attuazione del D.M 21.4.2000.

Oggetto degli incontri saranno le problematiche relative alla tossicodipendenza e patologie correlate, alcooldipendenza, salute mentale e disagio sociale, prevenzione della salute in ambito penitenziario ed esterno.

4.2.4.3 Istituti o sezioni di custodia attenuata

Premessa

Gli interventi degli operatori dei Ser.T. negli Istituti Penitenziari prevedono un’attività tesa a definire programmi trattamentali e riabilitativi, tra cui l’inserimento nelle Comunità Terapeutiche.

Pur non disconoscendo l’utilità di questa tipologia di intervento, è necessario ed  utile pensare ad un approccio complementare da non considerarsi alternativo all’invio in C.T., ma propedeutico ad esso e direttamente riabilitativo: l’istituzione di un circuito penitenziario a custodia attenuata.

Il crescente numero di detenuti tossicodipendenti presenti negli Istituti pone all’Amministrazione Penitenziaria problemi non indifferenti di gestione, sia per la loro particolare strutturazione di personalità, sia per la necessità di attuare un’attività trattamentale diversa, specifica e più individualizzata, atta a mettere a disposizione del tossicodipendente elementi e stimoli per un processo terapeutico-riabilitativo, nonché tesi ad evitare tentativi autolesionistici, messi in atto il più delle volte per richiamare l’attenzione sul proprio caso.

Il carcere, in quanto struttura deputata a preservare la società esterna, pur nella sua forma totalitaria e coercitiva, può comunque fornire al tossicodipendente l’opportunità per poter riflettere sulla propria condizione.

E’, dunque, compito dell’operatore accogliere la domanda d’aiuto del tossicodipendente, guidarlo, condurlo e stimolarne la volontà a farsi aiutare, anche se ciò potrà passare attraverso eventuali rifiuti.

E’ perciò necessario prevedere due fasi di intervento:

1)   la prima, diretta a tutti i detenuti tossicodipendenti, che assicuri  il diritto alla salute e all’informazione necessaria e che si può definire di contatto e di dialogo. In questo primo momento si favorisce un adeguato livello di conoscenza sia da parte degli operatori che dell’interessato;

2)   la seconda, rivolta all’individuazione di possibili programmi di trattamento.

Sulla scorta di tali considerazioni e dalla necessità imprescindibile di operare congiuntamente ed in sintonia tra tutti coloro che entrano in relazione con il tossicodipendente,  l’Amministrazione Penitenziaria e le AASSLL territorialmente competenti, in conformità a quanto disposto dalla normativa vigente, propongono di realizzare in Abruzzo una struttura a custodia attenuata, utilizzando una apposita sezione o istituto, che offra l’occasione di attuare un adeguato e mirato percorso terapeutico-riabilitativo.

La sezione o la struttura penitenziaria a C.A. si prefigge due finalità sostanziali:

a    non peggiorare il soggetto, offrendo un luogo detentivo dove il giovane non subisca influenze negative e dove si vada verso il superamento di stili di vita e di comportamenti tipici degli ambienti devianti;

b    avviare un progetto di recupero delle potenzialità di ciascun utente, fornendo strumenti di riflessione capaci di stimolare il cambiamento, nonché riattivare un rapporto costante e costruttivo tra il soggetto ed il suo sociale esterno (famiglia, lavoro, C.T., Ser.T., ecc.).

4.2.4.5 - Schema degli elementi qualificanti il circuito della C.A.

A) Caratteristiche strutturali

-    Autonomia gestionale

-    Capienza contenuta

      -Spazi adeguati

B) Caratteristica dell’utenza

-    Problematiche di dipendenza da sostanze

-    Volontarietà

-    Età

-    Appartenenza al territorio

-    Stato psicofisico

-    Bassa pericolosità sociale

-    Posizione giuridica

C) Caratteristiche dell’organizzazione intramuraria

-    Selezione utenti

-    Sottoscrizione del contratto

-    Tempi e spazi da autoregolamentare

-    Orari di vita quotidiana

-    Controlli

-    Assenza di bevande alcoliche

-    Uso solo terapeutico di psicofarmaci

D) Programmazione delle iniziative da realizzarsi con la Comunità esterna

-    Pianificazione istituzionale

-    Partecipazione del sociale esterno

E) Caratteristiche delle attività trattamentali

-    Lavoro

-    Attività scolastiche e culturali

-    Attività formative

-    Attività sportive e ricreative

-    Attività terapeutiche psico-riabilitative

F) Caratteristiche del personale

-    Numero

-    Figure professionali presenti

-    Integrazione

-    Volontarietà

-    Formazione

CARATTERISTICHE STRUTTURALI

Da un punto di vista strutturale, la sezione o l’istituto in questione deve essere conformata alle esigenze di una custodia attenuata, nonché alle esigenze delle attività trattamentali e terapeutiche socio-riabilitative che si intendono privilegiare in essa d’intesa tra l’Amministrazione Penitenziaria e l’ASL competente, con la partecipazione degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari e della comunità locale. Ampi spazi dovranno, pertanto, essere riservati per le attività trattamentali, formative, occupazionali, espressive e ludiche, per le attività terapeutiche e socio-riabilitative, individuali e collettive, fra loro interagenti, coordinate ed integrate. Gli spazi personali del detenuto e relativi all’organizzazione della vita quotidiana (camere detentive, spazi per socialità, sale colloqui, cucina, refettorio, etc.) dovranno avere, per quanto possibile, aspetti di normalità, di vita sociale ordinaria e, soprattutto, prevedere l’eliminazione di qualsiasi riferimento alla “diversità”. Anche le sale colloqui saranno approntate con criteri adeguati alle finalità prefissate, dunque, arredate senza vetri divisori, così da agevolare la creazione di un clima diverso negli incontri con i familiari e da poter essere utilizzate anche per esigenze terapeutico-riabilitative e/o trattamentali..

É essenziale poter disporre di stanze per i colloqui individuali e di gruppo con gli operatori interni ed esterni, nonché ambienti da destinare ad attività quali: aule scolastiche, biblioteca, campo sportivo, sale polivalenti, etc.. Sarebbe, inoltre, opportuno poter avere a disposizione una sala teatro, una palestra e spazi verdi annessi alle strutture in oggetto. I sistemi di sicurezza sono garantiti con modalità tali da non interferire con la prevalente funzione terapeutico-riabilitativa e di recupero sociale della struttura, nella quale la stessa relazione personale penitenziario-detenuti assume una connotazione qualitativamente diversa, essendo il personale di polizia penitenziaria parte attiva, insieme agli altri operatori, del processo di responsabilizzazione del soggetto.  L’approccio al detenuto, in tale struttura, presuppone un modello operativo d’intervento ad ampio raggio, che così concretizza la necessaria collaborazione tra la struttura penitenziaria e la rete dei servizi socio-sanitari e riabilitativi, deputati per legge alla cura, riabilitazione ed al reinserimento sociale dei tossicodipendenti.

CARATTERISTICHE DEL PERSONALE

Nella struttura a C.A. opera una équipe integrata composta da:

-    Direttore dell’Istituto, che la presiede e che è responsabile del programma di trattamento individualizzato ex art. 13 L. 354/75 e della gestione complessiva della struttura;

-    Coordinatore del Ser.T. della ASL territorialmente competente, responsabile del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato il quale procede all’elaborazione del programma stesso, avvalendosi allo  scopo degli operatori del Ser.T. addetti e delegati;

-    Operatori penitenziari addetti e delegati;

-    Operatori del Ser.T. addetti e delegati;

-    Operatori degli Enti Locali addetti e delegati;

-    Operatori degli Enti Ausiliari, del Volontariato, dei soggetti sociali coinvolti.

Gli esiti di tali interventi, nonché ogni altro elemento utile nel corso della sua attuazione, sono trasmessi dal Coordinatore del Ser.T.  al Direttore dell’Istituto che provvede ad integrare con tali elementi  il programma di trattamento individualizzato e/o la relazione di sintesi.

Appartiene all’equipe dell’Istituto, integrata dagli operatori del territorio, provvedere alla definizione e gestione del progetto complessivo ed a garantire l’esercizio delle funzioni di cui a seguito:

-    la presa in carico del soggetto;

-    ’elaborazione e gestione del programma di trattamento ex art. 13 L. 354/75;

-    l’attivazione ed il coinvolgimento delle famiglie, là ove è possibile ed opportuno, nel programma trattamentale individualizzato;

-    l’attivazione di tutte le risorse disponibili negli Enti pubblici e sul territorio ed al coinvolgimento delle strutture, pubbliche e private, utili e disponibili al perseguimento degli obiettivi che presiedono l’intervento nella struttura;

-    il necessario collegamento con la Magistratura di Sorveglianza e con le altre Autorità Giudiziarie.

SELEZIONE DEGLI UTENTI E PERCORSO TERAPEUTICO

La specifica finalità terapeutica a custodia attenuata esige che siano prese in considerazione due criteri di base:

-    accurata selezione dei soggetti tossicodipendenti che siano particolarmente motivati al recupero;

-    Volontarietà del detenuto tossicodipendente ad accedere a tale opportunità ed a conformarsi alle regole di vita propria del progetto.

Una fase preliminare alla selezione è quella di fornire ai detenuti tossicodipendenti informazioni sulla possibilità di usufruire di questo tipo di esperienza detentiva e degli impegni che essa comporta.

La selezione dei detenuti  che dovranno accedere alle strutture a custodia attenuata avverrà ad opera delle equipe di osservazione e trattamento degli Istituti invianti, in collaborazione con il SERT competente e ad opera della “equipe integrata” ( cioè operatori penitenziari, più operatori del SERT, operatori del Presidio per Tossicodipendenti e dal Magistrato di Sorveglianza) operante nella struttura stessa. Questo duplice passaggio dovrebbe garantire una selezione il più possibile mirata, tendente a ridurre i rischi di strumentalizzazione spesso attuati da questa tipologia di detenuti.

La selezione  è rivolta ad individuare una tipologia di utenza, le cui caratteristiche principali sono le seguenti:

-    Età dei detenuti, compresa preferibilmente tra i 18 e 30 anni;

-    Posizione giuridica: detenuti preferibilmente definitivi o già condannati in primo grado con specifica attenzione ai soggetti alla prima esperienza detentiva;

-    Avvenuta disintossicazione;

-    Basso indice di pericolosità sociale desumibile da elementi derivanti dalla conoscenza delle caratteristiche del soggetto e, all’occorrenza, da elementi oggettivi quali: il fine pena, il titolo di reato commesso, nonché dalla pena da scontare anche quale residuo, i precedenti, la presenza di segnalazioni significative a livello disciplinare, etc.;

-    Territorialità: detenuti tendenzialmente provenienti dal distretto regionale ove è situata la struttura stessa.

Ai soggetti selezionati verrà sottoposto, nell’ambito del colloquio d’ingresso, il progetto della struttura, le norme di comportamento che essi devono impegnarsi a rispettare e il contratto relativo al programma psico-socio-riabilitativo predisposto in base ad un modello-tipo approvato dall’Amministrazione Penitenziaria Centrale. Il soggetto dovrà prendere atto ed impegnarsi, secondo quanto il contratto stabilisce con formale sottoscrizione, ad aderire a quanto indicato e a quanto il progetto propone, specie in merito agli obiettivi terapeutico-trattamentali. 

FORMAZIONE DEL PERSONALE

L’attuazione del trattamento penitenziario individualizzato centrato sugli specifici bisogni e problemi del detenuto tossicodipendente, nonché del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato, necessitano di personale adeguatamente preparato e motivato, così come previsto dall’art.135, comma 3, DPR 309/90.

Pertanto, per il personale che opera nelle strutture a custodia attenuata, è previsto corsi di formazione professionale gestiti in collaborazione tra la scuola di formazione del personale del D.A.P., della ASL e degli Enti Locali, aperti agli operatori degli Enti Ausiliari coinvolti nel progetto.

Per quanto attiene al personale penitenziario, lo stesso è selezionato preferibilmente tra i giovani agenti più motivati e sensibili ad un lavoro di tipo trattamentale, provenienti dalla Scuola di Formazione del D.A.P. .

I suddetti Corsi prevedono, mediante appositi stage, la formazione congiunta del personale penitenziario e degli operatori e del territorio che lavorano in Istituto, così da creare, già in fase formativa, una base culturale ed operativa comune.

VERIFICA DELL’ESPERIENZA NELLA STRUTTURA A CUSTODIA ATTENUATA

Particolare attenzione è posta dai soggetti partecipi del progetto alla verifica dello stato di attuazione degli interventi in atto, procedendo periodicamente, avvalendosi allo scopo del Comitato di cui all’art.2 della Convenzione.

Per concludere, appare importante ricordare che per ciò che concerne l’organizzazione dell’attività interne, sia lavorative che psicoterapiche, dei colloqui con gli operatori, della strutturazione dei gruppi terapeutici, delle riunioni organizzative, degli incontri con i familiari, degli incontri con i SERT di appartenenza, delle uscite libere, delle visite in Comunità Terapeutica, delle misure alternative, etc. saranno formulate in una successiva stesura, al momento dell’attivazione dell’istituto della custodia attenuata.

4.2.5 Le patologie infettive con particolare riferimento all’infezione da HIV e la cura delle patologie correlate

Le malattie infettive costituiscono un problema rilevante in tutte le comunità chiuse ed in particolare assumono una rilevanza notevole nelle condizioni che si determinano all’interno delle comunità penitenziarie, dove si verificano situazioni abitative, alimentari e comportamentali che facilitano la diffusione e l’acquisizione delle stesse.

Inoltre, l’eterogeneità della provenienza della popolazione detenuta costituisce un rischio rilevante per l’importazione e la successiva diffusione di patologie non presenti o non più attuali e comuni nel nostro Paese.

Va inoltre considerata la difficoltà di inquadramento e di attribuzione etiologica di segni e sintomi che entrano nella diagnosi differenziale delle malattie infettive, ma che potrebbero essere determinati da altri fattori, tra cui vanno ricordati l’abuso di sostanze e la simulazione.

L’analisi delle patologie infettive più frequentemente segnalate all’interno della struttura penitenziaria indicano che:

-    la presenza massima di infezioni è determinata dalle epatiti virali non A e dall’infezione da HIV in diversi stadi di evoluzione;

-    le malattie più frequenti in carcere sono la scabbia, la dermatofitosi, la pediculosi, l’epatite A e la tubercolosi;

-    le sintomatologie associate ad etiologie infettive sono febbre e diarrea.

L’analisi del tempo di incubazione e delle modalità di trasmissione delle patologie sopra riportate fornisce informazioni ai fini della definizione degli interventi necessari.

Le patologie del gruppo a) sono prevalentemente acquisite al di fuori del carcere, anche se casi di trasmissione potrebbero verificarsi durante la detenzione attraverso, scambio di siringhe e rapporti sessuali, procedure di tatuaggio taglienti, ecc.

Le patologie del gruppo b) sono prevalentemente acquisite in carcere per trasmissione persona-persona a seguito dell’ingresso nel sistema di un soggetto infetto/infestato (con o senza segni e sintomi di infezione al momento dell’ingresso).

Le malattie infettive del gruppo c) possono essere prevalentemente correlate nel primo caso alla circolazione all’interno della comunità penitenziaria di influenza ed altre infezioni respiratorie acute a carattere epidemico, e nel secondo a problemi legati all’igiene dell’alimentazione, inclusa la conservazione di cibi all’interno delle celle.

Al fine di prevenire fenomeni a carattere endemico all’interno di un istituto penitenziario, è necessario ottimizzare le procedure già esposte nel paragrafo relativo alla prevenzione.

Per quanto riguarda la infezione da HIV e le patologie ad essa correlata, è utile individuare un strategia operativa che sia finalizzata al controllo della malattia in tutte le sue fasi  evolutive.

In particolare, sarà necessario una interazione tra il DSP e l’unità operativa di Malattie Infettive territorialmente competente, per assicurare al paziente detenuto tutte le prestazioni diagnostico-terapeutiche indicate dai protocolli attualmente operativi.

Gli istituti penitenziari, nel cui territorio non è presente l’unità operativa di Malattie Infettive, interagiranno con il nosocomio civile idoneo territorialmente più vicino o comunque incidente nell’ASL di riferimento.

4.2.6 Le attività di riabilitazione

Le condizioni di prevalente immobilità proprie della detenzione, nonché gli stati di invalidità e cronicità determinati da eventi morbosi interni o esterni alla condizione detentiva, richiedono la predisposizione di programmi mirati che prevedono un approccio multidisciplinare al paziente e l’integrazione di interventi di diverse professionalità (sanitarie, educative e sociali) avendo sempre e comunque a riferimento l’unitarietà della persona e il principio della continuità e della integrazione dei trattamenti sanitari.

Le varie prestazioni di riabilitazione vengono erogate all’interno di spazi adeguatamente attrezzati; negli istituti penitenziari dove è presente, allo stato, un servizio già attivo di fisiocinesiterapia, vengono individuate le risorse professionali e strumentali già esistenti, prevedendo eventuali integrazioni necessarie all’erogazione delle prestazioni standard minimali.

Negli istituti  dove non è attivo il servizio di fisiocinesiterapia e soprattutto dove è problematico realizzare idonee strutture per l’attivazione del servizio stesso, si prevede un centro di raccordo con l’ASl territorialmente competente, per concordare modalità operative di erogazione, che verranno effettuate presso gli ambulatori territoriali.

Ciò avverrà attraverso corsie preferenziali di prenotazione, mirate a garantire le norme di sicurezza previste dall’ordinamento penitenziario in materia di traduzione all’esterno dell’istituto.

4.2.7 La tutela della salute della donna e la salvaguardia del diritto di maternità

Negli istituti penitenziari dove è presente la sezione femminile (Casa Circondariale di Teramo e Pescara), è necessario prevedere l’erogazione di prestazioni sanitarie rivolte alla tutela della salute della donna.

Nello specifico è necessario il coinvolgimento di tutti quei servizi sanitari e sociali che vengono garantiti nello stato di libertà, attraverso i consultori familiari.

Inoltre è di fondamentale importanza potenziare gli asili nido esistenti nelle strutture penitenziarie della Regione (Casa Circondariale di Teramo), per garantire alle donne in stato di detenzione il diritto alla maternità.

4.2.8 La tutela della salute dei detenuti disabili e portatori di handicap

I detenuti disabili e/o portatori di handicap, devono essere tutelati all’interno delle strutture penitenziarie soprattutto fornendo loro i presidi di cui necessitano, nonché tutte le prestazioni riabilitative necessarie.

E’ opportuno evitare che siano allocati in istituti dove la presenza di barriere architettoniche, rappresenti un limite alla loro integrazione nella vita di relazione.

A tal proposito è bene sottolineare che l’Amministrazione Penitenziaria ha fornito indirizzi per costituire moduli per disabili, mirati ad accogliere detenuti a cui è possibile fornire le prestazioni standard minimali, garantendo comunque fruizione degli spazi e delle attività in comune con gli altri detenuti.

4.2.9 L’assistenza sanitaria alle persone immigrate detenute

La popolazione immigrata detenuta ha subito, nell’ultimo decennio, un incremento sostanziale legato anche alla presenza di frange di criminalità proveniente dagli ambienti degli immigrati.

Molti di questi soggetti vengono a contatto per la prima volta nella loro vita con un sistema sanitario organizzato, solo all’ingresso in un istituto penitenziario.

E’ quindi necessario che le conoscenze circa le condizioni di salute della popolazione immigrata detenuta vengano al più presto approfondite, tramite indagini conoscitive adeguate.

Per fare ciò è quindi necessario:

1)   conoscere i reali bisogni di carattere sanitario della popolazione immigrata detenuta;

2)   rendere fruibili le risorse sanitarie esistenti;

3)   adottare i programmi di prevenzione esistenti per le malattie trasmissibili in carcere tenendo conto della specificità della persone immigrate detenute.

Come previsto dall’art. 1 comma 5 del D.Lgs.vo n 230/99, gli stranieri, compresi gli extracomunitari in regola  e non con il permesso di soggiorno in Italia, limitatamente al periodo in cui sono detenuti o internati negli istituti penitenziari, sono iscritti al SSN, per cui hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti al pari dei cittadini liberi e ad essi vanno garantite tutte le prestazioni sanitarie erogate dall’ASL alla popolazione detenuta. Per superare le difficoltà conseguenti alla mancata conoscenza della lingua, si dovrà ricorrere ai mediatori culturali  presenti negli istituti penitenziari.

4.2.10 La tutela della salute mentale

E’ ormai riconosciuta a livello internazionale l’esistenza di un disagio psichico maggiore e diffuso negli istituti penitenziari.

Allo stato non esistono stime epidemiologiche attendibili, ma l’esperienza dei medici psichiatri che operano negli istituti da tempo evidenzia il problema, sollecitando più mirati interventi di prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi mentali.

Le patologie psichiatriche  prevalenti negli istituti penitenziari sono i disturbi psicotici, depressivi e nevrotici, nonché gli atteggiamenti autodistruttivi e i disturbi della personalità, con conseguente alto numero di eventi autolesionistici a scopo prevalentemente dimostrativo.

A scopo esemplificativo si riportano, nella seguente tabella, i dati relativi agli eventi critici verificatisi nel corso dell’anno 2001 nell’ambito della regione Abruzzo.


Tab. n. 5 – Eventi critici verificatisi nell’anno 2001

ISTITUTO
PENITENZIARIO

Autolesionismo

Tentato suicidio

Suicidi

Deceduti

Ferimenti

Incendi

Sciopero della fame

Astensione dal lavoro

Rifiuta della

terapia o del vitto

 Totale eventi critici

 

AVEZZANO

19

0

0

0

9

1

3

0

0

32

CHIETI

9

0

0

0

13

0

9

0

1

32

LANCIANO

0

0

0

0

0

0

1

2

0

3

L’AQUILA

49

6

0

1

10

0

20

2

41

129

PESCARA

6

2

0

0

47

0

18

0

0

73

SULMONA

16

3

0

0

12

0

41

1

1

74

TERAMO

85

10

1

0

18

8

51

3

19

195

VASTO

33

5

1

0

0

0

72

0

2

113

TOTALE

217

26

2

1

109

9

215

8

64

651

La promozione e la tutela della salute mentale negli istituti penitenziari vanno considerati come obiettivi che, nell’immediato e in ogni caso, il Servizio Sanitario Nazionale deve porsi, non solo ai fini più strettamente sanitari, ma anche ai fini della sicurezza degli istituti stessi.

Un’adeguata assistenza psichiatrica in carcere si ritiene possa essere assicurata da una  équipe composta dalle varie figure professionali già operanti attualmente negli istituti penitenziari, coadiuvati dal personale dei Servizi psichiatrici territorialmente competenti.

Le ASL cureranno periodici corsi di formazione ed aggiornamento degli operatori, rivolti anche al personale di polizia penitenziaria, al fine di fornire indirizzi utili e risposte comportamentali più idonee sia rispetto agli stati psicologici in generale che, più in particolare, rispetto alle possibili situazioni critiche o di urgenza.

Per ogni detenuto in trattamento psichiatrico vi sarà una  presa in  carico personalizzata con la dotazione di un modulo di cartella psichiatrica del DSM (in aggiunta al diario clinico ordinario) che sarà curato ed aggiornato dallo specialista psichiatra.

In caso di trasferimento ad altro Istituto Penitenziario, detta  cartella psichiatrica  seguirà il detenuto quale allegato al diario clinico.

Tutti gli Istituti devono disporre, proporzionalmente al numero dei ristretti, di ambienti idonei allo svolgimento di attività di relazioni aperte (es. laboratorio di attività di arte terapia) da riservarsi a quei soggetti psicotici con prognosi positiva ad un progetto riabilitativo, individuati sulla base sia delle valutazioni cliniche dello specialista psichiatra, sia su indicazione dei servizi psichiatrici territoriali che lo avevano in carico prima della detenzione.

E’ necessaria una cooperazione tra il Dipartimento della Sanità Penitenziaria Regionale e il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Abruzzo nella determinazione delle sedi di assegnazione di detenuti affetti da disturbi mentali, per i quali va evitato il più possibile l’allontanamento eccessivo dal territorio di appartenenza, in modo da consentire il mantenimento dei rapporti già instaurati con i servizi territorialmente competenti.

A tal fine sarà cura dello specialista psichiatra della struttura penitenziaria. segnalare alla Direzione dell’Istituto, i nominativi dei detenuti per i quali sia consigliabile, fatti salvi i motivi di ordine giuridico, un'assegnazione viciniore al luogo di residenza, evitando così il più possibile l'interruzione delle prestazioni erogate dall’ente territoriale di competenza (CIM), cosa che, seppur valida per qualsiasi detenuto, per il soggetto affetto da disturbi mentali è sicuramente determinante all’ottenimento di uno stato di compenso psichico adeguato.

L’équipe psichiatrica opera in collaborazione con l’area trattamentale dell’Istituto penitenziario, attraverso periodici incontri nell’interesse del miglior trattamento del detenuto e di una integrazione con l’istituzione.

4.2.11 L’assistenza farmaceutica

Le aziende USL garantiscono l’erogazione di farmaci e presidi medico-chirurgici, attraverso la farmacia ospedaliera competente per territorio.

Al personale medico operante nella struttura penitenziaria viene dato in dotazione il ricettario regionale, per la prescrizione di farmaci non erogabili dalla farmacia ospedaliera.

Ogni istituto penitenziario sarà dotato di un armadio farmaceutico.

L’approvvigionamento avverrà utilizzando la modulistica in dotazione presso gli altri servizi dell’Azienda USL.

I farmaci inclusi nella tabella I  saranno conservati e somministrati secondo le procedure legislative in vigore.

5. I MODELLI ORGANIZZATIVI

Per uniformare l’organizzazione dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari, viene istituito a livello Regionale, presso la Direzione Sanità, una struttura  con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo, denominata SERVIZIO DI MEDICINA PENITENZIARIA, diretta da un Dirigente Medico, così articolata:

1)   Ufficio Prevenzione ambientale e sanitario, formazione del personale, educazione sanitaria il cui responsabile sia un Funzionario Medico;

2)   Ufficio tutela della salute femminile e dei minori alla cui responsabilità sia preposto un Funzionario Medico.

Ogni AUSL (come previsto dal Decreto del Ministero della Sanità del 21.04.2000 pubblicato sulla G.U. n. 120 del 25.05.2000) attua quanto segue:

-    istituisce nel proprio ambito una struttura organizzativa complessa;

-    la differenzia in rapporto alla tipologia e alla consistenza dell’istituto o degli istituti penitenziari incidenti nel proprio territorio; 

-    eroga le prestazioni assistenziali, attraverso un volume di risorse professionali, tecnologiche e strutturali  tali da configurarne l’autonomia organizzativa; 

-    fornisce risposte adeguate alle specifiche e particolari esigenze assistenziali della popolazione detenuta

Per l’istituzione della struttura complessa, si  applica la seguente direttiva:

a)   la ASL nel cui ambito trovasi uno o più istituti penitenziari con una popolazione complessiva fino a 200 detenuti, istituisce un DISTRETTO SANITARIO PENITENZIARIO (DSP);

b)   la ASL nel cui ambito trovasi uno o più istituti penitenziari con una popolazione complessiva superiore a 200 detenuti, istituisce l’UNITA’ OPERATIVA PENITENZIARIA MULTIPROFESSIONALE, ovvero un DIPARTIMENTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI;

c)   la ASL nel cui ambito trovasi un istituto penitenziario provvisto di sezione femminile, istituisce il DIPARTIMENTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI, con almeno una unità operativa multidisciplinare per la tutela della salute della donna;

d)   la ASL nel cui ambito trovasi un istituto penitenziario minorile, istituisce il DIPARTIMENTO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI DETENUTI, con almeno una unità operativa multidisciplinare per la tutela della salute dei minori.

L’incarico di direzione di ogni singola struttura, è assegnato dal Direttore Generale della ASL,  secondo le procedure previste dalla normativa vigente in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, utilizzando, al momento dell’istituzione della struttura stessa, le risorse professionali già operanti all’interno degli istituti penitenziari e che abbiano svolto l’incarico di dirigenza dei servizi sanitari penitenziari.

Inoltre l’organizzazione interna, sia in termini di dotazione organica che di organizzazione funzionale, sarà definita in sede ASL dal Direttore Generale, su proposta del relativo Dirigente.

In ogni caso, indipendentemente dai modelli organizzativi su mensionati, l’Azienda Sanitaria Locale deve garantire, in analogia con quanto previsto per i cittadini in stato di libertà, l’attività assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, attraverso il coordinamento operativo e l’integrazione professionale tra le varie figure e le varie strutture operative del Servizio Sanitario Nazionale.

6. IL RICOVERO NELLE UNITA’ OPERATIVE DI DEGENZA

Il ricovero in una unità operativa di degenza esterna al carcere è previsto per la cura degli stati acuti di malattia dei soggetti detenuti.

Per evidenti ragioni di sicurezza, è necessario limitare il ricorso al ricovero esterno ai soli casi necessari, anche se in nessun caso le ragioni della sicurezza possono mettere a rischio la salute e la vita dei detenuti.

In ogni ASL si individua un nosocomio civile presso cui istituire una stanza di degenza “protetta” ove allocare il detenuto degente, dotato almeno di unità di terapia intensiva e unità coronaria.

In caso di urgenza clinica conclamata, il detenuto deve essere ricoverato nel nosocomio civile territorialmente incidente nella sede dell’istituto penitenziario, assicurando la sicurezza del detenuto direttamente nel reparto di degenza ordinario.

Si fa riferimento alla normativa vigente per il ricovero dei malati affetti da patologia correlata all’infezione da HIV.

7. CONCLUSIONI

Il presente progetto obiettivo, come previsto dall’art. 5 comma 5 del D. Lgs 22 giugno 1999 n. 230, trova attuazione nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, di cui è parte integrante, in quanto prevede specifici progetti di intervento in materia di assistenza sanitaria nei confronti dei detenuti ristretti  negli istituti penitenziari della Regione Abruzzo.

Il presente provvedimento deve essere sottoposto alla ratifica della Giunta Regionale



 












 


Dott. Giovanni CARUSI

____F.to_________________________________

Dott. Stefano GIOVANNOLI

____F.to _________________________________

Dott. Ing. Dante Carlos SALCE

____F.to _________________________________

Dott. Franco PETTINELLI

____F.to _________________________________

Dott. Massimo FORLINI

___ F.to _________________________________

Dott. Francescopaolo SARACENI 

____F.to ________________________________

Dott. Ercole RANALLI

____F.to _________________________________

Dott. Pietro D’EGIDIO

___F.to _________________________________

Dott.ssa Rossana CASSIANI

___F.to _______________________________

Sig. Roberto ANGELUCCI

___F.to ______________________________

Dott.ssa Manuela DI GIACOMO

____F.to _______________________________

Pescara, 30/05/2002

L’Assessore alla Sanità

Il Provveditore Amm.ne Penitenziaria

Regione Abruzzo

Regione Abruzzo-Molise

Dr Arturo Stuart

Dir. Gen. dr Raffaele Iannace

_____F.to__________________

____F.to______________

Pescara, 31/05/2002


ALLEGATO A

Schede di sorveglianza

per le malattie infettive


REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER MENINGITE / MENINGOENCEFALITE  DA

CASO    o sospetto    o confermato  di ________________________________________

U.O. ospedaliera che segnala il caso __________________________________________________

Medico che segnala il caso ____________________________ Tel.__________________

Data della segnalazione ____________________________________________________

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

COGNOME _______________________________ NOME _______________________

sesso M  F Luogo  e  data  di  nascita _______________________________________

residenza _________________________ domicilio abituale ________________________

scuola frequentata _________________________________________________________

titolo di studio ___________________________ professione

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

 

 

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi_______________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­_____________________________

Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________

________________________________________________________________________________

 

Ø      Dati di laboratorio

Indagini per isolamento virale/batterico

 

 

data prelievo

data invio

isolamento di:

feci/tampone rettale 1:

__ __/__ __/__ __

__ __/__ __/__ __

_____________________________

feci/tampone rettale 2:

__ __/__ __/__ __

__ __/__ __/__ __

_____________________________

 

 

 

Ø      studi sierologici

 

 

data prelievo

data invio

titoli anticorpali (specificare)

siero 1*:

__ __/__ __/__ __

__ __/__ __/__ __

__________________________

siero 2:

__ __/__ __/__ __

__ __/__ __/__ __

__________________________

siero 3**:

__ __/__ __/__ __

__ __/__ __/__ __

__________________________

 

*fase acuta; **convalescenza (15-30 giorni dall’inizio della sintomatologia)

 

Ø      indagini sul liquor

 

data prelievo

globuli rossi

globuli bianchi

% linfociti

glucosio

proteine

liquor 1:

__ __/__ __/__ __

__________

__________

__________

__________

__________

liquor 2:

__ __/__ __/__ __

__________

__________

__________

__________

__________

 

Ø      esami  elettrodiagnostici: NO       SI    tipo ________________________________allegare referto

Ø      risultati tipizzazione virale batterica: ______________________________________________________________________________

Commenti ______________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

Ø      esame autoptico: NO       SI    Istituto _________________________________________________

materiale

data prelievo

risultati

_________________________

__ __/__ __/__ __

  ________________________________

_________________________

__ __/__ __/__ __

  ________________________________

_________________________

__ __/__ __/__ __

 _______________________________

 

 

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

1.      Contatti con casi analoghi nei giorni precedenti l’inizio della malattia:

NO        SI    specificare____________________________________________________________

2.               Sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare?         NO        SI   

        Specificare nominativo ed età___________________________________________________________

3.       Casi simili in:  Scuola      NO            SI       specificare  ____________________________

                            Lavoro            NO            SI       specificare  ________________________________

                               Vicinato      NO            SI       specificare  ______________________________

                               Comunità    NO            SI       specificare  ______________________________

4.               Malattie in atto (otite media acuta, polmonite, ecc.) ___________________________________

5.               Malattie preesistenti (immunodeficienza, diabete, etilismo, ecc.) _______________________

6.               Interventi neurochirurgici (fratture cranio, ecc) ________________________________________

7.               Ha effettuato la vaccinazione nei confronti del germe responsabile della meningite?

      NO        SI    I° dose ______________ II° dose _______________ III° dose ______________________

8.               E’ stato morso da un animale?  NO       SI  specificare ________________________________

9.               E’ stato punto da insetti?  NO       SI  specificare ________________________________________

10.         L’approvvigionamento di acqua potabile è di tipo _______________________________ _______

11.       Ha effettuato viaggi/permanenza  in Stati Esteri?

       NO          SI    specificare__________________________­­­_____________________________________

 

12.         Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare grado di parentela ed età) __________________

_____________________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

 

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEI CONTATTI STRETTI

(contatti stretti: persone che convivono con Il caso o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al giorno; sono contatti stretti tutti i membri della famiglia che vivono sotto lo stesso tetto.

Per ciascun soggetto specificare la comunità interessata e i provvedimenti adottati (sorveglianza sanitaria, chemioantibioticoprofilassi….)

 

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

PROVVEDIMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non rilevati dalla presente scheda:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

 

 

 

Data di compilazione: ______________________                 

 

                                                                                           

                                                                                                  Firma del compilatore

_____________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

 SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER MENINGITE MENINGOCOCCICA

 

CASO    o sospetto    o confermato 

U.O. ospedaliera che segnala il caso__________________________________________________

Medico che segnala il caso ____________________________________ tel.__________________

Data della segnalazione ____________________________________________________________

 

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

 

COGNOME _______________________________ NOME _________________________________

sesso M  F Luogo  e  data  di  nascita ______________________________________________

residenza _________________________ domicilio abituale _______________________________

scuola frequentata ________________________________________________________________

titolo di studio ___________________________ professione ______________________________

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi_______________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­_____________________________

Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

Isolamento di N. Meningitidis:

materiale da cui è stato isolato           liquor               petecchie                 sangue 

sierogruppo del meningococco _______________________________________________________

Sensibilità ai chemioantibiotici:                                         Sens.                     In                Res.

Ciprofloxacina                                                                                                                      

Ceftriaxone                                                                                                                           

Rifampicina                                                                                                                          

Minociclina                                                                                                                          

Spiramicina                                                                                                                           

Eritromicina                                                                                                                          

Penicillina                                                                                                                             

Ampicillina                                                                                                                           

Sulfamet-Trimet.                                                                                                                  

Altro:specificare______________________________                                                       

 

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

 

1. Contatti con casi di Meningite nei 10 giorni precedenti l’inizio della malattia:

      NO        SI    specificare____________________________________________________________

2. Sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare?        

      NO        SI    specificare nominativo ed età ____________________________________________

3.  Casi simili in:    Scuola       NO             SI       specificare  ____________________________

                                 Lavoro       NO             SI       specificare  ____________________________

                                    Vicinato     NO             SI       specificare  ____________________________

                                    Comunità    NO            SI       specificare  ____________________________

4.               Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare grado di parentela ed età) _____________________

__________________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________________

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEI CONTATTI STRETTI

(contatti stretti: persone che convivono con Il caso o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al giorno; sono contatti stretti tutti i membri della famiglia che vivono sotto lo stesso tetto.

Per ciascun soggetto specificare la comunità interessata e i provvedimenti adottati (sorveglianza sanitaria, chemioantibioticoprofilassi….)

 

 

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

PROVVEDIMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non rilevati dalla presente scheda:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

data di compilazione: ______________________                 

 

                                                                                                             Firma del compilatore

 _________________________________


 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

 SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER EPATITE A TRASMISSIONE OROFECALE (A, E, ..)

 

CASO    o sospetto    o confermato 

U.O. ospedaliera che segnala il caso __________________________________________________

medico che segnala il caso ____________________________________ tel.__________________

data della segnalazione ____________________________________________________________

 

 

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

 

COGNOME _______________________________ NOME _________________________________

Sesso M  F Luogo  e  data  di  nascita _____________________________________________

Residenza _________________________ domicilio abituale _______________________________

Scuola frequentata ________________________________________________________________

Titolo di studio ___________________________ Professione _______________________

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

 

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi_______________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­_____________________________

Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________

Esami di laboratorio essenziali ed esito (markers,...)______________________________________

___________________________________________________________________________

 

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

1.      Durante le 8 settimane prima della malattia:

a)              ha avuto contatti con malati di Epatite A?

      NO        SI    specificare _______________________________________________________________

b)      ha effettuato viaggi/permanenza/provenienza da Stati Esteri?

NO      SI    specificare ________________________________________________________

c)      ha consumato cibi crudi (frutti di mare, verdure, …)?

  NO        SI    specificare località e data di consumo __________________________________________

d)        ha consumato altri alimenti di dubbia provenienza?

e)        ha bevuto acqua di pozzo o di sorgente?

        NO      SI       specificare localià e data di consumo__________________________________ 

2.              sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare?         NO        SI   

      Specificare nominativo ed età____________________________________________________________

CASI SIMILI in  Scuola           NO            SI       specificare  _____________________________

                            Lavoro                  NO            SI       specificare ______________________________

                               Vicinato         NO            SI       specificare  ______________________________

                               Comunità       NO            SI       specificare  _______________________________

FONTE DI CONTAGIO

Alimento sospetto ______________________________ data di consumo _____________________

n° di persone che hanno consumato il cibo specificato _____________________________________

modo in cui il cibo identificato è stato messo in commercio (sfuso, confezionato) ____________________

luogo di consumo del cibo identificato (casa privata, ristorante, mensa…) ___________________________________________________________________________

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEL MALATO

Luogo di permanenza del malato _______________________________________________________

adozione di tutte le possibili “precauzioni enteriche”:

NO          SI       specificare le eventuali carenze _________________________________________


 

SOGGETTI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

MARKERS ED ESITO

DATA VACCINAZIONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’educazione sanitaria è stata effettuata nei confronti di:

        malato

        conviventi

        contatti

Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non rilevati dalla presente scheda:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Data di compilazione: ______________________         

                                                                                                      Firma del compilatore

                                                                          ___________________________________________


 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

SCHEDA DI SORVEGLIANZA  EPATITE A TRASMISSIONE PARENTERALE (B, C)

 

CASO    o sospetto    o confermato  di _______________________________________________

U.O. ospedaliera che segnala il caso __________________________________________________

Medico che segnala il caso ____________________________________ Tel.__________________

Data della segnalazione ____________________________________________________________

 

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

 

COGNOME _______________________________ NOME _________________________________

Sesso M  F Luogo  e  data  di  nascita _____________________________________________

Residenza _________________________ domicilio abituale _______________________________

Scuola frequentata ________________________________________________________________

Titolo di studio ___________________________ Professione ______________________________

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

 

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi_______________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­_____________________________

Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________

Esami di laboratorio essenziali ed esito (markers,...)______________________________________

________________________________________________________________________________

 

 

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

1. Durante i 6 mesi prima della malattia:

a)   ha avuto somministrazione di sangue o plasma  NO        SI    specificare______________________

b)  ha avuto somministrazione di derivati del sangue (fattori della coagulaziome, immunoglobuline ecc….)

NO        SI    specificare________________________________________________________________

c)  ha avuto interventi chirurgici (compresa piccola chirurgia e manovre endoscopiche)

NO        SI    specificare tipo di intervento_________________________________________________

d)  é stato ospedalizzato negli ultimi  mesi           NO        SI    P.O._____________________________ U.O.____________________________ data ______________

e)  si è iniettato sostanze stupefacenti?       NO        SI    specificare______________________

f)   ha avuto trattamenti dentari?                 NO         SI 

g)   si è fatto buchi all’orecchio?                      NO        SI 

h)   le è stata praticata agopuntura?                  NO        SI 

i)    si è rasato dal barbiere?                             NO        SI 

l)    si è depilato con l’elettrocoagulazione?      NO         SI 

m)  è stato dal callista o dal manicure?                NO       SI 

n)   è stato emodializzato?                                     NO       SI 

o)   ha effettuato una visita ginecologica?              NO        SI 

2.              Le è stata somministrata almeno una dose di vaccino per l’Epatite B?

 NO        SI    I° dose ______________ II° dose _______________ III° dose __________________

3.              Durante i 6 mesi prima dell’inizio della sua epatite, un suo familiare, convivente, partner sessuale, amico, compagno di scuola o di lavoro ha avuto l’epatite:

NO       SI    specificare il tipo di relazione e il nominativo  _________________________________

__________________________________________________________________________________

La loro malattia è iniziata meno di 2 mesi prima della sua?          NO        SI 

In caso di Epatite B: era a conoscenza che un componente della sua famiglia (o il suo partner) fosse portatore di HbsAg prima che lei avesse l’epatite?   

NO         SI    Si era vaccinato?  SI        NO     Perché non si era vaccinato? Specificare:

           non era sicuro dell’efficacia del vaccino

           aveva paura degli effetti collaterali

           non sapeva a quale struttura rivolgersi

           altro ________________________________

 

4.              Ha un convivente tossicodipendente?       NO        SI 

5.              Durante lo scorso anno ha avuto rapporti sessuali occasionali?    

                                                                                 NO        SI         Ha utilizzato il profilattico? 

                            sempre

                            occasionalmente

                            mai

 

 

7.              Viaggi/permanenza/provenienza da Stati Esteri?

                                                                             NO        SI    specificare_________________________

 

8.               Quante persone vivono nella sua casa? (Specificare grado di parentela ed età) _______________

___________________________________________________________________________

 

9.               Sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare?         NO        SI   

      Specificare nominativo ed età___________________________________________________________

         _________________________________________________________________________________

CASI SIMILI in   Scuola            NO            SI       specificare  ___________________________

                        Lavoro                        NO            SI       specificare  ___________________________

                           Vicinato               NO            SI       specificare  ___________________________

                           Comunità             NO            SI       specificare  ___________________________

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEL MALATO

Luogo di permanenza del malato _____________________________________________________

Adozione di tutte le possibili “precauzioni standard” per prevenire il contatto con il sangue e altri fluidi biologici: NO            SI       specificare le eventuali carenze _________________________

________________________________________________________________________________


 

SOGGETTI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

MARKERS

DATA VACCINAZIONE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’educazione sanitaria è stata effettuata nei confronti di:

        malato

        conviventi

        contatti

Descrivere eventuali aspetti dell’indagine non rilevati dalla presente scheda:

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Data di compilazione: ______________________                 

 

Firma del compilatore

______________________________________


 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER SCABBIA

 

CASO    o sospetto    o confermato 

U.O. ospedaliera che segnala il caso __________________________________________________

Medico che segnala il caso ____________________________________ Tel.__________________

Data della segnalazione ____________________________________________________________

 

 

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

 

COGNOME _______________________________ NOME _________________________________

Luogo  e  data  di  nascita __________________________________________________________

Residenza _________________________ domicilio abituale _______________________________

Scuola frequentata ________________________________________________________________

Titolo di studio ___________________________ Professione ______________________________

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

 

 

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi_______________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­_____________________________

Segni clinici rilevanti _______________________________________________________________

Esami di laboratorio essenziali _______________________________________________________

________________________________________________________________________________

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

 

CONTATTO CUTANEO con soggetto infetto:   o   NO     o SI  specificare____________________ _______________________________________________________________________________

 

ALTRE MODALITA’ DI TRASMISSIONE_________________________________________________

 

LUOGO DOVE E’ AVVENUTO IL CONTAGIO_____________________________________________

 

CASI SIMILI      Scuola                NO            SI       specificare  _________________________

                          Lavoro                            NO            SI       specificare  _________________________

                          Altro                 NO            SI       specificare  ________________________

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEL MALATO

Luogo di permanenza (specificare)____________________________________________________

Tipo di terapia ____________________________________________________________________

Controlli _________________________________________________________________________ 

 

SOGGETTI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

ESITO ACCERTAMENTI

PROVVEDIMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Provvedimenti adottati nei confronti dell’ambiente (disinfezione biancheria, disinfezione ambientale ecc.) _______________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

 

Osservazioni:_____________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

 

 

Data di compilazione: ______________________         

 

 

                                                                                             Firma del compilatore

                                                                        _________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 


 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

SCHEDA DI SORVEGLIANZA PER TOSSINFEZIONI ALIMENTARI

ED ENTEROCOLITI BATTERICHE

 

CASO o sospetto   o confermato  di ____________________________________________

U.O.  che segnala il caso ______________________________________________________

Medico che segnala ilcaso____________________________________Tel._______________

Data della segnalazione _______________________________________________________

 

STRETTAMENTE RISERVATO

(Se il caso è di età inferiore a 15 anni, intervistare insieme ad un parente o tutore)

 

COGNOME _______________________________ NOME _____________________________

Luogo  e  data  di  nascita _____________________________________________________

Residenza _________________________ domicilio abituale __________________________

Scuola frequentata ___________________________________________________________

Titolo di studio ___________________________ Professione _________________________

IMPORTANTE: Effettuare l’indagine in un clima di assoluta riservatezza.

Intervistare il paziente senza aspettare i risultati di laboratorio, da aggiungere appena disponibili.

 

NOTIZIE CLINICHE

Data inizio malattia _________________ luogo inizio sintomi__________________________

P.O. di ricovero ____________________________ U.O.______­________________________

Esami di laboratorio essenziali __________________________________________________

Insorgenza dei sintomi dal pasto sospetto in ore ________________

Sintomi:     

Ø      FEBBRE         NO           SI 

Ø      VOMITO        NO           SI 

Ø      DIARREA       NO           SI       Tipo di diarrea:     Infiammatoria            Acquosa 

Altri sintomi: ___________________________________________________________________________   ___________________________________________________________________________

NOTIZIE EPIDEMIOLOGICHE

Sintomatologia in altri componenti del nucleo familiare:                 NO                     SI    

 

specificare nominativo, grado di parentela ed età ___________________________________________________________________________

 

CASI SIMILI      Scuola      NO            SI       specificare  _________________________

                       Lavoro      NO            SI       specificare  _________________________

                          Mensa      NO            SI      specificare  _________________________

                          Altro        NO            SI       specificare  _________________________

 

FONTE DI CONTAGIO

Tipo di alimento individuato o sospetto ________________________________________

Luogo dove è stato consumato l’alimento: casa privata, comunità (specificare se scuola, ristorante, mensa o altro)____________________________________________________

  soggetti coinvolti: ___________________

Inizio 1° caso:                   Ore ________________   Giorno ________________

Fine  ultimo caso:         Ore ________________   Giorno ________________

Nel caso in cui l’alimento sia stato consumato in un locale:

Ø    è stato effettuato il sopralluogo dai Servizi competenti:    NO          SI  

Ø    sono state riscontrate irregolarità:  NO    SI   quali ___________________­­­­________

Ø    sono stati eseguiti prelievi di campioni alimentari:            NO         SI    

     con che esito? ___________________________________________________________

 

PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEL MALATO

Tipo di terapia ____________________________________________________________________

Esito:          Guarigione                       Esiti                      Exitus      

Accertamenti diagnostici eseguiti:

Ø      Coprocoltura: ___________________________________________   esito ____________________________________________________________

Ø      Sierodiagnosi: ___________________________________________  esito ____________________________________________________________

Ø      Emocoltura: ____________________________________________   esito ____________________________________________________________

Ø      Altri esami: _____________________________________________  esito ____________________________________________________________

Ø      Residuo di alimenti: ______________________________________  esito ____________________________________________________________

 

SOGGETTI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA

 

NOMINATIVO

ETA’

COMUNITA’

ESAMI

ESITO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Osservazioni: ___________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

Data di compilazione: ______________________                         

                                                        

                                   

Firma del compilatore

                                   ____________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

       

          SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC

 

SCHEDA DI INDAGINE PER CASO DI MALATTIA        o SOSPETTO       o CONFERMATO

 

U.O. che denuncia il caso _____________________________________________________

medico che denuncia il caso ____________________________________ tel.____________

data della notifica ___________________ note ____________________________________


 

 

 DATI ANAGRAFICI  

     

Cognome _______________________________________ Nome _____________________________

sesso  M   F  nato a ____________________________________ prov._________ il _____________

residente in _________________________via _____________________________ tel. ___________

(se il luogo di residenza non coincide con il domicilio abituale compilare la riga successiva)        

domiciliato in ____________________________via ________________________ tel. ___________

(se immigrato da paese straniero compilare la riga successiva)

provenienza_______________________________________ anno di ingresso in Italia ___________

professione________________________________________________________________________

sede di lavoro o scuola __________________________________________________________________________

Vive in collettività   NON NOTO            NO    SI  (se sì barrare la casella appropriata)

 

ð Casa di riposo per anziani                                              ð Istituto penitenziario

ð Istituto di lungodegenza                                                   ð Campo nomadi

ð Istituto per portatori di handicap fisico e mentale        ð Comunità di recupero tossicodipendenti

       ð Altra collettività (specificare): _________________________________________________________________________________

Indirizzo collettività_________________________________________________________________

Componenti il nucleo familiari e conviventi:      

Frequentatori abituali:                                  

 

 

 

 


 

 

 

 

PRECEDENTI PERSONALI PER TBC

                                                                                                 DATA                                    ESITO

 

Test tubercolinico                                ___ / ___ / ___             ______________

Indagini radiologiche eseguite            ___ / ___ / ___               ______________

Diagnosi di TBC polmonare           ___ / ___ / ___                ______________

Diagnosi di TBC extra polmonare     ___ / ___ / ___                ______________

Chemioprofilassi per TBC             ___ / ___ / ___                 ______________

Vaccinazione BCG                                                  ___ / ___ / ___                     _______________

 

 

 

 

DATI RELATIVI ALLA MALATTIA

 

Data di inizio presente episodio                            _____ / _____/ _____            

Diagnosi: (barrare la voce relativa al caso)         nuovo caso                                         recidiva

                                                              TBC polmonare                                      contagiosa

                                                                 specificare_______________________

                                                       TBC extrapolmonare ____________________________

Ricovero           NO           SI              data   _____ / _____ / _____

Specificare Ospedale o Casa di Cura __________________________________________________________________________________

Data di dimissione       _____ / _____ / _____                                                                                               

 

 

 

 

 

 

FATTORI DI RISCHIO E CONDIZIONI PREDISPONENTI

 

                                                                        SI                   NO             NON NOTO

Terapia immunosoppressiva                                                                           

Alcolismo                                                                                                        

Tossicodipendenza                                                                                         

 

Uso di sostanze stupefacenti non e.v.                                                            

AIDS\Infezioni da HIV                                                                                                                               

Malassorbimento \Denutrizione                                                                                 

Insufficienza renale cronica                                                                          

Neoplasie\Linfomi\Leucemie                                                                           

Silicosi                                                                                                           

Grave Immunodeficienza                                                                                

Diabete                                                                                                                      

Esposizione a casi noti di TBC                                                                                   

Immigrazione da Paesi ad alto rischio                                                                       

Se si, specificare Paese e data di ingresso in Italia __________________________________________________

Condizioni igieniche abitazione                                   salubre            insalubre                 

NOTE __________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

 

 

 

 

 

CRITERI DIAGNOSTICI

                                                                                                      Positivo        Negativo     Non eseguito

1. Esame clinico:                                                                                     ž                   ž

2. Esame diretto escreato                                                                        ž                   ž                 3. Es. diretto altro materiale inclusi esami istologici,                  ž                         ž                 ž

    ricerca micobatteri…………………………………….

4. Esame colturale escreato                                                        ž                    ž                 ž

5. Esame colturale altro materiale, specificare …………………ž                       ž                 ž

6. Intradermoreazione                                                                           ž                     ž                 ž

7. Es. radiologico\Es. strumentali                                              ž                     ž                 ž

8. Risposta terapia antitubercolare(due o più farmaci)                                ž                       ž                       ž

 

 

 

 

 

 

Data inizio terapia     ___ / ___ / ___

 

 

 

Farmaci impiegati:                

Etambutolo                           ž

Isoniazide                            ž

Pirazinamide               ž

Rifampicina                            ž

Streptomicina              ž         

Altro__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

NOTE

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

__________________________________________________________________________________________

 

 

 

 

data indagine _____ / _____ / _____ 

Sanitario che ha effettuato l’indagine ___________________________________________________________________________

indirizzo___________________________________________________tel.______________

 

 

 

 


 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

    SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC

SCHEDA DI INDAGINE SUI CONTATTI

 

 

CASO INDICE

 

 

Cognome________________________________________ Nome _____________________________

sesso   M      F data di nascita_____________ luogo di nascita_______________________________

 

 

CONTATTO

 

 

Cognome_______________________________________ Nome ______________________________

sesso   M      F data di nascita____________ luogo di nascita________________________________

residenza_______________________________ Prov.__________ ASL___________________________

via_____________________________________________________ tel.__________________________________

Professione_________________________________________________________________________

 

 

CLASSIFICAZIONE DEL CONTATTO:

STRETTO             ž persone che convivono con il caso o che hanno condiviso lo stesso spazio confinato per numerose ore al giorno

REGOLARE           ž  persone che condividono regolarmente lo stesso luogo chiuso

OCCASIONALE      ž persone che condividono occasionalmente lo stesso luogo chiuso

 

AMBITO DEL CONTATTO:

FAMIGLIA                  ž specificare il grado di parentela ______________________________________

COLLETTIVITA’          ž Scuola, Lavoro, Ospedale, (specificare indirizzo, struttura)

                               ___________________________________________________________________

 

PRESENZA FATTORI DI RISCHIO:

ETA’                          ž bambini di età inferiore a 5 anni, adolescenti (specificare età)  _________________

PATOLOGIE               ž diabete, depressione immunitaria, alcolismo, silicosi, etc. (specificare)

                               ___________________________________________________________________

 

CONDIZIONI PREDISPONENTI:

TOSSICODIPENDENZA PER VIA ENDOVENOSA       

IMMIGRAZIONE DA PAESI AD ALTA ENDEMIA         specificare il Paese di provenienza e l’anno                                                                                      di arrivo in Italia ___________________________

APPARTENENZA A COMUNITA’ AD ALTO RISCHIO    Soggetti senza fissa dimora, nomadi,

                                                                                        specificare _______________________________

ALTRO ______________________________________________________________________________

 

CONDIZIONI IGIENICHE ABITAZIONE:             Salubre                                    Insalubre

 

 

 

SORVEGLIANZA  TEMPO ZERO  

 

                                                            SI                   NO                 NON NOTO

Vaccinato con BCG                                                                   

Precedenti di TBC curati                                                            

Mantoux o test Tubercolinico          data _____________ esito___________ se Mantoux spec. mm_____

Rx Torace                                      data_____________ esito __________________________________

Chemioprofilassi                            data_____________ farmaci: (specificare farmaco dosaggio, durata)   

                                                  ________________________________________________________

                                                  ________________________________________________________

 

 

 

                                              

SORVEGLIANZA DOPO DUE MESI

 

Mantoux o                                    data_____________  esito __________________________________

 

Rx Torace                                     data_____________  esito __________________________________

Chemioprofilassi                           data_____________ farmaci: (specificare farmaco dosaggio, durata)

                                                 ________________________________________________________

Vaccinazione con BCG                  data_____________

 

 

 

NOTE ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

Data di compilazione ______________________                  

 

                                                                          Firma e timbro del medico compilatore

                                                                 _________________________________________                                            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGIONE ABRUZZO

ASSESSORATO SANITA’

 

SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLA TBC E DELLE               MICOBATTERIOSI

 

SCHEDA PER  SCREENING DI GRUPPI A RISCHIO

 

 

 

COMUNITA’ __________________________________________________________________________

 

                   __________________________________________________________________________

 


 

 

 

 

DATI ANAGRAFICI

 

Cognome e Nome _____________________________________________________________________

data di nascita ______________ luogo di nascita_____________________________________________

sesso   M      F     residenza _____________________________________________________________

data di ingresso in comunità  ___ / ___ / ___   professione ________________________________

paese di provenienza, se immigrato _______________________________________________________

data di ingresso in Italia         ___ / ___ / ___       

 

 

 

 

PRECEDENTI PERSONALI PER TBC

 

 

test  tubercolinico                NON NOTO        NO       SI    data           ___ / ___ / ___ esito _____________

indagini radiologiche            NON NOTO        NO       SI    data         ___ / ___ / ___ esito _____________

diagnosi tbc in passato         NON NOTO        NO       SI    data          ___ / ___ / ___ forma ____________

chemioprofilassi                   NON NOTO        NO       SI    data          ___ / ___ / ___ esito _____________

vaccinazione con BCG           NON NOTO        NO       SI    data        ___ / ___ / ___ esito ________

 


 

 

            FATTORI DI RISCHIO E CONDIZIONI PREDISPONENTI

 

tossicodipendenza                              ð ____________________________________________________

alcolismo                                            ð ____________________________________________________

diabete                                               ð ____________________________________________________

infezione da HIV                                ð ____________________________________________________

terapia immunosoppressiva.   ð ____________________________________________________

immunodeficienza                               ð ____________________________________________________

silicosi                                  ð ____________________________________________________

altro                                                   ð ____________________________________________________

 

 

 

 

PROVVEDIMENTI DI SORVEGLIANZA

 

 

test  tubercolinico/mantoux                            ð data                ___ / ___ / ___ esito ___________________

Rx torace                                                        ð data                ___ / ___ / ___ esito ___________________

vaccinazione con BCG                                               ð data                ___ / ___ / ___ esito.___________________

chemioprofilassi                                             ð data ___ / ___ / ___ farmaci _________________

note ________________________________________________________________________________

 

 

data ______________________

                                                           

                                                                                                     Firma

                                                                                  ______________________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

CONTROLLI SUCCESSIVI

PROVVEDIMENTI ADOTTATI

_________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

data ______________________

 

                                            

 

                                                   Firma

                                                                                              ______________________________________________

 

 


 

CONTROLLI SUCCESSIVI

PROVVEDIMENTI ADOTTATI

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

data ______________________

 

 

               Firma

                                                                                              ______________________________________________

 

 


 

 

Allegato B

 

 

 

SCHEMA DI CONVENZIONE TRA IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA: PROVVEDITORATO REGIONALE /ISTITUTO PENITENZIARIO DI ………………………………… E LA USL DI ……………………………… PER LA CURA E LA RIABILITAZIONE DEI DETENUTI TOSSICODIPENDENTI E/O ALCOOLDIPENDENTI RISTRETTI NELL'ISTITUTO O SEZIONE A CUSTODIA ATTENUATA E RELATIVO PROTOCOLLO.

 

 

Attuazione delle "Linee d'indirizzo in materia di prevenzione", cura e riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti coinvolti nell'area penale" emanate in data 12.1992 e ratificate in data 10..03.1994.

 

 

IN OTTEMPERANZA a quanto previsto dall'art. 11, comma 10, L. 354/75, dall'art. 17, comma 1, DPR 230/2000, D.Lgs 230/99 e dall'art. 95 DPR 309/90, al fine di promuovere concrete condizioni per l'effettiva attuazione dei principi generali e delle disposizioni precettive contenute nelle leggi sopra citate;

 

IN ESECUZIONE del dettato normativo del DPR 309/90, che prescrive (artt. 95 e 96) che la pena detentiva dei soggetti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti deve essere scontata in Istituti idonei per lo svolgimento di programmi terapeutici e socio-riabilitativi, la cui realizzazione è demandata ai Servizi pubblici per le tossicodipendenze (SERT) delle AASSLL, in collaborazione con il Servizio sanitario penitenziario;

 

ATTESO quanto previsto dagli artt. 115,116 e 117 DPR 309/90, mediante i quali si prefigura un sistema regionale degli interventi nelle aree delle tossicodipendenze e/o alcooldipendenze strutturalmente aperto agli apporti dei soggetti sociali, degli Enti Ausiliari e della comunità locale;

 

IN OTTEMPERANZA con quanto previsto dagli artt. 113 e seguenti del DPR 309/90 sulle funzioni sanitarie e socio-assistenziali delle Regioni, delle AASSLL e degli Enti locali in materia di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza e dall'art. 122 del DPR citato in materia di definizione e gestione del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato;

ACQUISITO quanto previsto dalla Commissione Nazionale Consultiva e di Coordinamento per i Rapporti con le Regioni e gli Enti Locali, in materia di assistenza sanitaria penitenziaria in data 13.6.1989, e in materia di cura e riabilitazione dei tossicodipendenti e/o alcooldipendenti coinvolti nell'area Penale in data 11.12.1992;

           

 

 

 

 

TUTTO CIO' PREMESSO

 

TRA

 

 

Il Dott. ………………………………….. nella sua qualità di Provveditore regionale/Direttore dell'istituto Penitenziario su delega del Provveditore regionale di

 

                                         

E

 

il Dott.  …………………………….. Direttore Generale dell'AUSL  di

 

 

 

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

 

 

 

Art. 1

 

La struttura a custodia attenuata, istituita presso...................................... accoglie detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti in custodia cautelare in carcere o in espiazione di pena, provenienti da................................................

Sono ammessi nella struttura a custodia attenuata le persone che ne hanno fatto esplicita richiesta, in possesso dei requisiti e con le caratteristiche previste nel Progetto di cui all'art. 7.

Al fine di realizzare le condizioni idonee a garantire l'attuazione del Progetto, le parti si impegnano a favorire, sviluppare e promuovere quelle iniziative ed attività in grado di valorizzare le risorse del territorio, degli Enti Locali e della partecipazione sociale, rendendo effettiva l'azione di recupero e di reintegrazione sociale dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti prevista nella struttura. L'intervento degli Enti Locali e della partecipazione sociale è regolata da un Protocollo d'intesa o da un Accordo di Programma (art. 27 L. 142/90)

 

 

 

 

Art. 2

 

Per l'elaborazione, attuazione e verifica del Progetto di cui all'art. 7, è istituito un Comitato composto dal Direttore dell'istituto, dal Direttore Generale dell'aUSL, dal Direttore del CSSA, dal Sindaco o dalla Conferenza dei Sindaci, di cui all'art. 3, comma 14 Legge 502/92,o loro delegati, dal Magistrato di Sorveglianza, dai referenti degli Enti Ausiliari e dai soggetti sociali coinvolti.

Il Comitato ha quale compito istituzionale la funzione di programmazione, di supporto e verifica del Progetto d'intervento di cui all'art. 7, nonché la funzione di accompagnare la realizzazione del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato attuato dal SERT, in collaborazione con il Servizio sanitario penitenziario e gli operatori penitenziari, di fornire tutte quelle opportunità che ne consentono la piena realizzazione, sia in corso di attuazione che nella prospettiva degli esiti, quindi della reintegrazione sociale del detenuto.

L'attività del Comitato è disciplinata da un proprio Regolamento.

 

 

 

Art. 3

 

Nell’azione di accompagnamento del programma terapeutico e socio­riabilitativo individualizzato, il Comitato tecnico di cui all’art. 2 si impegna a garantire nell'ambito della struttura e, in quanto ammissibile, sul territorio la attività formativa, culturale, sportiva, occupazionale e di studio necessarie per il recupero del soggetto nonché idonei interventi atti a favorire il collocamento del detenuto, esaurita la fase terapeutica e socio-riabilitativa, nel mercato del lavoro e nel settore del lavoro di pubblica utilità, anche mediante la valorizzazione della cooperazione ex art. 134 DPR 309190 e L. 381/91.

 

 

 

Art. 4

 

Il programma di trattamento individualizzato ex art. 13 L. 354/75 è elaborato ed attuato dagli operatori penitenziari, sotto la responsabilità del Direttore dell’istituto e si avvale delle opportunità e delle risorse rese disponibili dal Comitato di cui all'art. 2 e dei suoi referenti istituzionali e sociali nonché degli apporti dell'intervento terapeutico e socio-riabilitativo attuato, in conformità alla legge, dal SERT cosi come previsto nel successivo art. 5 e nel Progetto allegato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Art. 5

 

Il programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato per i detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti presenti nella struttura a custodia attenuata è elaborato ed attuato dall'AUSL, che a tal fine si avvale del SERT, assicurando la disponibilità dei trattamenti psicologici socio-riabilitativi e farmacologici necessari.

L'AUSL provvede, altresì, all'esecuzione delle analisi cliniche ritenute necessarie per l'accertamento dello stato di tossicodipendenza e/o alcooldipendenza e per la verifica dell'andamento del programma terapeutico e socio-riabilitativo individualizzato.

Il SERT, nell'elaborazione ed attuazione di tale programma si avvale della collaborazione del Servizio sanitario penitenziario e degli operatori penitenziari, e, qualora richiesto, del medico di fiducia, così che la condizione di detenuto sia pienamente accolta ed interpretata nell'ambito del percorso terapeutico e socio­riabilitativo individualizzato.

Gli operatori coinvolti nel programma terapeutico e socio-riabilitativo sono tenuti al segreto professionale.

Nella gestione del programma terapeutico il SERT si impegna ad avvalersi, in quanto compatibile, delle risorse, delle professionalità e delle opportunità rese disponibili dai soggetti istituzionali e sociali presenti nel territorio e coinvolte dal Comitato.

L'AUSL, avvalendosi del SERT, si impegna a garantire la continuità terapeutica sviluppando i necessari raccordi e collaborazioni con le USL di provenienza e di destinazione dei detenuti, curando, in collaborazione con il CSSA, i rapporti con i servizi territoriali competenti per i soggetti dimessi dall'istituto.

 

 

 

     Art. 6

 

Il Direttore dell'istituto, responsabile degli interventi trattamentali attuati (art. 3 DPR 230/2000) e garante dello svolgimento degli stessi, e il Coordinatore del SERT, responsabile dell'intervento curativo e riabilitativo per i tossicodipendenti e/o alcooldipendenti, si impegnano a collaborare nel rispetto delle reciproche competenze alla realizzazione dei programmi di trattamento penitenziario e dei programmi terapeutici e socio-riabilitativi individualizzati a favore dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti e ad integrare, a tal fine, i reciproci interventi.

Il Direttore dell'istituto si impegna a facilitare al massimo l'esecuzione delle misure curative e riabilitativi predisposte dall'AUSL per í detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti anche attraverso periodici incontri tra gli operatori penitenziari e quelli dell'AUSL.

L'AUSL si impegna a realizzare gli interventi curativi e riabilitativi ritenuti idonei in relazione anche alle caratteristiche e alla specificità dell'istituto, curando i rapporti operativi con il personale penitenziario, al fine di attuare una continuità di trattamento.

Il Direttore dell'istituto ed il Coordinatore del SERT concordano periodici momenti di incontro per integrare i programmi di intervento, esaminare i risultati e formulare proposte operative per il miglioramento del servizio.

Ogni sei mesi è inviata al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria una relazione circa l'andamento del servizio nonché la scheda riassuntiva allegata alla presente Convenzione.

 

 

 

 

Art. 7

 

La presa in carico delle persone tossicodipendenti e/o alcooldipendenti nella struttura penitenziaria a custodia attenuata è regolata dal Progetto e relativo modello operativo allegato, che è parte integrante della presente Convenzione.

Nel Progetto e relativo modello operativo sono specificati i ruoli ed i rispettivi ambiti di operatività del personale penitenziario e del personale dell'USL, le modalità operative attraverso cui si realizza la collaborazione, i contenuti e le modalità di partecipazione aviazione rieducativa e trattamentale degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari, dei soggetti sociali e della partecipazione sociale coinvolta.

Tali disposizioni conservano la loro validità anche nell'ipotesi che l'attuazione del programma terapeutico e socio-riabilitativo sia attuato mediante Convenzione con un Ente Ausiliario, di cui all'art. 15 DPR 309/90, in possesso dei requisiti di legge.  In tal caso rimangono inalterate le funzioni istituzionali dell'Amministrazione penitenziario, dell’AUSL e del SERT ed il conseguente apporto per la piena realizzazione del Progetto.

 

 

Art. 8

 

Le parti si impegnano a garantire la presenza degli operatori in numero e professionalità commisurate alle effettive esigenze del Progetto di cui all’art. 7 ed a favorire iniziative di formazione congiunta tra gli operatori penitenziari e quelli dell'AUSL coinvolti, aperte agli operatori degli Enti Locali, degli Enti Ausiliari e della partecipazione sociale coinvolti nel Progetto.

 

 

Art. 9

 

Gli oneri finanziari conseguenti all'attuazione degli impegni contenuti nella presente Convenzione gravano sulle parti così come a seguito:

-    gli interventi ordinati alla cura ed alla riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti ristretti nella struttura penitenziario a custodia attenuata gravano sul Fondo Sanitario Regionale (Risoluzione Conferenza Stato e Regioni del 30.7.1992); - gli interventi ordinati all'istruzione o al recupero scolastico dei detenuti gravano sugli Organi periferici del Ministero della Pubblica Istruzione;

-    gli interventi ordinati alla formazione professionale dei detenuti, gravano sul Fondo Regionale per la Formazione;

-    gli interventi ordinati alla prevenzione e alla reintegrazione sociale dei detenuti gravano sugli Enti Locali e sul Fondo Socio Assistenziale (art. 114 DPR 309/90);- gli interventi ordinati alla cura e riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti e/o alcooldipendenti nelle situazioni in cui lo stato di tossicodipendenza e/o alcoldipendenza si associ a patologie correlate prevalenti, per le quali si richiedono interventi sanitari intra ed extra-ospedalieri, gravano sulle parti così come da normativa vigente;

-     l'assistenza eventualmente prestata dal medico di fiducia richiesta dal detenuto grava sullo stesso (art. 11, comma 11, 1. 354/75)

Nulla è modificato rispetto alla disciplina generale in materia di partecipazione ai costi da parte del cittadino per gli interventi sanitari;

-     ogni altro onere istituzionale grava sull’Amministrazione penitenziaria.

 

Art. 10

La presente Convenzione è esecutiva dopo la sottoscrizione delle parti e l'approvazione del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, cui è trasmessa unitamente al Progetto di cui all’art. 7.

Dopo l'approvazione, la Convenzione e il Progetto sono trasmesse a cura del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria al Provveditore Regionale e al Magistrato di Sorveglianza e dall’AUSL alla Regione.

La Convenzione ha durata annuale ed è tacitamente rinnovata se non disdetta da una delle parti tre mesi prima della scadenza e conserva la propria validità anche a fronte di possibili aggiornamenti della normativa di riferimento, così come stabilito dal Ministero della Giustizia d'intesa con le Regioni.

Ciascuna delle parti si riserva peraltro la facoltà di disdire la Convenzione, con un preavviso di tre mesi, qualora dalla controparte non venissero osservati gli obblighi stabiliti.

 

........................... li ..............................

 

 

PER l’AUSL di

IL DIRETTORE GENERALE

 

________________________________

 

PER Il MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

IL PROVVEDITORE REGIONALE/ DIRETTORE ISTITUTO SU DELEGA DEL PROVVEDITORE

 

 

 

Allegato C

 

 

 

 

SCHEMA DI CONTRATTO TRA L'EQUIPE DELLA C.A. E IL SIG………….

 

 

Il presente contratto è elemento indispensabile ai fini della permanenza alla C.A. e ne costituisce uno degli elementi più importanti.

Tale contratto viene consegnato al momento dell'ingresso e il residente, qualora voglia intraprendere il programma terapeutico proposto dalla C.A., è tenuto a sottoscriverlo e consegnarlo al primo incontro di gruppo.

Il contratto comporta L'ADESIONE AL PROGRAMMA che prevede:

·        Partecipazione alle attività terapeutiche di gruppo della durata di un'ora e trenta ciascuna coordinata da un operatore dell’Azienda A.U.S.L.

·        Partecipazione alle attività di manutenzione della casa, della cucina, e di altre attività lavorative da individuare qualora la posizione giuridica lo consenta, dato il parere favorevole dell'equipe.

·        Partecipazione alle attività  relative al  tempo libero.

È permesso l'utilizzo di 55.00 Euro mensili  che saranno versati sul conto corrente di ogni singolo residente per le spese personali (sigarette, sapone, ecc.). 

Non è consentita alcuna spesa che non sia autorizzata dall'equipe, nonché l'utilizzo di fondi personali.

 

 

 

INOLTRE ACCETTA LE SEGUENTI MISURE TERAPEUTICHE.

 

Ogni richiesta sarà presentata all'equipe terapeutica che valuterà in base alle esigenze individuali del soggetto, tenendo conto che:

 

Durante il primo mese di permanenza:

· non è permesso avere contatti con l'esterno.  Saranno valutate solo richieste di comunicazione con i familiari.

Durante il secondo mese di permanenza:

· è possibile scrivere,telefonare e avere colloqui con i familiari o persone di riferimento.

· Partecipare alle uscite di gruppo.

· Fare richiesta di colloquio con operatori di comunità o altre strutture coerentemente con il programma concordato con l'equipe.

Durante il terzo mese di permanenza:

· è possibile chiedere permessi presso la comunità o struttura individuata dal programma.  La partecipazione alle uscite sarà decisa dall'equipe in base all’impegno ed  in rapporto al  programma terapeutico individuato.

 

La richiesta di MISURE ALTERNATIVE o altri benefici di legge (ad esempio: liberazione anticipata) dovrà essere presentata all'equipe C.A che valuterà in base alle necessità del progetto individuato.

Le istanze presentate precedentemente all'ingresso alla C.A. dovranno essere tempestivamente comunicate all'equipe.

L'assegnazione della camera e la scelta degli altri occupanti è di esclusiva competenza dell'equipe che si riserva di stabilire qualsiasi spostamento che si ritiene necessario.

 

INOLTRE L'UTENTE PRENDE ATTO CHE ALLA C.A. VIGE IL SEGUENTE REGOLAMENTO:

1. E’ vietato l'uso di sostanze stupefacenti

2. E' vietato l'uso di bevande alcoliche

3. Non è ammessa la somministrazione di farmaci sostitutivi e di psicofarmaci

4. Sono vietati atti dì violenza

5. Non è consentito fumare più di 15 sigarette al giorno della marca consentita (MS, nazionali)

6. Il caffè è limitato ad una tazzina a colazione e una dopo pranzo

7. Non è consentito l'uso di apparecchi musicali e di musicassette personali

8. I telegrammi vengono sempre aperti e letti con un collaboratore di turno

9. Non è consentito allontanarsi dalle attività senza autorizzazione

 

 

 

IL RESIDENTE PRENDE ATTO CHE:

 

 

Il lavoro da lui svolto nell'ambito della  C.A costituisce il contributo necessario all'integrazione del proprio mantenimento e strumento di terapia

Nel caso di rottura o danneggiamento di oggetti della  C.A sarà tenuto a risarcire il danno o, eventualmente, sarà richiesto il rimborso ai familiari.

La mancata ottemperanza ai punti 1 - 2 - 3 - 4 - 9 è motivo di interruzione del contratto senza ulteriori valutazioni.

Inoltre, il contratto potrà essere INTERROTTO DALL'EQUIPE qualora si verifichino inadempienze che riguardano le prescrizioni date, le mansioni assegnate o il progetto stabilito.

Può essere INTERROTTO DALL'UTENTE in qualsiasi momento attraverso una comunicazione scritta presentata ad un collaboratore terapeutico.

L'equipe si impegna a stabilire entro il 3° mese di permanenza presso la C.A. dopo aver valutato le caratteristiche dell'utente e nel rispetto delle esigenze da lui esposte, una proposta di programma terapeutico concordato con l'A.U.S.L. di appartenenza.

La non accettazione del programma concordato comporta la cessazione del contratto ed Il rientro ad una sezione ordinaria dell'istituto.

 

 

 

 

 

CONTRATTO VALIDO DAL   _____________                     AL ____________

 

 

 

Il sottoscritto dopo aver preso conoscenza del metodo e della finalità della C.A

sottoscrive in data odierna tale contratto e dichiara che la sua permanenza è finalizzata a

 

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

 

EQUIPE TERAPEUTICA

 

 

 

 

 

                              UTENTE            

 

____________________________________